Santhià terra di risaie. Borgosesia qui dove furono realizzate le Giubbe Rosse di Garibaldi. Egna con il suo profumo di Pinot Nero. Ortucchio, il paese che un tempo era un’isola, prima che il lago intorno si prosciugasse. Quattro borghi e tre regioni, che hanno in comune? Il carnevale.

Ci sono i carnevali grandiosi e blasonati, quelli che riempiono i borghi con carri ridondati che commentano e raccontano l'oggi attraverso allegorie non sempre intuitive. Poi ci sono questi quattro carnevali che narrano di maschere e tradizioni, di carri e borghi. Di umanità.

Il Piemonte è la terra del carnevale. Qui c'è quello storico e colossale, è il carnevale di Santhià. Riempie gli animi di bellezza, quella dei carri e delle maschere, ma riempie anche le pance di bontà come la fagiolata, dal 6 al 13 febbraio.

Non ci sono aggettivi che meglio caratterizzano l'evento. Storico perché ci sono documenti rinvenuti presso l’archivio comunale che attestano che già nei primi anni del Trecento a Santhià esisteva un’associazione giovanile laica l’”Abadia” che si occupava di organizzare balli e festeggiamenti in occasione del Carnevale. Colossali sono i numeri a dirlo: 2000 figuranti. Oltre 50 carri allegorici. 50 fuochisti. Migliaia di maschere, ma soprattutto 150 caldaie di rame issate sui trespoli per la Colossale Fagiuolata. 20.000 razioni distribuite. E se la fagiolata è il momento clou dal punto di vista gastronomico, quello che invece maggiormente caratterizza il folklore dell'evento sono due personaggi: Stevulin dla Plisera e Majutin dal Pampardù. Una coppia di giovani contadini, dice la leggenda, che giunsero in città in viaggio di nozze e ricevettero dal signorotto locale le chiavi della città per governare e amministrare Santhià per tre giorni. Quest’anno sarà il carnevale della riscossa, con nuovi carri e ospiti importanti come Francesca Bergesio, Miss Italia, Chiara Squaglia, inviata di Striscia la Notizia, e Gaetano Triggiano, illusionista di fama internazionale.

Sempre in Piemonte c'è il Carnevale di Borgosesia, “Il carnevale di tutti… E per tutti”. Un carnevale dedicato all'inclusione. Le sfilate, da sempre fiore all’occhiello della manifestazione grazie ai grandi e coreografici carri in cartapesta, alle mascherate a piedi e ai gruppi ospiti, sono sempre a ingresso gratuito. Vi sarà la storica “Busecca”: circa 6.000 razioni del caratteristico piatto a base di trippa. Altra iniziativa di successo è il “Magunella Bierfest”, un week end all’insegna dell’enogastronomia tipicamente bavarese, che giunge quest’anno alla diciottesima edizione. Immancabile la 171a edizione del Mercu Scûrot, la manifestazione più tradizionale e famosa del Carnevale di Borgosesia, con migliaia di partecipanti tutti rigorosamente in frac e cilindro, a “piangere” la fine del carnevale.

Paese che vai, tradizione che trovi. Siamo nella provincia di Bolzano, a Salorno, a soli 10 chilometri da Egna. Qui c'è un carnevale speciale, per la storia che ha e per le partecipazioni che porta con sé. Oltre al personaggio principe a renderlo speciale saranno i due carri di Egna: “Schneider fa Neimorkt” - I sarti di Egna e i “Etschurfer fa Neimorkt” - i zatterieri di Egna.

Il Carnevale di Salorno è caratterizzato dal Perkeo. Si chiama infatti “El Carneval del Perkeo”. Le origini di questa sfilata risalgono al XIX secolo, quando a Salorno venne organizzato un Carnevale che si ispirava a quello dell’Egetmann a Termeno. E chi sarebbe Perkeo? Si racconta che Clemens Pankert, oppure Giovanni Clementi detto Perkeo, nacque a Salorno nel 1702, e divenne giullare alla corte di Carlo III Filippo del Palatinato a Heidelberg. Il suo compito principale era quello di guardiano delle botti nelle cantine del Castello di Heidelberg. Il suo nome deriva dalla frase “Perché no?”, risposta che egli dava a chiunque gli offrisse un bicchiere di vino. Si narra che Perkeo morì dopo aver bevuto dell’acqua anziché del vino.

