Oggi alla Camera il voto contro il leader leghista, costretto da Fratelli d'Italia all'abiura: "Da quando è scoppiata la guerra i rapporti con la Russia sono cambiati"
L’abiura della vigilia. Ventiquattro ore prima del voto sulla mozione di sfiducia alla Camera, Matteo Salvini per la prima volta da quando è scoppiata la guerra in Ucraina disconosce – con tanto di nota – la vicinanza a Vladimir Putin e a Russia Unita, il partito dell’autocrate. Sono parole, quelle del capo leghista, indirizzate più che altro agli alleati di Fratelli d’Italia e Forza Italia che oggi in Aula dovranno difenderlo dalla mossa delle opposizioni. Salvini è stato sfiduciato da Pd, M5s, Azione,Verdi e Si perché “non rinnega i rapporti con Putin”.
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Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.