La critica culturale è quasi del tutto sparita a vantaggio dell’informazione, per lo più ridotta a pubblicità. Giudicare è diventato un tabù

Ci si spreca nell’uso della parola “cultura”. Ma poi non se ne parla, non se ne discute. La critica culturale è quasi del tutto sparita a vantaggio dell’informazione, per lo più ridotta a pubblicità. Non esiste la critica filosofica, nel senso che non vengono discussi i libri di filosofia italiana da parte di chi insegna, studia e pratica la filosofia. La critica d’arte, quando si tratta di arte contemporanea, è ridotta a descrizione avalutativa e interpretazione apologetica: mai che si parli di non riuscita e di fallimento, perché sembra che l’etichetta meglio applicabile al presente sia quella di “estetica del fallimento”. Con le recensioni di letteratura, narrativa e poesia, ci si fanno soprattutto dei favori e se in tv si invita e si nomina uno scrittore, lo si definisce “grande scrittore” per chiedergli opinioni politiche che potrebbe dare un qualunque tassista: i tassisti filosofeggiano volentieri sulle nostre sventure pubbliche.

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QOSHE - La critica televisiva è morta e persino il docufilm su Gaber ne è rimasto vittima - Alfonso Berardinelli
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La critica televisiva è morta e persino il docufilm su Gaber ne è rimasto vittima

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04.01.2024

La critica culturale è quasi del tutto sparita a vantaggio dell’informazione, per lo più ridotta a pubblicità. Giudicare è diventato un tabù

Ci si spreca nell’uso della parola “cultura”. Ma poi non se ne parla, non se ne discute. La critica culturale è quasi del tutto sparita a vantaggio........

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