(a cura dell'Avvocato Carlo Scarpa)

Quattro società registrate in Cina, altre sei del Kazakistan, India, Serbia, Thailandia, Sri Lanka e Turchia, operanti nel settore dei componenti elettronici sono state colpite dal 13° pacchetto di sanzioni UE emesso il 23.02.24. È la prima volta che la UE punisce le entità in questi paesi. Sanzionando tali società, a cui si aggiungono ulteriori diciassette entità russe, la UE mira a interrompere la catena di approvvigionamento per lo sviluppo e la produzione di droni militari.

Ma non basta. È necessario che l’UE istituisca un’agenzia centralizzata che vigili, e abbia legittimazione ad agire per reprimere la violazione delle sanzioni, come già un anno fa aveva chiesto l’Olanda. Forse sarà oggetto del 14° pacchetto. Un altro aspetto non azionato sino ad oggi è che la UE non ha ampliato le sanzioni ad altri settori economici, come il divieto delle importazioni di nickel, che avrebbe avuto un ulteriore impatto sull’economia russa. Interessante tuttavia appare la possibilità che la UE istituisca una imposta punitiva sui “frutti” dei fondi “congelati” per aiutare l’Ucraina e la sua ricostruzione.

La UE ha anche instaurato un sistema anonimo di denunce digitale, EU Sanctions Whistleblower Tool, per chi volesse aiutare l’identificazione di violazioni delle sanzioni. Si deve prendere atto che le sanzioni vengono eluse dai Russi, che trovano complicità, anche passiva, non solo di paesi terzi che collaborano alla loro violazione, ma di soggetti Europei. La Commissione UE all’inizio di febbraio 2024 ha scritto alle capitali europee chiedendo “un'azione immediata, concertata e decisa da parte di tutti” sul rispetto delle sanzioni. Infatti, per il principio di sussidiarietà, sono gli Stati che devono vigilare e reprimere le violazioni. La Ue, per ora, ha quindi chiesto agli stati di intervenire, indicando che distribuirà informazioni sulle società ed enti che platealmente violano le sanzioni; però ha anche stabilito che entro la fine di aprile di quest’anno chiederà agli stati membri un aggiornamento sul loro operato.

La decisione di indirizzare le sanzioni società anche in paesi terzi è un chiaro segnale che la UE inizia a innervosirsi verso i governi di tali Stati, che chiudono gli occhi sull’elusione delle sanzioni o, addirittura, la favoriscono. In questo momento le sanzioni che mirano a limitare la capacità produttiva e militare Russa, colpiscono circa 640 società, di cui circa 29 in paesi terzi. Sempre con il 13° pacchetto è aumentato il numero dei soggetti privati colpiti da “congelamento” dei beni e divieto di volo in Europa, sanzionati perché attivamente aiutano l’invasione dell’Ucraina e le azioni contro la popolazione, come il rapimento dei bambini ucraini. Alla già lunga lista dei colpiti ad oggi, sono state aggiunte circa altre 106 persone e 88 entità, tra cui Kang Sun-nam, ministro della Difesa del regime di Kim Jong-un, e diverse società e persone bielorusse che forniscono supporto all'esercito russo. In totale ad oggi sono colpite quasi 2000 tra persone ed entità.

La UE continua ad agire anche in altri campi; agli inizi di febbraio il Consiglio Europeo ha infatti disposto che gli interessi o guadagni che derivino dai miliardi di valuta e\o asset sequestrati alla Russia e\o agli oligarchi, vengano contabilizzati e tenuti separati e, soprattutto, non siano ceduti. Questa decisione apre la strada alla possibilità che il Consiglio decida di istituire un contributo finanziario che gravi su questi profitti, per sostenere l'Ucraina.

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(a cura dell'Avvocato Carlo Scarpa)

Quattro società registrate in Cina, altre sei del Kazakistan, India, Serbia, Thailandia, Sri Lanka e Turchia, operanti nel settore dei componenti elettronici sono state colpite dal 13° pacchetto di sanzioni UE emesso il 23.02.24. È la prima volta che la UE punisce le entità in questi paesi. Sanzionando tali società, a cui si aggiungono ulteriori diciassette entità russe, la UE mira a interrompere la catena di approvvigionamento per lo sviluppo e la produzione di droni militari.

Ma non basta. È necessario che l’UE istituisca un’agenzia centralizzata che vigili, e abbia legittimazione ad agire per reprimere la violazione delle sanzioni, come già un anno fa aveva chiesto l’Olanda. Forse sarà oggetto del 14° pacchetto. Un altro aspetto non azionato sino ad oggi è che la UE non ha ampliato le sanzioni ad altri settori economici, come il divieto delle importazioni di nickel, che avrebbe avuto un ulteriore impatto sull’economia russa. Interessante tuttavia appare la possibilità che la UE istituisca una imposta punitiva sui “frutti” dei fondi “congelati” per aiutare l’Ucraina e la sua ricostruzione.

