Roma, 11 marzo 2024 – Onorevole Fabio Rampelli, Fratelli d’Italia, in Abruzzo le urne non hanno lasciato dubbi, state ancora festeggiando?

"La festa è una condizione dell’anima, non serve fare troppa baldoria, basta qualche abbraccio e una bottiglia da stappare. Siamo già al lavoro".

Dopo la Sardegna, un altro tonfo pareva inevitabile a molti.

"Di tonfo neppure l’ombra. Non c’è stato in Sardegna, dove abbiamo pareggiato, e se avessimo messo in campo Truzzu trenta giorni prima avremmo vinto senza problemi. Figurarsi in Abruzzo, dove eravamo consapevoli dell’ottimo lavoro fatto da Marsilio".

Ma quanto di nazionale c’è in questo voto e quanto, appunto, è da ascrivere a Marsilio?

"Marsilio è stato un governatore forte, che ha interpretato con serietà il suo ruolo, non preoccupandosi come altri di apparire o fare clientelismo. Ha portato risultati concreti e molti arriveranno con il secondo mandato. Perché progetti, pareri e finanziamenti sono già operativi. E Giorgia Meloni è un primo ministro forte, sfidata dalla sinistra del cosiddetto campo largo anche in Abruzzo. Direi che sia a livello locale che nazionale la sinistra ha preso una grande legnata"

Però con 13 ministri in campo, la premier e i leader di coalizione sul palco, non si può dire che la maggioranza non abbia puntato su questa sfida...

"Il Governo Meloni è in campo per l’Abruzzo e per le regioni italiane da un anno, i suoi ministri sono dall’epoca abituali frequentatori della Regione e hanno costruito con Marsilio le risposte che il territorio attendeva. Semmai ci si dovrebbe chiedere perché altri ministri di altri governi non si siano presentati in Abruzzo per decenni".

Ora è subito Basilicata. Bardi è blindato?

"La coalizione è pronta per costruire la sua vittoria. FdI ha una classe dirigente preparata ed efficace in Basilicata e la metterà in campo senza fare sconti".

Un po’ meno granitica è la situazione in Veneto, dove il no al terzo mandato crea non pochi malumori nella Lega. Come ne uscirete?

"Deciderà il Parlamento sul terzo mandato, fermo restando che 15 anni in un ruolo apicale, magari con altri 10 da sindaco, fanno 25 anni di vita, praticamente l’intero percorso di un amministratore. Io penso che i due mandati consentano il ricambio generazionale e diano l’occasione alla politica nazionale di avvalersi del pragmatismo che proviene dall’esperienza di governatori e sindaci. Non credo sia giusto alterare le regole per casi puntuali".

FdI cresce, ma prende voti soprattutto alla Lega. Secondo gli analisti potrebbe nascerne un tema di tenuta della maggioranza. Lei che ne pensa?

"C’è stata nel centrodestra la fase a guida Forza Italia con Berlusconi, poi quella a guida Lega con Salvini, ora tocca a Giorgia Meloni e a FdI. Si sono sempre aggiustati i pesi all’interno della coalizione, ma siamo sempre rimasti uniti perché siamo seri e siamo ispirati da medesimi valori. Non stiamo insieme ‘contro qualcuno’ o per interesse…"

Europee. Tajani aspetta la premier, poi si candiderà anche lui. Meloni ha deciso?

"Non c’è ancora l’ufficialità, ma mi auguro sia candidata in tutti e cinque i collegi elettorali perché l’Europa intera guarda con fiducia e stima a questo fenomeno italiano. Giorgia è l’astro nascente dell’Ue e dell’Occidente e rappresenta un moto di vitalità che può allontanare lo spettro del declino globale".

Convergerete tutti su Von der Leyen alla fine? E come vede il nuovo assetto europeo?

"Il nostro obiettivo è creare maggioranze omogenee in Europa e disarticolare l’innaturale matrimonio tra socialisti e popolari, puntare anche a Strasburgo al bipolarismo e all’alternanza, cioè esportare il modello italiano. Se il Ppe sarà partito maggioritario e Ursula Von der Leyen confermerà questo rapporto coi conservatori non escludo che possa essere sostenuta dal centrodestra. Ma in Europa si vota con il proporzionale, tutti contro tutti, e i conti si fanno a urne chiuse".

Nell’attesa torniamo a casa nostra. Renzi vi accusa di non volere la commissione sul dossieraggio. Crede sarebbe utile?

"Noi vogliamo sapere chi in questi decenni ha commissionato i dossieraggi, quali servitori infedeli dello Stato si siano prestati al gioco e in cambio di cosa, chi sono i mandanti ma anche chi ha beneficiato dello spionaggio, stroncando questa anomalia degna di un paese sudamericano. Si può giungere all’accertamento di queste verità e impedire che tale vergogna italiana si ripeta in diversi moi. Valuteremo quale sarà il più efficace".

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Elezioni Abruzzo, Rampelli (FdI): "Cambiano i pesi interni, ma la coalizione tiene. E ha una leader: Meloni"

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12.03.2024

Roma, 11 marzo 2024 – Onorevole Fabio Rampelli, Fratelli d’Italia, in Abruzzo le urne non hanno lasciato dubbi, state ancora festeggiando?

"La festa è una condizione dell’anima, non serve fare troppa baldoria, basta qualche abbraccio e una bottiglia da stappare. Siamo già al lavoro".

Dopo la Sardegna, un altro tonfo pareva inevitabile a molti.

"Di tonfo neppure l’ombra. Non c’è stato in Sardegna, dove abbiamo pareggiato, e se avessimo messo in campo Truzzu trenta giorni prima avremmo vinto senza problemi. Figurarsi in Abruzzo, dove eravamo consapevoli dell’ottimo lavoro fatto da Marsilio".

Ma quanto di nazionale c’è in questo voto e quanto, appunto, è da ascrivere a Marsilio?

"Marsilio è stato un governatore forte, che ha interpretato con serietà il suo ruolo, non preoccupandosi come altri di apparire o fare clientelismo. Ha portato risultati concreti e molti arriveranno con il secondo mandato. Perché progetti, pareri e finanziamenti sono già operativi. E Giorgia Meloni è un primo ministro forte, sfidata dalla sinistra del cosiddetto campo largo anche in Abruzzo. Direi che sia a livello........

© il Resto del Carlino


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