Il giullare Perkeo inaugura, nel periodo del carnevale, l’inizio del suo regno nel paese di Salorno con un grande corteo. 400 persone collaborano e partecipano alla realizzazione della sfilata, con la quale, il sabato di Carnevale, il pittoresco personaggio fa il suo ingresso in pompa magna a Salorno, mentre tre giorni dopo, il martedì grasso, restituisce di nuovo le chiavi al sindaco. E nel paese torna la quotidianità.

Il Carnevale in Abruzzo, nella Marsica è a Ortucchio. Tutti in piazza per il martedì grasso! Sfilano maschere di grandi e piccini e sfila in pompa magna il carro che caratterizza il carnevale del paese dedicato alle “False Realtà”. È la parrocchia ad averlo realizzato. Il suo significato molto attuale. L’allegoria del carro carnevalesco è legata a un messaggio preciso: nel grande circo della vita odierna, mancano responsabili e ruoli precisi; siamo coinvolti in un grande caos che ci rende “pagliacci”. Guarda intorno a te e ti renderai conto di essere capitato in un posto magico. Ortucchio è su un maniero costruito su uno sperone roccioso e progettato per vivere in simbiosi con le acque del lago: in Italia c’è solo un altro castello dotato di una darsena interna, quello Scaligero di Sirmione. E poi, che dire delle caratteristiche grotte che circondano il paese? La più importante è quella dei porci, dove tanti anni fa fu rinvenuto un teschio del neolitico. Luoghi incantevoli per allietare il tuo tempo libero dopo aver visto il carnevale! Non perdere una visita al Castello Piccolomini, ultimato nel 1448 e confinante proprio con il lago prosciugato: potrai raggiungere la parte più alta della struttura, e da lì ammirare tutta la piana del Fucino e il laghetto naturale, con il parco annesso.

Commenta con i lettori I commenti dei lettori

Suggerisci una correzione

Santhià terra di risaie. Borgosesia qui dove furono realizzate le Giubbe Rosse di Garibaldi. Egna con il suo profumo di Pinot Nero. Ortucchio, il paese che un tempo era un’isola, prima che il lago intorno si prosciugasse. Quattro borghi e tre regioni, che hanno in comune? Il carnevale.

Ci sono i carnevali grandiosi e blasonati, quelli che riempiono i borghi con carri ridondati che commentano e raccontano l'oggi attraverso allegorie non sempre intuitive. Poi ci sono questi quattro carnevali che narrano di maschere e tradizioni, di carri e borghi. Di umanità.

Il Piemonte è la terra del carnevale. Qui c'è quello storico e colossale, è il carnevale di Santhià. Riempie gli animi di bellezza, quella dei carri e delle maschere, ma riempie anche le pance di bontà come la fagiolata, dal 6 al 13 febbraio.

Non ci sono aggettivi che meglio caratterizzano l'evento. Storico perché ci sono documenti rinvenuti presso l’archivio comunale che attestano che già nei primi anni del Trecento a Santhià esisteva un’associazione giovanile laica l’”Abadia” che si occupava di organizzare balli e festeggiamenti in occasione del Carnevale. Colossali sono i numeri a dirlo: 2000 figuranti. Oltre 50 carri allegorici. 50 fuochisti. Migliaia di maschere, ma soprattutto 150 caldaie di rame issate sui trespoli per la Colossale Fagiuolata. 20.000 razioni distribuite. E se la fagiolata è il momento clou dal punto di vista gastronomico, quello che invece maggiormente caratterizza il folklore dell'evento sono due personaggi: Stevulin dla Plisera e Majutin dal Pampardù. Una coppia di giovani contadini, dice la leggenda, che giunsero in città in viaggio di nozze e ricevettero dal signorotto locale le chiavi della città per governare e amministrare Santhià per tre giorni. Quest’anno sarà il carnevale della riscossa, con nuovi carri e ospiti importanti come Francesca Bergesio, Miss Italia, Chiara Squaglia, inviata di Striscia la Notizia, e Gaetano Triggiano, illusionista di fama internazionale.

