Bologna, 13 aprile 2024 – La ’scatola nera’ della centrale è in mano agli inquirenti. Si chiama Scada il sistema di supervisione e controllo che era installato nella centrale idroelettrica di Bargi, a Camugnano, necessario per monitorare gli impianti di quel tipo. In quello di Enel Green Power si trovava nei piani superiori e potrebbe avere registrato anomalie o elementi utili per fare luce sulle cause dell’esplosione che, martedì, è costata la vita a sette lavoratori impegnati in un’attività di collaudo di una turbina. L’ultimo, rimasto disperso per tre giorni, è stato recuperato ieri senza vita: si tratta del consulente Vincenzo Garzillo, 68 anni. L’analisi della Scada, dunque, potrà aiutare a capire cosa sia successo, ma non è detto che abbia registrato tutte le operazioni fatte in quel tragico pomeriggio. Enel Green Power manifesta la piena collaborazione con l’autorità giudiziaria per fare luce sulle cause della tragedia.

L’inchiesta nel frattempo procede serrata: nessun ambito può essere trascurato. La raccolta delle informazioni è minuziosa. Il procuratore Giuseppe Amato ha affidato ai carabinieri della polizia giudiziaria la regia sul campo di tutti gli attori delle indagini, ciascuno con le proprie competenze specifiche: Ausl, ispettorato del lavoro, vigili del fuoco. E mentre si entra nella seconda fase dell’attività – dopo quella di ricerca e soccorso delle vittime, tocca ora alla messa in sicurezza del luogo dell’incidente –, in attesa della terza, in cui si potrà ispezionare il sito, si stanno già raccogliendo le prime informazioni sull’accaduto. Grazie ai lavoratori presenti al momento dell’esplosione e rimasti illesi o, benché feriti, in condizione di poter raccontare. Si tratta di un primo approccio da parte degli inquirenti, che sarà approfondito più avanti. Queste prime ricostruzioni, infatti, avvengono in un delicato momento di lutto e choc, e potrebbero perciò dover essere chiarite o illustrate meglio successivamente. Inoltre, alcuni dei lavoratori feriti sono ancora ricoverati, alcuni anche in gravi condizioni, e perciò impossibili da ascoltare.

La delicatezza del momento è stata sottolineata proprio da Amato, ieri ospite di RaiRadio1: "Anche in questo caso daremo una risposta affidabile, certa e puntuale - ha detto all’interlocutore, che chiedeva della ’sete di verità’ dei cittadini -. Quando hai una materia così delicata, occorre rispettare tutti i passaggi, con i tempi necessari, non bisogna immolarsi nell’ambito delle supposizioni".

Dalle primissime ricostruzioni, pare che nessuno dei feriti fosse al piano -8 della centrale, martedì, ma si trovassero tutti a piani superiori, impegnati in altre attività comunque sempre correlate al collaudo della turbina. È possibile che alcuni di loro, a seguito dello scoppio, si siano precipitati ai piani più bassi nel disperato tentativo di raggiungere i colleghi rimasti sotto e soccorrerli, e per questo siano rimasti ustionati e intossicati. Una cosa è certa infatti, secondo il comandante dei vigili del fuoco Calogero Turturici: "Qualcuno ha avuto il tempo di evacuare, cosa che non sarebbe stata possibile se non ci fossero state delle avvisaglie di quanto stava per accadere". Inoltre, "alcuni lavoratori sono stati trovati sul loro posto di lavoro: forse perché erano impegnati nella gestione dell’emergenza". Dunque, un segnale c’è stato. Quando la centrale sarà agibile, l’autorità giudiziaria eseguirà un’analisi tecnica del sito e, confrontandola con i dati ricavati dalla Scada, cercherà di ’fotografare’ la giornata di martedì e quanto ha preceduto l’irreparabile. Saranno poi sentiti i responsabili delle ditte coinvolte. Nel corso dell’inchiesta, si dovrà approfondire pure la storia della centrale, per valutare se eventuali segnali prodromici del drammatico epilogo ci fossero stati e, nel caso, se fossero stati trascurati o sottovalutati.

Infine, sono state eseguite tutte le ispezioni esterne e gli esami post mortem sulle salme dei primi tre lavoratori recuperati senza vita dopo il disastro, a seguito dei quali la Procura "ritiene di poter ricondurre all’evento (l’esplosione, ndr ) la causa della morte". Quindi non saranno disposte autopsie.

QOSHE - Consegnato ai pm il sistema di controllo, sentiti i lavoratori illesi / - Federica Orlandi
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Consegnato ai pm il sistema di controllo, sentiti i lavoratori illesi /

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13.04.2024

Bologna, 13 aprile 2024 – La ’scatola nera’ della centrale è in mano agli inquirenti. Si chiama Scada il sistema di supervisione e controllo che era installato nella centrale idroelettrica di Bargi, a Camugnano, necessario per monitorare gli impianti di quel tipo. In quello di Enel Green Power si trovava nei piani superiori e potrebbe avere registrato anomalie o elementi utili per fare luce sulle cause dell’esplosione che, martedì, è costata la vita a sette lavoratori impegnati in un’attività di collaudo di una turbina. L’ultimo, rimasto disperso per tre giorni, è stato recuperato ieri senza vita: si tratta del consulente Vincenzo Garzillo, 68 anni. L’analisi della Scada, dunque, potrà aiutare a capire cosa sia successo, ma non è detto che abbia registrato tutte le operazioni fatte in quel tragico pomeriggio. Enel Green Power manifesta la piena collaborazione con l’autorità giudiziaria per fare luce sulle cause della tragedia.

L’inchiesta nel frattempo procede serrata: nessun ambito può essere........

© il Resto del Carlino


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