Dal Jobs Act all’Ucraina passando per il salario minimo, la difesa e il reddito di cittadinanza. La linea del Pd è la vecchia linea del M5s. Con una costante: essere contrario a ciò che ha sostenuto e favorevole a ciò che ha contrastato
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è impegnato in una battaglia contro l’“egemonia culturale” della sinistra, in particolare del Pd. Se il campo di battaglia è quello della sostituzione del personale nei posti di sottogoverno, siamo nell’ambito dello spoils system. Ma se il terreno di gioco è quello delle idee, allora Sangiuliano ha sbagliato obiettivo. Perché quella guerra il Pd l’ha persa da tempo. A sinistra la vera egemonia culturale, in senso gramsciano, cioè di direzione intellettuale anziché di dominio di potere, è del M5s. L’ultimo segnale sono i referendum della Cgil contro il Jobs Act, la principale riforma del lavoro del centrosinistra, che Elly Schlein – qualche giorno dopo Giuseppe Conte – ha detto di firmare senza però vincolare il resto del partito.
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Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali