Il conto dei disastri ambientali che negli ultimi 40 anni hanno colpito il nostro Paese vale 210 miliardi, quanto le risorse del Pnrr. Nello stesso periodo l’Italia ha subito un terzo dei danni arrecati complessivamente a tutti i paesi della UE. Solo nel 2022 ci sono costati quasi 1% di PIL, circa 17 miliardi, poco meno di una legge di bilancio.

Ben 1 Pmi su 4 sono minacciate, perché localizzate in comuni a rischio frane e alluvioni e presentano una probabilità di fallire del 4,8% più alta di quella delle altre imprese una volta che si sia verificato l’evento avverso. A certificarlo è l’ultimo Focus Censis Confcooperative dedicato ai danni da disastri naturali e climate change. Ed ecco perché la cura del territorio non è un costo, ma un investimento sul sistema paese.

L’agricoltura è il settore economico che risente di più le conseguenze dei cambiamenti climatici. L’andamento dell’economia agricola nel 2022 ha registrato un calo della produzione dell’1,5%, poco meno di 900 milioni di euro.

Buona parte del risultato negativo è da imputare alla diffusa siccità e alla carenza di precipitazioni, tanto che il 2022 è considerato l’anno più caldo di sempre. Quasi tutte le tipologie di coltivazioni hanno subito un duro contraccolpo: la produzione di legumi (-17,5%), l’olio di oliva (-14,6%), i cereali (-13,2%). In flessione anche ortaggi (-3,2%), piante industriali (-1,4%) e vino (-0,8%). Il comparto zootecnico ha subito una riduzione della produzione pari allo 0,6%.

Dal punto di vista territoriale, la flessione del volume di produzione ha avuto una maggiore incidenza nel Nord Ovest (-3,5%) e nel Sud (-3,0), mentre al Centro non si è registrata alcuna variazione. Se si guarda al valore aggiunto, la tendenza negativa appare particolarmente evidente nel nord Ovest con un -7,6%. Al Sud il valore aggiunto si riduce del 2,9%.

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Il conto dei disastri ambientali che negli ultimi 40 anni hanno colpito il nostro Paese vale 210 miliardi, quanto le risorse del Pnrr. Nello stesso periodo l’Italia ha subito un terzo dei danni arrecati complessivamente a tutti i paesi della UE. Solo nel 2022 ci sono costati quasi 1% di PIL, circa 17 miliardi, poco meno di una legge di bilancio.

Ben 1 Pmi su 4 sono minacciate, perché localizzate in comuni a rischio frane e alluvioni e presentano una probabilità di fallire del 4,8% più alta di quella delle altre imprese una volta che si sia verificato l’evento avverso. A certificarlo è l’ultimo Focus Censis Confcooperative dedicato ai danni da disastri naturali e climate change. Ed ecco perché la cura del territorio non è un costo, ma un investimento sul sistema paese.

L’agricoltura è il settore economico che risente di più le conseguenze dei cambiamenti climatici. L’andamento dell’economia agricola nel 2022 ha registrato un calo della produzione dell’1,5%, poco meno di 900 milioni di euro.

Buona parte del risultato negativo è da imputare alla diffusa siccità e alla carenza di precipitazioni, tanto che il 2022 è considerato l’anno più caldo di sempre. Quasi tutte le tipologie di coltivazioni hanno subito un duro contraccolpo: la produzione di legumi (-17,5%), l’olio di oliva (-14,6%), i cereali (-13,2%). In flessione anche ortaggi (-3,2%), piante industriali (-1,4%) e vino (-0,8%). Il comparto zootecnico ha subito una riduzione della produzione pari allo 0,6%.

Dal punto di vista territoriale, la flessione del volume di produzione ha avuto una maggiore incidenza nel Nord Ovest (-3,5%) e nel Sud (-3,0), mentre al Centro non si è registrata alcuna variazione. Se si guarda al valore aggiunto, la tendenza negativa appare particolarmente evidente nel nord Ovest con un -7,6%. Al Sud il valore aggiunto si riduce del 2,9%.

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Disastri naturali e climate change, un conto salato che cancella il Pnrr

11 0
20.02.2024

Il conto dei disastri ambientali che negli ultimi 40 anni hanno colpito il nostro Paese vale 210 miliardi, quanto le risorse del Pnrr. Nello stesso periodo l’Italia ha subito un terzo dei danni arrecati complessivamente a tutti i paesi della UE. Solo nel 2022 ci sono costati quasi 1% di PIL, circa 17 miliardi, poco meno di una legge di bilancio.

Ben 1 Pmi su 4 sono minacciate, perché localizzate in comuni a rischio frane e alluvioni e presentano una probabilità di fallire del 4,8% più alta di quella delle altre imprese una volta che si sia verificato l’evento avverso. A certificarlo è l’ultimo Focus Censis Confcooperative dedicato ai danni da disastri naturali e climate change. Ed ecco perché la cura del territorio non è un costo, ma un investimento sul sistema paese.

L’agricoltura è il settore economico che risente di più le conseguenze dei cambiamenti climatici. L’andamento dell’economia agricola nel 2022 ha registrato un calo della........

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