Stefano Volpe / PADOVA

La finale di Coppa Italia non smette di scatenare polemiche. L’ultima si è accesa ieri e ha iniziato a montare dai tifosi biancoscudati coinvolgendo successivamente anche la società. Sì, perché la partita di ritorno tra Padova e Catania si giocherà a porte chiuse ma solo per finta, visto che allo stadio Massimo finiranno per entrare, martedì sera, oltre 3000 persone.

La decisione di giocare a porte chiuse era stata sancita dal giudice sportivo a seguito dei disordini fatti scoppiare all’intervallo della partita d’andata dai tifosi del Catania, una sessantina dei quali erano riusciti ad aprire il cancello della curva nord e si erano riversati in campo, attaccando la tribuna dell’Euganeo. Da qui la decisione del giudice di chiudere le porte per la finale di ritorno. Una sanzione che il prefetto di Catania ha voluto estendere anche al campionato, imponendo la chiusura dello stadio nella gara giocata giovedì scorso dalla squadra etnea contro il Giugliano.

Martedì, tuttavia, l’atmosfera non sarà quella delle porte chiuse. Su richiesta congiunta della società siciliana e della stessa Lega Pro, la Questura di Catania ha acconsentito l’accesso alla Tribuna B a 1500 ragazzi del settore giovanile rossoblù e delle scuole calcio affiliate. Il Giudice Sportivo ha quindi concesso il nulla osta per l’iniziativa, voluta per diffondere un messaggio sul tifo positivo. 1.500 ragazzi che, ovviamente, dovranno essere accompagnati, portando così il totale dei presenti (considerando anche gli inevitabili accrediti) a superare le 3.000 presenze. Praticamente la media delle partite casalinghe del Padova.

Una decisione che ha mandato su tutte le furie il popolo biancoscudato, che ieri ha espresso il proprio malcontento sui social. «Una presa in giro, come sempre si applicano due pesi e due misure»; «A questo punto facciamo a meno di scendere in campo, che diano la Coppa direttamente al Catania», il tenore dei messaggi di sdegno. Una mossa che ha spiazzato anche la società biancoscudata, considerando il fatto che è stata voluta dalla Lega Pro, organismo del quale l’amministratore delegato del Padova, Alessandra Bianchi, fa parte come consigliere. Anche per questo, la stessa Bianchi ha protestato ufficialmente: «Condividiamo l'intento della Lega di voler dare alla finale della competizione una cornice di positività dopo quanto successo», le parole dell’ad del Padova. «I sorrisi e il tifo sano dei bambini sono la migliore risposta in queste circostanze. Non possiamo tuttavia non sentirci, ancora una volta in questa triste vicenda, parte lesa, avendo dapprima subito un vile attacco in casa nostra e poi vedendo preclusa la partecipazione dei nostri tifosi, di qualsiasi età, alla finale. Confidiamo in un comportamento virtuoso dei ragazzi catanesi e dei loro accompagnatori, auspicando di poter assistere martedì ad una serata di sano sostegno a entrambe le contendenti».

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Padova, l’incredibile decisione della Lega.  A Catania potranno entrare tremila spettatori locali

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31.03.2024

Stefano Volpe / PADOVA

La finale di Coppa Italia non smette di scatenare polemiche. L’ultima si è accesa ieri e ha iniziato a montare dai tifosi biancoscudati coinvolgendo successivamente anche la società. Sì, perché la partita di ritorno tra Padova e Catania si giocherà a porte chiuse ma solo per finta, visto che allo stadio Massimo finiranno per entrare, martedì sera, oltre 3000 persone.

La decisione di giocare a porte chiuse era stata sancita dal giudice sportivo a seguito dei disordini fatti scoppiare all’intervallo della partita d’andata dai tifosi del Catania, una sessantina dei quali erano riusciti ad aprire il cancello della curva nord e si erano riversati in campo, attaccando la tribuna........

© Il Mattino di Padova


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