Sempre in Piemonte c'è il Carnevale di Borgosesia, “Il carnevale di tutti… E per tutti”. Un carnevale dedicato all'inclusione. Le sfilate, da sempre fiore all’occhiello della manifestazione grazie ai grandi e coreografici carri in cartapesta, alle mascherate a piedi e ai gruppi ospiti, sono sempre a ingresso gratuito. Vi sarà la storica “Busecca”: circa 6.000 razioni del caratteristico piatto a base di trippa. Altra iniziativa di successo è il “Magunella Bierfest”, un week end all’insegna dell’enogastronomia tipicamente bavarese, che giunge quest’anno alla diciottesima edizione. Immancabile la 171a edizione del Mercu Scûrot, la manifestazione più tradizionale e famosa del Carnevale di Borgosesia, con migliaia di partecipanti tutti rigorosamente in frac e cilindro, a “piangere” la fine del carnevale.

Paese che vai, tradizione che trovi. Siamo nella provincia di Bolzano, a Salorno, a soli 10 chilometri da Egna. Qui c'è un carnevale speciale, per la storia che ha e per le partecipazioni che porta con sé. Oltre al personaggio principe a renderlo speciale saranno i due carri di Egna: “Schneider fa Neimorkt” - I sarti di Egna e i “Etschurfer fa Neimorkt” - i zatterieri di Egna.

Il Carnevale di Salorno è caratterizzato dal Perkeo. Si chiama infatti “El Carneval del Perkeo”. Le origini di questa sfilata risalgono al XIX secolo, quando a Salorno venne organizzato un Carnevale che si ispirava a quello dell’Egetmann a Termeno. E chi sarebbe Perkeo? Si racconta che Clemens Pankert, oppure Giovanni Clementi detto Perkeo, nacque a Salorno nel 1702, e divenne giullare alla corte di Carlo III Filippo del Palatinato a Heidelberg. Il suo compito principale era quello di guardiano delle botti nelle cantine del Castello di Heidelberg. Il suo nome deriva dalla frase “Perché no?”, risposta che egli dava a chiunque gli offrisse un bicchiere di vino. Si narra che Perkeo morì dopo aver bevuto dell’acqua anziché del vino.

Il giullare Perkeo inaugura, nel periodo del carnevale, l’inizio del suo regno nel paese di Salorno con un grande corteo. 400 persone collaborano e partecipano alla realizzazione della sfilata, con la quale, il sabato di Carnevale, il pittoresco personaggio fa il suo ingresso in pompa magna a Salorno, mentre tre giorni dopo, il martedì grasso, restituisce di nuovo le chiavi al sindaco. E nel paese torna la quotidianità.

Il Carnevale in Abruzzo, nella Marsica è a Ortucchio. Tutti in piazza per il martedì grasso! Sfilano maschere di grandi e piccini e sfila in pompa magna il carro che caratterizza il carnevale del paese dedicato alle “False Realtà”. È la parrocchia ad averlo realizzato. Il suo significato molto attuale. L’allegoria del carro carnevalesco è legata a un messaggio preciso: nel grande circo della vita odierna, mancano responsabili e ruoli precisi; siamo coinvolti in un grande caos che ci rende “pagliacci”. Guarda intorno a te e ti renderai conto di essere capitato in un posto magico. Ortucchio è su un maniero costruito su uno sperone roccioso e progettato per vivere in simbiosi con le acque del lago: in Italia c’è solo un altro castello dotato di una darsena interna, quello Scaligero di Sirmione. E poi, che dire delle caratteristiche grotte che circondano il paese? La più importante è quella dei porci, dove tanti anni fa fu rinvenuto un teschio del neolitico. Luoghi incantevoli per allietare il tuo tempo libero dopo aver visto il carnevale! Non perdere una visita al Castello Piccolomini, ultimato nel 1448 e confinante proprio con il lago prosciugato: potrai raggiungere la parte più alta della struttura, e da lì ammirare tutta la piana del Fucino e il laghetto naturale, con il parco annesso.

