Milano – Primo weekend di gennaio, appuntamento in un centro sportivo della periferia sud-ovest di Milano. Alle 9 del mattino di venerdì decine di ragazzi infreddoliti e vagamente assonnati, varcano i cancelli in tuta, calzoncini e scarpette colorate. Dopo le veloci procedure burocratiche si avviano alla spicciolata sul campo di gioco. Quasi tutti sono accompagnati da papà e mamme, in qualche caso anche fratelli e nonni. Molti arrivano dalla Lombardia, qualcuno da San Marino, altri ancora dal sud Italia. Inseguendo un pallone che rotola, ma soprattutto accarezzando il sogno più bello: giocare un giorno in un grande club.

Non è un camp estivo anche se per i giovanotti sono giorni di vacanza, ma una buona occasione (alcuni, spinti dai genitori accecati dall’ambizione, pensano sia "quella della vita") per farsi notare. Perché nella variegata offerta calcistica per aspiranti talenti, ci sono anche gli “stage” o “corsi di perfezionamento”, offerti da Accademie varie. Le quali, avvalendosi di staff molto preparati e attenti ai minimi dettagli, promettono di prendersi cura dei baby calciatori nella speranza di tirar fuori da ognuno capacità e talento in una mezza dozzina di sedute (partitella inclusa).

Milano tappa della speranza, dunque. Perché nelle tante pagine di inserzioni che intasano i social c’è solo l’imbarazzo della scelta fra offerte allettanti. Come questa, pubblicizzata al tramonto dell’estate: “Stage di calcio. 5-6-7 gennaio 2024”. Segue la zona della location milanese, il cellulare cui chiamare e un dettaglio: “Stage a numero chiuso per i ragazzi tra i 10 e i 18 anni” (ma un altro annuncio parla di età compresa fra i 12 e i 19 anni). Poi la chiosa finale: “I giocatori più meritevoli saranno segnalati a squadre professionistiche”. E già questo suona strano, anche se non compare la parolina magica: provini. Ma in fondo lo stage è la stessa cosa. A pagamento, com’è facile intuire. In sintesi: business.

Per saperne di più proviamo con la chiamata da finto genitore interessato: “I posti per questo weekend sono al completo, ma stia tranquillo. A fine aprile ci sarà un nuovo corso, al costo di 280 euro. Ah, ma se porta il fratellino del ragazzo allora c’è lo sconto del 25%”. Non è facile sapere il costo, sia chiaro, perché al telefono l’organizzatore è diffidente e vorrebbe una mail di richiesta cui rispondere. Ma alla fine qualcosa ci dice. Il resto lo vediamo sul campo.

Un’ottantina i ragazzi delle varie fasce d’età suddivisi in 5-6 gruppetti e impegnati in esercizi di tecnica sotto lo sguardo attento degli allenatori. Il livello è discreto, c’è da meravigliarsi che alcuni ragazzi non siano stati già notati. C’è anche un tecnico che “cura" i portieri, una decina più o meno. Tribuna “sold out” occupata dagli adulti silenziosi, qualcuno è vicino le recinzioni.

Ma tra il sogno e la realtà c’è altro che non torna. Quasi tutti i ragazzi partecipanti allo stage sono vincolati con altre società (i vari campionati, dai Giovanissimi agli Allievi, sono fermi per la sosta), eppure, come ci confermano diversi genitori presenti, gli organizzatori non richiedono alcun nulla-osta al club di appartenenza. Quel che bisogna versare subito all’atto dell’iscrizione, è la caparra di 70 euro. Poi i documenti e il certificato medico.

Ma tre giorni a Milano, soprattutto per chi arriva da altre regioni, costano: ai 280 euro iniziali vanno aggiunti extra come i pasti e soprattutto l’alloggio. Pernottare due notti costa altri 150 euro (430 complessivi), se poi c’è almeno un genitore ci sono ancora 200 euro. Ovviamente la società organizzatrice pensa anche a questo. Insomma, nella migliore delle ipotesi chi arriva da fuori regione spenderà un migliaio di euro. E magari tornerà speranzoso anche al prossimo stage. L’importante è sapere che nessuna società professionistica chiede denaro per visionare i calciatori. E che gli osservatori a caccia di talenti sono sui campi ogni weekend.

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Da tutta Italia allo stage per baby calciatori: 280 euro per inseguire il sogno della serie A

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10.01.2024

Milano – Primo weekend di gennaio, appuntamento in un centro sportivo della periferia sud-ovest di Milano. Alle 9 del mattino di venerdì decine di ragazzi infreddoliti e vagamente assonnati, varcano i cancelli in tuta, calzoncini e scarpette colorate. Dopo le veloci procedure burocratiche si avviano alla spicciolata sul campo di gioco. Quasi tutti sono accompagnati da papà e mamme, in qualche caso anche fratelli e nonni. Molti arrivano dalla Lombardia, qualcuno da San Marino, altri ancora dal sud Italia. Inseguendo un pallone che rotola, ma soprattutto accarezzando il sogno più bello: giocare un giorno in un grande club.

Non è un camp estivo anche se per i giovanotti sono giorni di vacanza, ma una buona occasione (alcuni, spinti dai genitori accecati dall’ambizione, pensano sia "quella della vita") per farsi notare. Perché nella variegata offerta calcistica per aspiranti talenti, ci sono anche gli “stage” o “corsi di perfezionamento”, offerti da Accademie varie. Le quali, avvalendosi di........

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