Bologna, 5 aprile 2024 – Bonifici da poche decine di euro, altri da diverse migliaia; l’abbonamento a una pay tv intestato al figlio, un’assicurazione invece per loro; e il successivo tentativo di confondere le acque effettuando trasferimenti ’ponte’, su conti intestati ad altri, ma poi il denaro, secondo l’accusa, alla fine entrava sempre nelle loro tasche. Sono stati così rinviati a giudizio per appropriazione indebita e autoriciclaggio i due presunti "dipendenti infedeli" di Gianluca Vacchi, noto imprenditore e influencer.

Ieri i giudici del tribunale di Tempio Pausania (Sassari) hanno infatti accolto la richiesta del pm di rinviare a giudizio la coppia, lui cinquantaduenne della provincia di Olbia e lei di 53 anni, originaria della provincia di Oristano. I due erano collaboratori domestici di Vacchi, alle sue dipendenze nella villa di Porto Cervo prima e nella sua residenza di Castenaso poi, da oltre dieci anni. La coppia era incaricata della gestione delle due abitazioni, ma anche delle trasferte della famiglia di Vacchi e, più in generale, avevano funzioni di governante e maggiordomo. Secondo le accuse però, approfittando di questo rapporto lavorativo e della fiducia che l’influencer le accordava, la coppia si sarebbe appropriata tra il 2015 e il 2020 di quasi un milione di euro (per la precisione, 911.200).

Vacchi, rappresentato dall’avvocato Gino Bottiglioni, ha sporto querela nei confronti dei due dipendenti nell’aprile del 2021. Ripercorre lì la loro lunga collaborazione, che riteneva basata sulla "loro onestà e correttezza professionale", oltre che sulla "più completa fiducia reciproca". I due, come detto, inizialmente assunti come custodi della villa in Sardegna si erano poi trasferiti in quella di Castenaso, con stipendio fisso, vitto, alloggio e spese professionali inclusi. Dopo uno screzio per motivi di lavoro, però, nel 2020 avevano abbandonato l’impiego, lasciando "sorpreso" Vacchi, che, notando che le carte di credito loro affidate venivano usate pure dopo l’interruzione del rapporto, aveva deciso di avviare verifiche anche sull’attività precedente dei dipendenti. Da qui la scoperta di spese "in alcun modo riconducibili alle loro mansioni professionali", per il totale di quasi un milione.

Gli ex amministratori sardi respingono con forza le accuse, sostenendo che le operazioni bancarie contestate servivano solo a sostenere lo stile di vita molto costoso del loro datore di lavoro; versione a sua volta respinta dall’avvocato Bottiglioni, che in una memoria sottolinea come "la difesa non riesca comunque a giustificare le voci di appropriazione indebita indicate". L’imprenditore si è costituito parte civile; il dibattimento comincerà a settembre.

QOSHE - Gianluca Vacchi, a processo i factotum. "Sparito un milione di euro" - Federica Orlandi
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Gianluca Vacchi, a processo i factotum. "Sparito un milione di euro"

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05.04.2024

Bologna, 5 aprile 2024 – Bonifici da poche decine di euro, altri da diverse migliaia; l’abbonamento a una pay tv intestato al figlio, un’assicurazione invece per loro; e il successivo tentativo di confondere le acque effettuando trasferimenti ’ponte’, su conti intestati ad altri, ma poi il denaro, secondo l’accusa, alla fine entrava sempre nelle loro tasche. Sono stati così rinviati a giudizio per appropriazione indebita e autoriciclaggio i due presunti "dipendenti infedeli" di Gianluca Vacchi, noto imprenditore e influencer.

Ieri i giudici del tribunale di Tempio Pausania (Sassari) hanno infatti accolto la richiesta del pm di rinviare a........

© il Resto del Carlino


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