La più recente tragicommedia europea, meglio nota come Qatargate, continua! A un anno dalla liberazione di Niccolò Figà-Talamanca - l’unico dei primi quattro coinvolti a essere tornato libero senza condizioni - si viene a sapere che la procura federale belga non crede a una parola di quello che Pier Antonio Panzeri, l’indiziato principale, ha detto da quando all'indomani del suo arresto ha firmato un memorandum con il procuratore Michel Claise negoziando un trattamento da “pentito”.

Francesco Giorgi, uno dei co-imputati insieme a Panzeri e la sua compagna, ex-vicepresidente del Parlamento europeo, avendo capito come gira il mondo nel “cuore d’Europa” ha registrato una conversazione con l'ispettore capo della polizia di Bruxelles, Ceferino Alvarez-Rodriguez, del maggio scorso. Nella registrazione depositata agli atti dalla difesa di Giorgi, l'investigatore mette in dubbio l'attendibilità dell'ex eurodeputato Panzeri. Secondo Claise, Panzeri sarebbe stato a capo di un’organizzazione per delinquere dedita alla corruzione e al riciclaggio. Le registrazioni carpite da Giorgi darebbero a intendere che, malgrado la confessione, le istituzioni belghe non riterrebbero attendibili le parole di Panzeri, parole che, però, avrebbero portato all’arresto non solo dei tre ma anche di altri due eurodeputati socialdemocratici Marc Tarabella e Andrea Cozzolino escludendone una terza, Marie Arena, per caso madre del socio in affari di Claise stesso.

L'audio carpito in segreto sarà adesso "utilizzato nel quadro dell'esame della regolarità dell'istruzione, che si concluderà a maggio", ha detto Eric Van Duyse, portavoce della procura, "l'approccio dell'avvocato" di Giorgi "è già discutibile, non vogliamo entrare in questo gioco. Lasciamo che sia la Camera d'accusa (la Corte d'appello responsabile del riesame, ndr) a decidere", ha sottolineato all'Ansa Van Duyse.

L'audio era stato inviato per mail al procuratore federale, Raphael Malagnini (nel frattempo trasferito ad altro incarico), alla giudice istruttrice Aurélie Déjaiffe, e agli avvocati delle parti coinvolte in attesa della indagine sull’indagine lanciata l’estate scorsa e che dovrebbe concludersi a giugno prossimo. L'inchiesta riguarda il ruolo dei servizi segreti e dalla polizia, la presunta incompatibilità dell'ex giudice istruttore Michel Claise costretto a fare un passo indietro per sospetto conflitto d'interessi e, a questo punto, anche l'attendibilità di Panzeri sulle cui dichiarazioni si regge buona parte dell'ipotesi accusatoria.

Il poliziotto che ha condiviso lo scetticismo si è presentato da Giorgi senza preavviso a casa sua per restituirgli un telefono cellulare sequestrato - i telefoni e i computer, anche personali, dello staff di Non c'è pace senza giustizia, di cui Figà-Talamanca è segretario ancora non sono stati restituiti ai loro legittimi proprietari. "Non siamo stupidi" ha detto il poliziotto, "abbiamo detto ok, vogliamo giocare, giochiamo, abbiamo fatto la stessa cosa con Panzeri. Non pensare che, poiché dice delle cose e lo filmiamo, gli crediamo [...] Non crediamo a niente di quello che dice. Sappiamo benissimo che ci sta prendendo in giro. Ma esploderà tutto. Bisogna essere pazzi per avere fiducia nella giustizia oggi. Io (Ceferino Alvarez-Rodriguez) avrò fiducia nella giustizia il giorno in cui giudici e pm non saranno nominati politicamente". Nel memorandum di gennaio 2023 Panzeri si era impegnato a "rendere dichiarazioni sostanziali, rivelatrici, veritiere e complete". Se le dichiarazioni del pentito, secondo caso nella storia del Belgio dopo quelle dell’ideatore dello scandalo FootBelgate, dovessero risultare false, l'intera inchiesta potrebbe crollare e l’accordo di una multa e un anno di galera per Panzeri sarebbero nulli. Mancano ancora quattro mesi alla decisione finale sulla qualità delle indagini, chissà quante altre sorprese ci regalerà “il più grande attacco alla democrazia europea”.

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La più recente tragicommedia europea, meglio nota come Qatargate, continua! A un anno dalla liberazione di Niccolò Figà-Talamanca - l’unico dei primi quattro coinvolti a essere tornato libero senza condizioni - si viene a sapere che la procura federale belga non crede a una parola di quello che Pier Antonio Panzeri, l’indiziato principale, ha detto da quando all'indomani del suo arresto ha firmato un memorandum con il procuratore Michel Claise negoziando un trattamento da “pentito”.

Francesco Giorgi, uno dei co-imputati insieme a Panzeri e la sua compagna, ex-vicepresidente del Parlamento europeo, avendo capito come gira il mondo nel “cuore d’Europa” ha registrato una conversazione con l'ispettore capo della polizia di Bruxelles, Ceferino Alvarez-Rodriguez, del maggio scorso. Nella registrazione depositata agli atti dalla difesa di Giorgi, l'investigatore mette in dubbio l'attendibilità dell'ex eurodeputato Panzeri. Secondo Claise, Panzeri sarebbe stato a capo di un’organizzazione per delinquere dedita alla corruzione e al riciclaggio. Le registrazioni carpite da Giorgi darebbero a intendere che, malgrado la confessione, le istituzioni belghe non riterrebbero attendibili le parole di Panzeri, parole che, però, avrebbero portato all’arresto non solo dei tre ma anche di altri due eurodeputati socialdemocratici Marc Tarabella e Andrea Cozzolino escludendone una terza, Marie Arena, per caso madre del socio in affari di Claise stesso.

