Rimini, 4 marzo 2024 – Cinque mesi oggi. Tanto è trascorso dalla mattina del 4 ottobre quando in fondo alle scale di marmo che portano ai sotterranei del condominio di via del Ciclamino, a Rimini, vicino all’ascensore fu trovato il cadavere di Pierina Paganelli. Cinque mesi in cui sull’assassinio della 78enne, straziata con 29 coltellate, nelle stanze di questura e Procura la squadra mobile continua a scandagliare una babele di rilievi, accertamenti, scartoffie in cui gli investigatori cercano le prove schiaccianti per inchiodare l’assassino di Pierina. Ma per ora, del volto di chi uccise quella sera del 3 ottobre, quando la Paganelli era di ritorno a casa da un incontro di preghiera con la propria congregazione dei Testimoni di Geova, non c’è che un’ombra. Quella ripresa dalla telecamera della farmacia. O una voce. Quella che sarebbe stata registrata da un altro dispositivo nei sotterranei. Tutto è sotto la lente, ma niente è ancora certo, mentre dalla Scientifica di Roma la Procura attende le ultime risultanze tecniche per colmare i vuoti che restano nel fascicolo aperto per omicidio e ancora contro ignoti.

Nel frattempo, i sospetti sfumano, i coni di luce passano da persona a persona con il passare del tempo e i rapporti, un tempo all’apparenza idilliaci tra il quadrato di volti che più di tutti hanno occupato le colonne dei giornali e gli schermi televisivi per il delitto Paganelli, ora si sono sfilacciati. La nuora Manuela Bianchi – che fu la prima a ritrovare il cadavere la mattina di cinque mesi fa – se n’è andata dall’appartamento di fronte a quello di Pierina in via del Ciclamino, dove rimane solo suo marito nonché il figlio della 78enne uccisa, Giuliano Saponi. Nessun rapporto ci sarebbe più tra Manuela e il presunto amante, Louis Dassilva, con la compagna di lui, Valeria Bartolucci, che alla vicina non ha perdonato la relazione col marito, senza edulcorare mai i propri attacchi verso la presunta rivale in amore.

E mentre il clamore mediatico si placa e la Procura lavora e lavora, il dolore però non trova cure. Il dolore dei figli di Pierina: Giacomo, Chiara e Giuliano Saponi. Il dolore di una famiglia distrutta per la morte, improvvisa e violenta, di "una donna amata e rispettata da tutti coloro che la conoscevano, sempre pronta a dedicarsi al prossimo senza riserve", la ricordano i figli attraverso i loro avvocati, Marco e Monica Lunedei, interpellati per il ’mesiversario’.

A distanza di cinque mesi dalla tragedia che ha colpito la loro famiglia, i figli di Pierina "convivono ogni giorno con il vuoto incolmabile lasciato dalla madre e con l’incredulità per quanto accaduto", fanno sapere i legali. "Non è passato giorno in cui i familiari non si siano domandati chi possa aver compiuto un simile gesto e perché – continuano gli avvocati Lunedei –, ma hanno scelto di vivere il dolore in forma privata per il rispetto dovuto a quella figura, Pierina, che troppo è stata oggetto di dibattiti, chiacchiere, pettegolezzi, sproloqui".

Al centro del mirino della cronaca più nera che molto spesso è riuscita comunque a penetrare nella diga di riservatezza alzata dai figli della 78enne, i quali sostengono che "la difficile convivenza con questi pensieri è lenita da un’incrollabile fiducia nel lavoro della Procura: è umano pretendere giustizia – fanno sapere i figli di Pierina – nel minor tempo possibile e provare frustrazione nel vedere il tempo che avanza, ma ugualmente è logico comprendere che la gravità dei fatti e la complessità dell’indagine richiedano un tempo congruo". Di mesi intanto oggi ne son passati cinque. Ma il sale nella clessidra continua a scendere giù.

QOSHE - Pierina trucidata 5 mesi fa, i figli: "Dolore e frustrazione. Ma il killer verrà preso" - Francesco Zuppiroli
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Pierina trucidata 5 mesi fa, i figli: "Dolore e frustrazione. Ma il killer verrà preso"

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04.03.2024

Rimini, 4 marzo 2024 – Cinque mesi oggi. Tanto è trascorso dalla mattina del 4 ottobre quando in fondo alle scale di marmo che portano ai sotterranei del condominio di via del Ciclamino, a Rimini, vicino all’ascensore fu trovato il cadavere di Pierina Paganelli. Cinque mesi in cui sull’assassinio della 78enne, straziata con 29 coltellate, nelle stanze di questura e Procura la squadra mobile continua a scandagliare una babele di rilievi, accertamenti, scartoffie in cui gli investigatori cercano le prove schiaccianti per inchiodare l’assassino di Pierina. Ma per ora, del volto di chi uccise quella sera del 3 ottobre, quando la Paganelli era di ritorno a casa da un incontro di preghiera con la propria congregazione dei Testimoni di Geova, non c’è che un’ombra. Quella ripresa dalla telecamera della farmacia. O una voce. Quella che sarebbe stata registrata da un altro........

© il Resto del Carlino


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