Bologna, 3 aprile 2024 - “Sono innocente”. Ha reso spontanee dichiarazioni in aula Giampaolo Amato, il medico di 64 anni accusato dell’omicidio della moglie Isabella Linsalata, 62, e della suocera Giulia Tateo, 87, morte rispettivamente il 31 e il 9 ottobre 2021.

A tratti si commuove, mentre parla alla Corte con concitazione: “Non ho ucciso nessuno, non ho drogato nessuno, non ho rubato farmaci. Non ho mai fatto del male a qualcuno, neppure una rissa da giovane. Rispetto la legge e il giuramento di Ippocrate. Non so perché Isabella sia morta, ma escludo categoricamente sia stato suicidio: amava la vita, amava i nostri figli di cui oggi, che li vede da lassù, sono sicuro sia orgogliosissima, come me del resto. Anche io voglio la verità, e sono sicuro emergerà: produrremmo le prove che chiariscono che non l’ho uccisa io. Quando sarò interrogato, dirò la verità come sempre, con coerenza e correttezza. Perché io non sono perfetto, ma corretto credo di sì”.

Il medico è in carcere da quasi un anno. È accusato di avere ucciso moglie e suocera con lo stesso mix di farmaci - benzodiazepina e anestetico ospedaliero - sottratti da uno degli ospedali dell’Ausl in cui lavorava. Moventi: sentimentale (aveva una relazione extraconiugale) ed ereditario.

"Ho rispettato sempre, come le altre amiche che lo sapevano, il desiderio di Isabella. Non voleva mettere in difficoltà i figli e aveva detto che sarebbe stata vigile dopo quell'episodio delle analisi. Volevo rispettarla, per questo non ho detto nulla - ha raccontato Anna Maria Linsalata, sorella di Isabella - È stata attenta nel post, dopo le analisi e la bottiglia. Io cercavo di capire. È stato detto che dopo che il marito andò via di casa lei dormiva molto, ma è una cosa diversa dalla narcolessia. Mia sorella la sera era affaticata dal dolore e dal non avere le risposte che cercava. Ma io non ho mai più notato episodi di narcolessia. Anche le tisane non le ha più bevute ed era vigile. Prima della sua morte non ho più sentito dire di altri episodi narcolessia".

E la donna continua: "Io non pensavo che arrivasse a succedere quello che è successo. Anche Isabella sminuiva". In questo modo spiega i motivi per cui non ha denunciato che dalle analisi fatte fare alla sorella, nel maggio del 2019, era emersa la presenza di Midazolam. "Non pensavo sarebbe morta per avvelenamento, io pensavo che guidando le poteva capitare un incidente grave o poteva causarlo lei. Io in realtà pensavo potesse accadere qualcosa, ma non una morte diretta per quello che stava succedendo in quella casa".

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Processo Amato, il medico si commuove in aula: “Sono innocente, non ho ucciso né drogato nessuno”

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03.04.2024

Bologna, 3 aprile 2024 - “Sono innocente”. Ha reso spontanee dichiarazioni in aula Giampaolo Amato, il medico di 64 anni accusato dell’omicidio della moglie Isabella Linsalata, 62, e della suocera Giulia Tateo, 87, morte rispettivamente il 31 e il 9 ottobre 2021.

A tratti si commuove, mentre parla alla Corte con concitazione: “Non ho ucciso nessuno, non ho drogato nessuno, non ho rubato farmaci. Non ho mai fatto del male a qualcuno, neppure una rissa da giovane. Rispetto la legge e il giuramento di Ippocrate. Non so perché Isabella sia morta, ma escludo categoricamente sia stato suicidio: amava la vita,........

© il Resto del Carlino


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