«Oggi il soggetto privato vorrebbe che il pubblico pagasse per riavere ciò che un tempo aveva ceduto gratuitamente».

I sindaci agordini non ci stanno e scartano la richiesta avanzata ieri in un’intervista al Corriere delle Alpi da Bruno Bulf, presidente della onlus che gestisce la casa di soggiorno di Taibon anche se il contratto è scaduto il 13 giugno.

Lo scontro tra Comuni e onlus per il passaggio di gestione ad Asca entro fine anno è sempre più aperto e il risultato incerto. Bulf si è detto pronto ad approvare l’accordo a patto, però, che Asca paghi subito 50 mila euro per rilevare l’azienda e gli altri soldi del patrimonio (che non ha saputo stimare) a rate di 4-5 mila euro l’anno in dieci anni. «“Parlino con noi e ripaghino l’azienda”?», si chiede il giorno dopo la sindaca di Taibon, Silvia Tormen, a nome del gruppo di lavoro in seno all’Uma che da mesi segue la questione, citando le parole del presidente della onlus. «Bulf farebbe bene a ricordare che il servizio della casa di soggiorno di Taibon un tempo era erogato dall’allora Comunità montana agordina di cui Bulf faceva parte in qualità di sindaco e, solo successivamente, è stata costituita la onlus che l’ha ricevuta in gestione a titolo gratuito dalla Comunità montana. Si può forse dire che da una gestione pubblica si sia passati ad una gestione privata e, oggi, il soggetto privato vorrebbe che il pubblico pagasse per riavere ciò che un tempo aveva ceduto gratuitamente».

Per i sindaci Bulf sbaglia a parlare di azienda riferendosi alla onlus e quindi alla vendita di un ramo dell’azienda. «È bene chiarire, una volta per tutte, che qui di aziende non v’è traccia», dice il gruppo di lavoro per bocca di Tormen, «c’è l’Uma costituita dai Comuni e poi c’è una onlus - organizzazione non lucrativa di utilità sociale - che non è un’azienda e non può svolgere attività di tipo economico-commerciale, non dovrebbe accantonare utili e dovrebbe occuparsi di svolgere attività per finalità esclusive di solidarietà sociale. E, aspetto fondamentale, l’appartenenza a tale categoria attribuisce la possibilità di godere di agevolazioni fiscali».

I sindaci ricordano inoltre che la onlus ha da sempre occupato l’immobile di proprietà dell’Uma per il costo annuo complessivo di appena 500 euro, «mentre accumulava un patrimonio che, negli ultimi anni, continua ad erodere per coprire le perdite di una gestione che non è più attuale né economicamente sostenibile».

Gli amministratori pubblici agordini affrontano quindi la questione dei posti per non autosufficienti che dovrebbero essere stati creati con il padiglione finanziato da Luxottica, ma che Bulf ieri ha dichiarato non essere presenti perché mancano i gas medicali.

«L’introduzione dei posti per persone non autosufficienti», sottolinea Tormen, «oltre ad offrire ai residenti in struttura la preziosa possibilità di non essere spostati altrove in caso di aggravamento delle proprie condizioni, permetterebbe anche di dare equilibrio ad un bilancio che, allo stato attuale, brucia quasi trecentomila euro all’anno. Le dichiarazioni di Bulf sul padiglione Luxottica lasciano attoniti: a suo dire milioni di euro donati e spesi per niente. Bulf farebbe bene a ricordare anche un’altra cosa oltre alle precedenti: che al tempo dell’operazione lui era presente e che, anzi, le risorse furono assegnate da Luxottica direttamente alla onlus che ne diresse i lavori».

«Noi», è la posizione dei sindaci, «a differenza sua, ringraziamo Luxottica, perché crediamo fortemente in questo progetto di continuità assistenziale che, senza la donazione di allora, non si potrebbe certo pensare di realizzare in tempi che potrebbero essere, tutto sommato, abbastanza brevi. Tra l’altro Bulf dice che portare in struttura persone non autosufficienti sia un’ipotesi impossibile da realizzare; ma, nonostante la casa di soggiorno sia autorizzata solo per persone autosufficienti, ci sono all’interno utenti non autosufficienti con scheda Svama e punteggio assegnato che attendono posto in struttura autorizzata. Vorremmo avere chiarimenti anche sulla situazione degli altri ospiti».

Relativamente alle critiche di Bulf sui ritardi dell’Uma nell’approvazione dei progetti per la messa in sicurezza della casa di soggiorno, i sindaci si giustificano dicendo che c’erano degli esami strutturali da fare per poter completare la progettazione, ma poi accusano Bulf. «Per quasi un anno», è la posizione, «ha ostacolato l’accesso dei professionisti in struttura, dimostrando totale indisponibilità alla collaborazione».

Infine, il gruppo di lavoro dell’Uma chiude con un’affermazione che fa presagire l’impossibilità di arrivare a strette di mano. «Di chiacchiere a quattrocchi ne sono state fatte, forse, fin troppe. Noi pensiamo sia bene, arrivati a questo punto, che le chiacchiere avvengano davanti ad altri in grado di valutare veridicità e liceità di dichiarazioni, obiettivi, azioni ed eventuali responsabilità».

QOSHE - Casa di riposo di Taibon, sindaci contro Bulf: «La onlus ha ricevuto gratuitamente la Rsa» - Gianni Santomaso
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Casa di riposo di Taibon, sindaci contro Bulf: «La onlus ha ricevuto gratuitamente la Rsa»

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04.11.2023

«Oggi il soggetto privato vorrebbe che il pubblico pagasse per riavere ciò che un tempo aveva ceduto gratuitamente».

I sindaci agordini non ci stanno e scartano la richiesta avanzata ieri in un’intervista al Corriere delle Alpi da Bruno Bulf, presidente della onlus che gestisce la casa di soggiorno di Taibon anche se il contratto è scaduto il 13 giugno.

Lo scontro tra Comuni e onlus per il passaggio di gestione ad Asca entro fine anno è sempre più aperto e il risultato incerto. Bulf si è detto pronto ad approvare l’accordo a patto, però, che Asca paghi subito 50 mila euro per rilevare l’azienda e gli altri soldi del patrimonio (che non ha saputo stimare) a rate di 4-5 mila euro l’anno in dieci anni. «“Parlino con noi e ripaghino l’azienda”?», si chiede il giorno dopo la sindaca di Taibon, Silvia Tormen, a nome del gruppo di lavoro in seno all’Uma che da mesi segue la questione, citando le parole del presidente della onlus. «Bulf farebbe bene a ricordare che il servizio della casa di soggiorno di Taibon un tempo era erogato dall’allora Comunità montana agordina di cui Bulf faceva parte in qualità di sindaco e, solo successivamente, è stata costituita la onlus che l’ha ricevuta in gestione a titolo gratuito........

© Il Mattino di Padova


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