Nella primavera del 1874 la prima esposizione ufficiale di quegli artisti che dipingevano ciò che si vede e non “ciò che si sa”. Era il tramonto dell’idea che la bellezza dovesse coincidere con l'armonia. E la scoperta del fatto che ciò che osserviamo è inesauribile

“Non ho fatto altro che guardare”: le parole di Claude Monet compendiano uno dei capitoli più affascinanti dell’arte, che ebbe origine centocinquant’anni fa, a Parigi, con la prima esposizione ufficiale dei pittori impressionisti. Era la primavera del 1874 e in boulevard des Capucines vennero esposte 163 opere, tra cui la celeberrima tela di Monet da cui l’intera corrente pittorica avrebbe tratto il suo nome. Fu un critico, guardando l’opera, a utilizzare il termine impressionismo: mutevolezza, variabilità, annullamento delle convenzioni pittoriche. Il rivoluzionario proposito di dipingere ciò che si vede e non “ciò che si sa” determina il rifiuto della linea, l’abolizione del contorno, l’eliminazione di ogni mediazione dell’intelletto, la rinuncia a qualsiasi filtro nel rapporto che intercorre tra la retina e il mondo. Sulla tela finisce, in una sorta di somma valorizzazione dell’istante, ciò che giunge alla vista nella sua immediatezza.

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QOSHE - Centocinquant'anni di impressionismo. Quei ribelli geniali che dipingevano come nessuno prima - Stefano Picciano
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Centocinquant'anni di impressionismo. Quei ribelli geniali che dipingevano come nessuno prima

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24.03.2024

Nella primavera del 1874 la prima esposizione ufficiale di quegli artisti che dipingevano ciò che si vede e non “ciò che si sa”. Era il tramonto dell’idea che la bellezza dovesse coincidere con l'armonia. E la scoperta del fatto che ciò che osserviamo è inesauribile

“Non ho fatto altro che guardare”: le parole di Claude Monet compendiano uno........

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