Quanto tempo serve per mettersi alle spalle un cataclisma? A Cesena si stimano circa tre anni: da qui al 2026, appunto tre anni dopo la tragica alluvione del 16 maggio 2023, la maggior parte degli interventi di ricostruzione (e di miglioramento della tutela del territorio) che riguardano le competenze del Comune dovrebbero essere alle spalle. Con l’auspicio che lo stesso si possa dire, magari anche più in fretta, anche se la partita è ancora lunga, per i rimborsi ai privati. Ieri mattina il sindaco Enzo Lattuca, il suo vice Christian Castorri e il dirigente del settore lavori pubblici Andrea Montanari hanno fatto il punto sulla situazione e in particolare sul monte di 57 milioni e 367.974 euro che dovranno servire alla ricostruzione, circa 7,5 dei quali corrispondono a interventi già effettuati o in via di ultimazione. A contribuire con un’altra robusta tranche è in procinto di aggiungersi un pacchetto complessivo di 9.750.000 euro relativo a lavori che dovranno essere eseguiti entro il settembre 2026, nel rispetto del cronoprogramma fissato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Nello specifico sono nove i progetti candidati alla Regione Emilia-Romagna, oggi in attesa di un’ordinanza commissariale attraverso cui la città di Cesena potrà contare su un’iniezione significativa di risorse. Si parte con la messa in sicurezza della rete fognaria bianca all’Oltresavio, nella zona dell’ex Zuccherificio e in altre vie cittadine (2.500.000euro) e della messa in sicurezza idraulica della rete scolante a Bulgarnò (1.200.000) e a Borgo delle Rose (350.000euro). Sono in programma poi interventi sulle scarpate di via del Tunnel (300.000euro) e in via Montereale (400.000euro). Dovrà essere ricostruito il tracciato stradale della frazione Santa Lucia (1.500.000) e dovranno essere messe in sicurezza via Baccareto a Roversano (900.000 euro) e via San Mamante (1.100.000 euro). A questi interventi si aggiungono anche i lavori in quattro ponti che attraversano il Rio Granarolo il cui progetto, dell’ammontare complessivo di 1.500.000euro, prevede la demolizione e relativa ricostruzione delle strutture da San Giorgio a Pontecucco (il quinto ponte è di competenza della Provincia).

Detto dei circa 7 milioni e mezzo di euro già investiti, per quadrare i conti serve citare anche diversi altri capitoli di spesa, che riguardano edilizia scolastica (2,2 milioni), edilizia sportiva (2.3 milioni), edilizia storica (6,13 milioni), edilizia pubblica (3 milioni) e Ippodromo (6 milioni). A contribuire alla copertura dei costi ci sono anche due milioni e 800.000 euro arrivati da donazioni.

Così si chiude il cerchio degli interventi stimati entro il 2026, ma non si arriva al monte complessivo dei 57 milioni, per i quali ne mancano altri 20, legati alle opere strutturali necessarie lungo il torrente Cesuola: "Inserirle nelle richieste legate al Pnrr sarebbe stato irrealistico – hanno commentato Lattuca e Castorri – ma contiamo che tra settembre e ottobre ci sia margine per reperire fondi anche in relazione al nostro torrente, che contiamo di riqualificare entro il 2027".

Il quadro è in ogni caso molto complesso: sono da ricostruire le strade danneggiate dalle frane nei Comuni della Valsavio (la Provincia ha chiesto in relazione alla manutenzione viaria contributi Pnrr per 60 milioni, a fronte di danni complessivi quantificati in 350), e c’è da far fronte agli interventi sulla principale fonte di rischio: il fiume Savio, la cui competenza non ricade sugli uffici di Palazzo Albornoz. Resta poi il tema dei privati: le richieste di indennizzo fino a ora avanzate non sono molte, sono attesi volumi maggiori nei prossimi mesi. I danni medi per famiglia variano tra i 20 e i 30.000 euro. C’è ancora chi non è riuscito a rientrare in casa e ci sono pure le aziende colpite.

QOSHE - Messa in sicurezza, tre anni di lavori. Ma mancano 20 milioni per il Cesuola - Luca Ravaglia
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Messa in sicurezza, tre anni di lavori. Ma mancano 20 milioni per il Cesuola

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04.04.2024

Quanto tempo serve per mettersi alle spalle un cataclisma? A Cesena si stimano circa tre anni: da qui al 2026, appunto tre anni dopo la tragica alluvione del 16 maggio 2023, la maggior parte degli interventi di ricostruzione (e di miglioramento della tutela del territorio) che riguardano le competenze del Comune dovrebbero essere alle spalle. Con l’auspicio che lo stesso si possa dire, magari anche più in fretta, anche se la partita è ancora lunga, per i rimborsi ai privati. Ieri mattina il sindaco Enzo Lattuca, il suo vice Christian Castorri e il dirigente del settore lavori pubblici Andrea Montanari hanno fatto il punto sulla situazione e in particolare sul monte di 57 milioni e 367.974 euro che dovranno servire alla ricostruzione, circa 7,5 dei quali corrispondono a interventi già effettuati o in via di ultimazione. A contribuire con un’altra robusta tranche è in procinto di aggiungersi un pacchetto complessivo di 9.750.000 euro relativo a........

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