Parigi, 6 novembre 2023 – L’inquietudine cresce a dismisura nella nostra comunità. Gli ebrei di Francia hanno paura, non si sentono più al sicuro, temono di essere aggrediti perfino in casa.

Questo malessere profondo, che esiste da decenni, ha toccato il massimo livello dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre scorso", dice Jonathan Arfi, presidente del Crif, Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche francesi. "Ci sono genitori che non vogliono più portare i figli a scuola, che evitano contatti coi vicini, che tolgono il nome dalla cassetta delle lettere, che hanno staccato dalla porta la mezouzah (oggetto di culto situato all’ingresso di un appartamento, ndr ), che preferiscono non indossare la kippa quando escono", rivela Richard Zelmati, presidente del Crif nelle regioni Auvergne-Rodano-Alpi.

Dopo il barbaro assassinio di Dominique Bernard, il docente di lettere ucciso a coltellate il 13 ottobre nel suo liceo di Arras, dopo il moltiplicarsi delle scritte antisemite e delle stelle di David stampate sulle facciate delle case a Parigi e in altre città, dopo l’oltraggio alle pietre d’inciampo a Roma e le scene di caccia agli ebrei nell’aeroporto in Daghestan, l’aggressione a Lione della donna ebrea pugnalata sulla soglia di casa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’episodio, benché non del tutto chiaro secondo gli inquirenti (che stanno indagando sulla vita personale della vittima), ha avuto una vasta eco nella popolazione ebraica e nel mondo politico francese: tre ex primi ministri, Bernard Cazeneuve, Edouard Philippe e Manuel Valls, hanno espresso la loro condanna: "Questo atti odiosi – affermano – sono la vergogna del nostro Paese, negano quel che siamo, sputano sulla nostra storia ed esigono una risposta fermissima da parte dello Stato e della collettività".

Secondo la Licra (Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo), "la Repubblica è in pericolo nel momento in cui non riesce a impedire ignobili provocazioni e incitazioni alla violenza terroristica". Il segretario del Partito socialista Olivier Faure, in polemica con il leader dell’ultrasinistra Jean-Luc Mélenchon che è sembrato molto tiepido nel condannare l’attacco del 7 ottobre, ha lanciato un appello a tutte le forze politiche affinché dicano chiaramente che "nessuna parola, nessun gesto antisemita deve essere più tollerato in Francia".

La prima risposta è venuta dal prefetto di polizia di Parigi, Laurent Nunez. In meno di un mese – ha detto – nella sola Parigi sono stati registrati 257 atti antisemiti (887 a livello nazionale): "I responsabili, siatene certi, saranno individuati e puniti".

Il presidente Emmanuel Macron ha annunciato per giovedì 9 novembre prossimo una "conferenza umanitaria operativa" cui sono invitati i paesi europei e del Medioriente oltre al G20 e alle maggiori Ong: l’obiettivo è da una parte lanciare appelli all’unità e alla pace, dall’altra trovare fondi per aiutare Gaza. "La paura di ripercussioni drammatiche è grande in un Paese come il nostro, in cui convivono 6 milioni di musulmani e un foltissimo numero di ebrei", osserva Frédérique Dabi, presidente dell’istituto di sondaggi Ifop. È da ricordare che la comunità ebraica francese è la più numerosa d’Europa: 448mila persone, contro 118mila in Germania, 47mila in Ungheria, 29mila in Belgio e 27mila in Italia.

QOSHE - Francia, gli Ebrei hanno paura di essere aggrediti e uccisi nelle loro case - Giovanni Serafini
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Francia, gli Ebrei hanno paura di essere aggrediti e uccisi nelle loro case

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06.11.2023

Parigi, 6 novembre 2023 – L’inquietudine cresce a dismisura nella nostra comunità. Gli ebrei di Francia hanno paura, non si sentono più al sicuro, temono di essere aggrediti perfino in casa.

Questo malessere profondo, che esiste da decenni, ha toccato il massimo livello dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre scorso", dice Jonathan Arfi, presidente del Crif, Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche francesi. "Ci sono genitori che non vogliono più portare i figli a scuola, che evitano contatti coi vicini, che tolgono il nome dalla cassetta delle lettere, che hanno staccato dalla porta la mezouzah (oggetto di culto situato all’ingresso di un appartamento, ndr ), che preferiscono non indossare la kippa quando escono", rivela Richard Zelmati, presidente del Crif nelle regioni Auvergne-Rodano-Alpi.

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© il Resto del Carlino


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