Hanno portato anche i loro figli, alla guida dei mini trattori, per chiarire che in ballo c’è il futuro, quello di tutti. Dopo i presidi a Case Bruciate e poi all’ex cinema Metropolis, i trattori sbarcano in Piazza del Popolo. Ieri mattina erano in circa 300, tra agricoltori, titolari di agriturismo, ecc... E la lotta continua: giovedì, venerdì e sabato prossimi i trattori si spostano a Montecchio. Non hanno più voglia di troppe regole e cavilli, gli agricoltori: costretti a pagare rate troppo alte dei mutui per aver comprato trattori ipertecnologici che costano un botto, ma poi il grano te lo pagano una miseria. E ti saldano il conto due anni dopo che hai iniziato a coltivarlo. Brutta vita, insomma, adesso nei campi.

"Siamo qui perchè tanti ci conoscono e ci appoggiano – dice Federico Tiberi, 40 anni, imprenditore agricolo di Urbino – ma non tutti sanno le vere motivazioni della nostra protesta, ad esempio i consumatori. E noi protestiamo anche per loro".

Vi siete sentiti abbandonati o trascurati da qualcuno? "Dall’inizio abbiamo scelto di non esser rappresentati da nessuno, politicamente e sindacalmente. Ci aspettavamo che le istituzioni (Regione Marche e governo nazionale) ci incontrassero, ma nessuno ci ha chiamato. Questo ci lascia amareggiati. Ma noi andiamo avanti. Abbiamo avuto ieri un incontro al centro sociale Novecento, dove c’erano oltre 300 partecipanti, anche nazionali. Formeremo un comitato regionale che porti avanti una unica voce. Quando prendono decisioni sull’agricoltura, devono considerare noi agricoltori parte integrante".

Quanto durerà la vostra protesta? "Finchè non avremo risposte. Non ci fermiamo". Ci dica le tre vostre richieste più importanti. "Rispetto della salute pubblica e del nostro salario, quindi regolamentare le importazioni. L’Europa parla di svolta green ma permette importazioni di materie prime da paesi che non hanno i nostri regolamenti sanitari. Due, redistribuzione della filiera: noi stiamo producendo sotto costo, ma i prezzi per i consumatori raddoppiano. Tre, fare tavoli tecnici per parlare con le istituzioni". E la carne sintetica? "Un’opzione non praticabile. Le zone rurali che avevano la possibilità di allevare animali che venivano tenuti bene per 9 o 10 mesi all’aria aperta, sono state costrette a chiudere, strette tra la mancata possibilità di produrre cereali e materie prime per gli allevamenti e le importazioni di carne dall’estero".

Davide Silvestrini, 50 anni, coltivatore e titolare dell’ agriturismo Pieve del Colle a Urbania, dice: "Ti danno le agevolazioni per comprare i trattori di ultima generazione, e così guadagnano le multinazionali che li producono, e se devo pagare le rate del mutuo, io ad esempio pago 4200 al mese, ma non ho un reddito sufficiente per farlo, ci guadagnano solo le banche, noi siamo costretti a smettere, le multinazionali ti prendono la terra e ci mettono il fotovoltaico, questo sta succedendo, per questo serve un freno". "Poi, aggiunge Silvestrini, qui non siamo in pianura Padana, qui ci vuole il triplo dei cavalli motore, per fare lo stesso lavoro, in pianura puoi fare 70 o 80 quintali di grano all’ettaro, da noi se ne fa 40 devi fari i salti di gioia. Sai cosa? Il bello sarebbe se l’Italia tornasse come una volta, abbiamo decine di tipi di grano, gli altri ne hanno solo 3 o 4, quindi: seguiamo l’Inghilterra, usciamo dall’Europa".

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Agricoltori, la rabbia in piazza: "Noi strozzati dall’Europa. Il trattore costa sempre di più, il grano lo pagano una miseria"

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03.03.2024

Hanno portato anche i loro figli, alla guida dei mini trattori, per chiarire che in ballo c’è il futuro, quello di tutti. Dopo i presidi a Case Bruciate e poi all’ex cinema Metropolis, i trattori sbarcano in Piazza del Popolo. Ieri mattina erano in circa 300, tra agricoltori, titolari di agriturismo, ecc... E la lotta continua: giovedì, venerdì e sabato prossimi i trattori si spostano a Montecchio. Non hanno più voglia di troppe regole e cavilli, gli agricoltori: costretti a pagare rate troppo alte dei mutui per aver comprato trattori ipertecnologici che costano un botto, ma poi il grano te lo pagano una miseria. E ti saldano il conto due anni dopo che hai iniziato a coltivarlo. Brutta vita, insomma, adesso nei campi.

"Siamo qui perchè tanti ci conoscono e ci appoggiano – dice Federico Tiberi, 40 anni, imprenditore agricolo di........

© il Resto del Carlino


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