Roma, 9 marzo 2024 – Professor Paolo Feltrin, già docente di scienza della politica all’Università di Trieste, da esperto in materia elettorale, che effetto pensa che avrà questa successione di elezioni regionali – ieri in Sardegna, oggi in Abruzzo, ad aprile in Basilicata – sul governo e sull’opposizione?

"La prima cosa da considerare è la follia di queste elezioni a getto continuo. Due anni fa, con un gruppo di studiosi, abbiamo redatto un libro bianco sull’astensionismo. Una delle prime indicazioni era l’Election Day, non più di una o due volte l’anno, altrimenti si vive in una sorta di campagna permanente. Il cui primo effetto è che la gente non ne può più, quindi non va a votare. In secondo luogo questo droga il dibattito politico generale".

Dopo il voto sardo, l’Abruzzo ha catalizzato una grande attenzione. Porterà a votare?

"In questo quadro nessuno ha la più pallida idea di quanti andranno a votare. Le analisi fin qui fatte non dicono nulla sull’affluenza: non sappiamo quanti voteranno né per chi. Teniamo presente che con l’aumento degli iscritti all’Aire (anagrafe dei residenti all’estero, ndr ) cala l’affluenza, perché non tornano certo in Italia per le regionali, dal momento che non è previsto il voto per corrispondenza". Clicca qui se vuoi iscriverti al canale WhatsApp di Qn

Un problema anche per gli studenti fuorisede...

"È tutto scritto sul libro bianco. Tutti si lamentano, ma poi la politica non fa niente".

Per chi è la posta in gioco più alta tra centrodestra e centrosinistra in Abruzzo?

"Chiaramente per il centrodestra. Ogni verifica si riflette immediatamente sul governo. Sappiamo non ci sono problemi numerici per la maggioranza, ma è inevitabile una fibrillazione data l’elevata conflittualità interna. Il centrodestra ha il proprio punto di forza nella capacità di fare coalizione, mentre è debole dal punto di vista della candidature. Il centrosinistra ha problema opposto: buoni candidati, ma fatica a realizzare l’unità. E per vincere nei sistemi bipolari non ci vuole il campo largo, ma quello larghissimo. Non basta l’accordo Pd-5 Stelle: va esteso alle aree di centro. In Abruzzo questo è riuscito. Ma bisogna tener presente che si tratta di elezioni che coinvolgono popolazioni esigue, la metà degli elettori della città di Roma. Ci fosse un Election Day per alcuni milioni di elettori si potrebbero trarre indicazioni, così no".

Eppure l’investimento sulle regionali da parte dei leader politici è fortissimo. Con quali ripercussioni?

"La maggioranza nei mesi scorsi ha sopravvalutato le sue capacità di presa elettorale. In realtà alle elezioni politiche ha preso il 43%. È la minoranza più forte e coalizzata, ma sempre minoranza. Queste elezioni parziali fanno vedere esattamente questo: o trovi i candidati adatti o rischi di perdere. Specie se gli altri riescono a coalizzarsi. Non caso i leader si sono impegnati allo spasimo in competizioni da poche centinaia di migliaia di votanti. Anche per l’opposizione è ovviamente importante cercare la rivincita. Ma semmai il problema nel centrosinistra è un altro: il destino di Elly Schlein. Sembrava già in via di licenziamento, invece, con la vittoria in Sardegna e persino una sconfitta sul filo in Abruzzo, può rivendicare il successo".

La vittoria di uno o l’altro schieramento può avere ripercussioni nell’immediato?

"No. Perché è tutto rinviato a dopo le Europee. Siamo alle prime giornate di un campionato che si chiude con le Europee. Dopo è sensato immaginare un rimpasto di governo, per aggiustare le pedine che non funzionano. Mentre dal centrosinistra mi attendo l’inizio di una riflessione su un possibile programma elettorale comune per le prossime elezioni politiche".

QOSHE - Il politologo: "Il centrodestra rischia per i riflessi sul governo. Ma lo snodo è alle Europee" / - Cosimo Rossi
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Il politologo: "Il centrodestra rischia per i riflessi sul governo. Ma lo snodo è alle Europee" /

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10.03.2024

Roma, 9 marzo 2024 – Professor Paolo Feltrin, già docente di scienza della politica all’Università di Trieste, da esperto in materia elettorale, che effetto pensa che avrà questa successione di elezioni regionali – ieri in Sardegna, oggi in Abruzzo, ad aprile in Basilicata – sul governo e sull’opposizione?

"La prima cosa da considerare è la follia di queste elezioni a getto continuo. Due anni fa, con un gruppo di studiosi, abbiamo redatto un libro bianco sull’astensionismo. Una delle prime indicazioni era l’Election Day, non più di una o due volte l’anno, altrimenti si vive in una sorta di campagna permanente. Il cui primo effetto è che la gente non ne può più, quindi non va a votare. In secondo luogo questo droga il dibattito politico generale".

Dopo il voto sardo, l’Abruzzo ha catalizzato una grande attenzione. Porterà a votare?

"In questo quadro nessuno ha la più pallida idea di quanti andranno a........

© il Resto del Carlino


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