L'audio carpito in segreto sarà adesso "utilizzato nel quadro dell'esame della regolarità dell'istruzione, che si concluderà a maggio", ha detto Eric Van Duyse, portavoce della procura, "l'approccio dell'avvocato" di Giorgi "è già discutibile, non vogliamo entrare in questo gioco. Lasciamo che sia la Camera d'accusa (la Corte d'appello responsabile del riesame, ndr) a decidere", ha sottolineato all'Ansa Van Duyse.

L'audio era stato inviato per mail al procuratore federale, Raphael Malagnini (nel frattempo trasferito ad altro incarico), alla giudice istruttrice Aurélie Déjaiffe, e agli avvocati delle parti coinvolte in attesa della indagine sull’indagine lanciata l’estate scorsa e che dovrebbe concludersi a giugno prossimo. L'inchiesta riguarda il ruolo dei servizi segreti e dalla polizia, la presunta incompatibilità dell'ex giudice istruttore Michel Claise costretto a fare un passo indietro per sospetto conflitto d'interessi e, a questo punto, anche l'attendibilità di Panzeri sulle cui dichiarazioni si regge buona parte dell'ipotesi accusatoria.

Il poliziotto che ha condiviso lo scetticismo si è presentato da Giorgi senza preavviso a casa sua per restituirgli un telefono cellulare sequestrato - i telefoni e i computer, anche personali, dello staff di Non c'è pace senza giustizia, di cui Figà-Talamanca è segretario ancora non sono stati restituiti ai loro legittimi proprietari. "Non siamo stupidi" ha detto il poliziotto, "abbiamo detto ok, vogliamo giocare, giochiamo, abbiamo fatto la stessa cosa con Panzeri. Non pensare che, poiché dice delle cose e lo filmiamo, gli crediamo [...] Non crediamo a niente di quello che dice. Sappiamo benissimo che ci sta prendendo in giro. Ma esploderà tutto. Bisogna essere pazzi per avere fiducia nella giustizia oggi. Io (Ceferino Alvarez-Rodriguez) avrò fiducia nella giustizia il giorno in cui giudici e pm non saranno nominati politicamente". Nel memorandum di gennaio 2023 Panzeri si era impegnato a "rendere dichiarazioni sostanziali, rivelatrici, veritiere e complete". Se le dichiarazioni del pentito, secondo caso nella storia del Belgio dopo quelle dell’ideatore dello scandalo FootBelgate, dovessero risultare false, l'intera inchiesta potrebbe crollare e l’accordo di una multa e un anno di galera per Panzeri sarebbero nulli. Mancano ancora quattro mesi alla decisione finale sulla qualità delle indagini, chissà quante altre sorprese ci regalerà “il più grande attacco alla democrazia europea”.

QOSHE - Gli inquirenti non credono al "pentito" Panzeri, la tragicommedia Qatargate continua - Marco Perduca
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Gli inquirenti non credono al "pentito" Panzeri, la tragicommedia Qatargate continua

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05.02.2024

La più recente tragicommedia europea, meglio nota come Qatargate, continua! A un anno dalla liberazione di Niccolò Figà-Talamanca - l’unico dei primi quattro coinvolti a essere tornato libero senza condizioni - si viene a sapere che la procura federale belga non crede a una parola di quello che Pier Antonio Panzeri, l’indiziato principale, ha detto da quando all'indomani del suo arresto ha firmato un memorandum con il procuratore Michel Claise negoziando un trattamento da “pentito”.

Francesco Giorgi, uno dei co-imputati insieme a Panzeri e la sua compagna, ex-vicepresidente del Parlamento europeo, avendo capito come gira il mondo nel “cuore d’Europa” ha registrato una conversazione con l'ispettore capo della polizia di Bruxelles, Ceferino Alvarez-Rodriguez, del maggio scorso. Nella registrazione depositata agli atti dalla difesa di Giorgi, l'investigatore mette in dubbio l'attendibilità dell'ex eurodeputato Panzeri. Secondo Claise, Panzeri sarebbe stato a capo di un’organizzazione per delinquere dedita alla corruzione e al riciclaggio. Le registrazioni carpite da Giorgi darebbero a intendere che, malgrado la confessione, le istituzioni belghe non riterrebbero attendibili le parole di Panzeri, parole che, però, avrebbero portato all’arresto non solo dei tre ma anche di altri due eurodeputati socialdemocratici Marc Tarabella e Andrea Cozzolino escludendone una terza, Marie Arena, per caso madre del socio in affari di Claise stesso.

L'audio carpito in segreto sarà adesso "utilizzato nel quadro dell'esame della regolarità dell'istruzione, che si concluderà a maggio", ha detto Eric Van Duyse, portavoce della procura, "l'approccio dell'avvocato" di Giorgi "è già discutibile, non vogliamo entrare in questo gioco. Lasciamo che sia la Camera d'accusa (la Corte d'appello responsabile del riesame, ndr) a decidere", ha sottolineato all'Ansa Van Duyse.

L'audio era stato inviato per mail al procuratore federale, Raphael Malagnini (nel frattempo trasferito ad altro........

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