QOSHE - Il carnevale nei borghi è una tradizione da non perdere - Patrizia Renzetti
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Il carnevale nei borghi è una tradizione da non perdere

6 0
07.02.2024

Santhià terra di risaie. Borgosesia qui dove furono realizzate le Giubbe Rosse di Garibaldi. Egna con il suo profumo di Pinot Nero. Ortucchio, il paese che un tempo era un’isola, prima che il lago intorno si prosciugasse. Quattro borghi e tre regioni, che hanno in comune? Il carnevale.

Ci sono i carnevali grandiosi e blasonati, quelli che riempiono i borghi con carri ridondati che commentano e raccontano l'oggi attraverso allegorie non sempre intuitive. Poi ci sono questi quattro carnevali che narrano di maschere e tradizioni, di carri e borghi. Di umanità.

Il Piemonte è la terra del carnevale. Qui c'è quello storico e colossale, è il carnevale di Santhià. Riempie gli animi di bellezza, quella dei carri e delle maschere, ma riempie anche le pance di bontà come la fagiolata, dal 6 al 13 febbraio.

Non ci sono aggettivi che meglio caratterizzano l'evento. Storico perché ci sono documenti rinvenuti presso l’archivio comunale che attestano che già nei primi anni del Trecento a Santhià esisteva un’associazione giovanile laica l’”Abadia” che si occupava di organizzare balli e festeggiamenti in occasione del Carnevale. Colossali sono i numeri a dirlo: 2000 figuranti. Oltre 50 carri allegorici. 50 fuochisti. Migliaia di maschere, ma soprattutto 150 caldaie di rame issate sui trespoli per la Colossale Fagiuolata. 20.000 razioni distribuite. E se la fagiolata è il momento clou dal punto di vista gastronomico, quello che invece maggiormente caratterizza il folklore dell'evento sono due personaggi: Stevulin dla Plisera e Majutin dal Pampardù. Una coppia di giovani contadini, dice la leggenda, che giunsero in città in viaggio di nozze e ricevettero dal signorotto locale le chiavi della città per governare e amministrare Santhià per tre giorni. Quest’anno sarà il carnevale della riscossa, con nuovi carri e ospiti importanti come Francesca Bergesio, Miss Italia, Chiara Squaglia, inviata di Striscia la Notizia, e Gaetano Triggiano, illusionista di fama internazionale.

Sempre in Piemonte c'è il Carnevale di Borgosesia, “Il carnevale di tutti… E per tutti”. Un carnevale dedicato all'inclusione. Le sfilate, da sempre fiore all’occhiello della manifestazione grazie ai grandi e coreografici carri in cartapesta, alle mascherate a piedi e ai gruppi ospiti, sono sempre a ingresso gratuito. Vi sarà la storica “Busecca”: circa 6.000 razioni del caratteristico piatto a base di trippa. Altra iniziativa di successo è il “Magunella Bierfest”, un week end all’insegna dell’enogastronomia tipicamente bavarese, che giunge quest’anno alla diciottesima edizione. Immancabile la 171a edizione del Mercu Scûrot, la manifestazione più tradizionale e famosa del Carnevale di Borgosesia, con migliaia di partecipanti tutti rigorosamente in frac e cilindro, a “piangere” la fine del carnevale.

Paese che vai, tradizione che........

© HuffPost


Get it on Google Play