Essere derubati o rapinati a Milano è più probabile oggi rispetto al passato. Nelle cronache e nelle quasi quotidiane testimonianze che affollano i social media, i milanesi manifestano una percezione di insicurezza che, almeno per quanto riguarda alcuni fenomeni criminali, trova conferma nei numeri. I dati pubblicati dal dipartimento di Pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno hanno eletto Milano, per il settimo anno di fila, come la provincia con più reati denunciati d’Italia.

Soltanto l’anno scorso, nell’intera città metropolitana sono stati registrati 225 mila delitti (su 3,2 milioni di abitanti), ma è probabile che siano molti di più. Non tutti i crimini, infatti, vengono segnalati alle forze dell’ordine. Secondo un recente studio di Eurispes, nell’Italia del Nord-Ovest soltanto il 40% dei reati vengono denunciati: più della metà, quindi, non finiscono nelle statistiche.

Il primato milanese riguarda in particolare la microcriminalità, cioè tutti quei crimini che avvengono per strada, come scippi, borseggi, piccoli furti e rapine. Si tratta di tipologie di reato che incidono profondamente sulla percezione di insicurezza di un quartiere o di una zona, perché colpiscono in modo frequente, diffuso ed eterogeneo vittime di ogni età ed estrazione sociale.

A Milano, in due anni, le rapine sono aumentate del 64% e i furti con strappo del 50%. In numeri assoluti parliamo di 16 mila rapine e 9 mila scippi denunciati negli ultimi cinque anni (il dato più alto d’Italia). La città è prima anche per furti con destrezza borseggi sui mezzi pubblici.

In molti casi, queste tipologie di reato sono compiuti da giovani, talvolta minorenni, e da stranieri. Sono ormai centinaia i casi che vedono come protagoniste delle baby gang, ovvero gruppi di adolescenti che riproducono dinamiche tipiche della microcriminalità organizzata.

“Questi giovani – si legge nell’ultimo rapporto della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza – operano una violenza sproporzionata nei confronti delle vittime che vengono individuate nei coetanei (anche in ambito scolastico), negli anziani, nei disabili e nei soggetti ai margini della società”. Spesso, ma non sempre, i membri provengono da famiglie povere e quartieri meno abbienti.

Il fenomeno è in crescita: secondo i dati dell’Osservatorio nazionale adolescenza, il 6,5% dei giovani tra 11 e 19 anni dichiara di far parte di una banda, il 13% di loro ha compiuto un atto di vandalismo e tre su dieci hanno partecipato a una rissa.

Recentemente, il Generale dei Carabinieri Iacopo Benincasa ha spiegato che in zone centrali di Milano corso Como e i Navigli “da un lato, ci sono i giovani che vogliono divertirsi. Dall’altro, ci sono ragazzi isolati o in gruppi che approfittano di quei momenti per commettere reati, a volte con un uso della violenza spropositato che aumenta la paura: oltre al danno del furto di una collanina, c’è il timore di subire conseguenze fisiche. Spesso a colpire sono giovani e giovanissimi”.

Gli stranieri a Milano sono responsabili del 73% delle rapine commesse per strada e del 95% dei furti con destrezza. Questo dato è stato riferito ad aprile dal questore Giuseppe Petronzi e meriterebbe, secondo lui, una “pacata riflessione sociologica” soprattutto in considerazione dell’alto tasso “di persone arrestate più volte, spesso per la commissione dello stesso reato”.

L’aumento dei fenomeni migratori e le carenze nel sistema di accoglienza hanno creato situazioni di profondo disagio ed esclusione sociale. L’esito del combinato di questi due fattori, secondo gli esperti, può riflettersi una propensione a delinquere basata sull’assenza di una dimora e di risorse sufficienti a garantire la sussistenza.

Come ha ricordato il sindaco di Milano Beppe Sala, non tutti i reati sono aumentati nel tempo. Gli omicidi volontari – a Milano come in tutta Italia – stanno diminuendo da ormai tre decenni. All’inizio degli anni Novanta in città se ne registravano ogni anno più di 40, mentre da quattro anni sono stabilmente meno di 10.

Sono diminuiti, nell’ultimo anno, anche i reati di percosse, lesioni dolose, danneggiamento, traffico di stupefacenti e violenza sessuale. Riguardo agli stupri – la forma più grave di violenza sessuale – va segnalato che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, in quasi l’80% dei casi l’autore è una persona conosciuta dalla vittima: un partner, un ex, un parente o un amico (dato Istat). La prevenzione “sulla strada”, benché fondamentale, è pertanto efficace solo fino a un certo punto.

La sicurezza di una metropoli come Milano fa capo a un insieme di autorità che si declina, a sua volta, in una miriade di articolazioni minori. Tutte le forze dell’ordine, in tal senso, agiscono a tutela della cittadinanza. È un sistema estremamente complesso i cui successi e fallimenti non possono essere ricondotti a una singola entità.

Premesso ciò, le istituzioni principali che hanno competenza in materia di sicurezza – in senso allargato – sono il questore (quello di Milano è Giuseppe Petronzi), il prefetto (Renato Saccone), il sindaco (Giuseppe Sala), il comandante provinciale dei Carabinieri (Pierluigi Solazzo) e, più alla lontana, il ministro dell’Interno (Matteo Piantedosi)

Per impostare una strategia di contrasto alla criminalità, a ottobre Sala ha nominato l'ex capo della polizia Franco Gabrielli è stato delegato del sindaco di Milano per la sicurezza e la coesione sociale.

Il Governo ha previsto anche un aumento dell’organico. Negli ultimi due anni, ad esempio, sono arrivati 380 carabinieri in più nel territorio del Comando provinciale, di cui 160 in città.

Da gennaio, in alcune zone critiche – come la Stazione Centrale e i Navigli – le forze dell’ordine sono impegnate con l’operazione “Alto impatto”, che prevede servizi dedicati più volte a settimana.

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Sicurezza a Milano, impennata di furti e rapine: calano omicidi e traffico di droga

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16.11.2023

Essere derubati o rapinati a Milano è più probabile oggi rispetto al passato. Nelle cronache e nelle quasi quotidiane testimonianze che affollano i social media, i milanesi manifestano una percezione di insicurezza che, almeno per quanto riguarda alcuni fenomeni criminali, trova conferma nei numeri. I dati pubblicati dal dipartimento di Pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno hanno eletto Milano, per il settimo anno di fila, come la provincia con più reati denunciati d’Italia.

Soltanto l’anno scorso, nell’intera città metropolitana sono stati registrati 225 mila delitti (su 3,2 milioni di abitanti), ma è probabile che siano molti di più. Non tutti i crimini, infatti, vengono segnalati alle forze dell’ordine. Secondo un recente studio di Eurispes, nell’Italia del Nord-Ovest soltanto il 40% dei reati vengono denunciati: più della metà, quindi, non finiscono nelle statistiche.

Il primato milanese riguarda in particolare la microcriminalità, cioè tutti quei crimini che avvengono per strada, come scippi, borseggi, piccoli furti e rapine. Si tratta di tipologie di reato che incidono profondamente sulla percezione di insicurezza di un quartiere o di una zona, perché colpiscono in modo frequente, diffuso ed eterogeneo vittime di ogni età ed estrazione sociale.

A Milano, in due anni, le rapine sono aumentate del 64% e i furti con strappo del 50%. In numeri assoluti parliamo di 16 mila rapine e 9 mila scippi denunciati negli ultimi cinque anni (il dato più alto d’Italia). La città........

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