Orridi, canali, dighe. La Diga, quella del Vajont. Giulia Cecchettin viene cercata anche in questo fazzoletto del Longaronese che scavalla verso Pordenone; poi su, sull’altro versante zoldano, lungo la provinciale 251 nella zona di Igne dove è nota una “passerella” tanto mozzafiato quanto considerata pericolosa.

A cinque giorni dalla scomparsa, ieri è scattato anche nel Bellunese il dispositivo per la ricerca persone, di Giulia e Filippo in particolare, sotto il coordinamento di prefettura e carabinieri: i vigili del fuoco del comando provinciale hanno attuato una serie di verifiche, battendo il lato bellunese del Vajont nella speranza di trovare indizi di Giulia e del suo ex fidanzato Filippo.

«Ricerche di polizia giudiziaria» legate al segreto istruttorio, e a qualche segnalazione del passaggio della Fiat Grande Punto nera sulla quale si spera ancora siano Filippo Turetta e Giulia Cecchettin. I vigili del fuoco sono partiti con sei, sette mezzi, coordinati dall’unità di soccorso avanzato.

Vajont e Igne: il primo luogo nella fuga è la congiunzione con il Pordenonese; la seconda località, sulle coste dell’altra sponda del Piave, porta verso lo Zoldano e verso quel primo rilevamento di targa system a Palafavera.

I punti chiave conosciuti del viaggio della Punto nel Bellunese sono infatti quelli di due registrazioni del Targa system: alle 7,37 di domenica 12 novembre a Palafavera, nello Zoldano, e due ore dopo, intorno alle 9, a Ospitale di Cortina. Il terzo, sempre segnalato dalle telecamere, quello oltre il confine altoatesino, a San Candido.

Ma come arrivare a Palafavera senza passare per l’A27 a quell’ora del mattino del 12 novembre? Nel paese ricostruito dopo il Vajont, si ritiene che la Punto sarebbe arrivata dal versante della diga, da quel pezzo di provinciale 251 che scende da Erto, dunque dal Pordenonese. Una strada, quella che viene dal confine friulano, disseminata tanto di telecamere quanto di orridi e sentieri anonimi dove potrebbe sembrare semplice nascondersi, cadere, gettare, sparire. Il passaggio è stato registrato ma ieri sera non si sono trovati riscontri, del resto le ore di lavoro delle squadre sono state presto immerse nel buio.

Le ricerche ufficialmente sono coordinate dalla prefettura di Belluno, che ieri ha lanciato il piano di attivazione coinvolgendo anche i Comuni interessati dai passaggi della Fiat Grande Punto: Cortina, Zoldano, Longaronese.

Agli enti si domanda una collaborazione nelle ricerche: per ora questa è ristretta al momento in cui dovessero arrivare delle segnalazioni dal territorio da verificare.

«Una attivazione» che in questo caso è di carattere «generale» spiega Gian Luca Da Rold, capo di gabinetto della prefettura che sta seguendo la vicenda: non risponde dunque a qualcosa di specifico: «Il resto è segreto istruttorio», precisa il funzionario.

Restano i dubbi sul perché sia stata scelta come via di allontanamento quella del Bellunese, territorio che i due ragazzi conoscono molto bene. Forse troppo.

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Ragazzi scomparsi, una traccia porta alla diga del Vajont

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17.11.2023

Orridi, canali, dighe. La Diga, quella del Vajont. Giulia Cecchettin viene cercata anche in questo fazzoletto del Longaronese che scavalla verso Pordenone; poi su, sull’altro versante zoldano, lungo la provinciale 251 nella zona di Igne dove è nota una “passerella” tanto mozzafiato quanto considerata pericolosa.

A cinque giorni dalla scomparsa, ieri è scattato anche nel Bellunese il dispositivo per la ricerca persone, di Giulia e Filippo in particolare, sotto il coordinamento di prefettura e carabinieri: i vigili del fuoco del comando provinciale hanno attuato una serie di verifiche, battendo il lato bellunese del Vajont nella speranza di trovare indizi di Giulia e del suo ex fidanzato Filippo.

«Ricerche di polizia giudiziaria» legate........

© Il Mattino di Padova


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