La UE ha anche instaurato un sistema anonimo di denunce digitale, EU Sanctions Whistleblower Tool, per chi volesse aiutare l’identificazione di violazioni delle sanzioni. Si deve prendere atto che le sanzioni vengono eluse dai Russi, che trovano complicità, anche passiva, non solo di paesi terzi che collaborano alla loro violazione, ma di soggetti Europei. La Commissione UE all’inizio di febbraio 2024 ha scritto alle capitali europee chiedendo “un'azione immediata, concertata e decisa da parte di tutti” sul rispetto delle sanzioni. Infatti, per il principio di sussidiarietà, sono gli Stati che devono vigilare e reprimere le violazioni. La Ue, per ora, ha quindi chiesto agli stati di intervenire, indicando che distribuirà informazioni sulle società ed enti che platealmente violano le sanzioni; però ha anche stabilito che entro la fine di aprile di quest’anno chiederà agli stati membri un aggiornamento sul loro operato.

La decisione di indirizzare le sanzioni società anche in paesi terzi è un chiaro segnale che la UE inizia a innervosirsi verso i governi di tali Stati, che chiudono gli occhi sull’elusione delle sanzioni o, addirittura, la favoriscono. In questo momento le sanzioni che mirano a limitare la capacità produttiva e militare Russa, colpiscono circa 640 società, di cui circa 29 in paesi terzi. Sempre con il 13° pacchetto è aumentato il numero dei soggetti privati colpiti da “congelamento” dei beni e divieto di volo in Europa, sanzionati perché attivamente aiutano l’invasione dell’Ucraina e le azioni contro la popolazione, come il rapimento dei bambini ucraini. Alla già lunga lista dei colpiti ad oggi, sono state aggiunte circa altre 106 persone e 88 entità, tra cui Kang Sun-nam, ministro della Difesa del regime di Kim Jong-un, e diverse società e persone bielorusse che forniscono supporto all'esercito russo. In totale ad oggi sono colpite quasi 2000 tra persone ed entità.

La UE continua ad agire anche in altri campi; agli inizi di febbraio il Consiglio Europeo ha infatti disposto che gli interessi o guadagni che derivino dai miliardi di valuta e\o asset sequestrati alla Russia e\o agli oligarchi, vengano contabilizzati e tenuti separati e, soprattutto, non siano ceduti. Questa decisione apre la strada alla possibilità che il Consiglio decida di istituire un contributo finanziario che gravi su questi profitti, per sostenere l'Ucraina.

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È necessario che l'Ue istituisca un'agenzia centralizzata contro la violazione delle sanzioni

6 0
06.03.2024

(a cura dell'Avvocato Carlo Scarpa)

Quattro società registrate in Cina, altre sei del Kazakistan, India, Serbia, Thailandia, Sri Lanka e Turchia, operanti nel settore dei componenti elettronici sono state colpite dal 13° pacchetto di sanzioni UE emesso il 23.02.24. È la prima volta che la UE punisce le entità in questi paesi. Sanzionando tali società, a cui si aggiungono ulteriori diciassette entità russe, la UE mira a interrompere la catena di approvvigionamento per lo sviluppo e la produzione di droni militari.

Ma non basta. È necessario che l’UE istituisca un’agenzia centralizzata che vigili, e abbia legittimazione ad agire per reprimere la violazione delle sanzioni, come già un anno fa aveva chiesto l’Olanda. Forse sarà oggetto del 14° pacchetto. Un altro aspetto non azionato sino ad oggi è che la UE non ha ampliato le sanzioni ad altri settori economici, come il divieto delle importazioni di nickel, che avrebbe avuto un ulteriore impatto sull’economia russa. Interessante tuttavia appare la possibilità che la UE istituisca una imposta punitiva sui “frutti” dei fondi “congelati” per aiutare l’Ucraina e la sua ricostruzione.

La UE ha anche instaurato un sistema anonimo di denunce digitale, EU Sanctions Whistleblower Tool, per chi volesse aiutare l’identificazione di violazioni delle sanzioni. Si deve prendere atto che le sanzioni vengono eluse dai Russi, che trovano complicità, anche passiva, non solo di paesi terzi che collaborano alla loro violazione, ma di soggetti Europei. La Commissione UE all’inizio di febbraio 2024 ha scritto alle capitali europee chiedendo “un'azione immediata, concertata e decisa da parte di tutti” sul rispetto delle sanzioni. Infatti, per il principio di sussidiarietà, sono gli Stati che devono vigilare e reprimere le violazioni.........

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