Ma finalmente. Era ora. Lo aspettavamo da tanto, e ora finalmente siamo proprio contente. Grazie, signor presidente del Senato Ignazio La Russa (seconda carica dello Stato, eh), grazie. Finalmente abbiamo quella che nei telefilm definiscono “la prova regina” (pure se, in era Meloni, sarebbe più opportuno definirla “la prova re”, non si sa mai): scaricate quel video, e non se ne parli più. Quello, l’ultima puntata di “Avanti popolo” in cui La Russa era ospite di Nunzia De Girolamo. Lo ha detto, lo ha detto chiaramente, ha fatto tutti i passaggi necessari, ha detto proprio tutto, e ora siamo più tranquille.

Ora, quando ci chiedono: “Ma come mai dite che c’è il patriarcato se abbiamo un premier donna, per la prima volta nella storia del Paese, ed è di destra? Lo vedete che non esiste, il patriarcato, è un relitto del passato, anzi un’invenzione delle femministe?”, e giù risate, possiamo dire, serene: “Guarda qui”. Un riassunto più perfetto ed esemplare non avremmo mai potuto farlo.
In sole poche battute il benemerito presidente La Russa ha chiarito cos’è esattamente il patriarcato come struttura mentale profonda, totale, fondativa d’un mondo (e ahinoi d’un partito e d’un governo). E lo ha fatto lodando – credendo di lodare – la sua leader di partito, la sua principale, la sua capa. Cominciando col dire che lei, Giorgia Meloni, è formidabile, certo, ed è tutto merito suo la strepitosa affermazione di Fratelli d’Italia, ma un merito, un meritino, ce l’ha pure lui, che diamine: “Il mio unico merito è stato di non essere, come a volte gli uomini fanno, presuntuosi, di pensare “sì è brava, ma è una ragazza”. Il mio unico merito: non ho frapposto ostacoli”.

Per La Russa un mondo normale è quello in cui un uomo ha in mano i giochi, un uomo decide, un uomo dispone, un uomo, se vuole, frappone ostacoli, perché una sarà anche brava “ma è una ragazza”, dai. E allora il merito dove scatta? A non aver fatto quello che sarebbe stato logico e “normale”, anzi ad aver puntato su di lei, facendola – ha detto testualmente La Russa – “prima inter pares”. Addirittura! “Prima fra pari”, una donna!

E grazie agli indubbi meriti di lei, continua ad ammettere quell’uomo coraggioso, e visto che lui non ha posto ostacoli, ecco che il successo è arrivato. Brava, anzi bravi (attenzione alle desinenze).
Ragazze, inchiniamoci alla grandezza di quest’uomo così capace di azioni rivoluzionarie. E commuoviamoci anche un poco, dai (in fondo è proprio del nostro sesso debole e sentimentale, no?).
Lui, non contento, rinforza la dose: “Giorgia Meloni non ha avuto bisogno di pigmalioni”. Voi direte: e com’è possibile? Ha fatto tutto da sola? Incredibile! Nessuna donna può farcela. Le professioniste, le professoresse, le rettrici, le magistrate, le primarie, le capofamiglia, le insegnanti, le scrittrici, le musiciste, le artiste, le astronaute, le manager, le sportive, le giornaliste, le politiche, le direttrici (di giornali, di orchestre, di aziende), le donne libere e autodeterminate, che lavorano, guadagnano, scelgono, decidono, comandano, nel magico mondo di La Russa hanno avuto tutte un pigmalione, si sa. Mica potevano farcela, da sole. O almeno senza un uomo lungimirante che “non frapponesse ostacoli” e la trattasse “alla pari”.

Lui insiste, ci rassicura: “Non è la classica donna che ha avuto bisogno di un uomo per emergere”.

Classica.

Cioè come tutte noi.

Accidenti.

Ecco perché l’hanno incoronata “uomo dell’anno”. Care sorelle, noi non saremo mai “uomo dell’anno” (per fortuna). Ed ecco perché la prima cosa che ha fatto, l’uomo dell’anno, è stata precisare: “chiamatemi il presidente” (e pensare che proprio dalla Presidenza del Consiglio era partita, tanti anni prima, la lotta contro il sessismo fin dalla lingua e dalla lingua delle istituzioni, col benemerito studio di Alma Sabatini: come sconfessare tutto, annullare un percorso virtuoso cominciato da molto tempo, con un solo comunicato stampa… e proprio dal luogo in cui pareva fosse crollato il famoso soffitto di cristallo). Ma bisogna capirla, il presidente Giorgia. Casomai la confondessero con una “classica donna” e si mettessero a cercare lui. Ignazio Pigmalione.

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Ma finalmente. Era ora. Lo aspettavamo da tanto, e ora finalmente siamo proprio contente. Grazie, signor presidente del Senato Ignazio La Russa (seconda carica dello Stato, eh), grazie. Finalmente abbiamo quella che nei telefilm definiscono “la prova regina” (pure se, in era Meloni, sarebbe più opportuno definirla “la prova re”, non si sa mai): scaricate quel video, e non se ne parli più. Quello, l’ultima puntata di “Avanti popolo” in cui La Russa era ospite di Nunzia De Girolamo. Lo ha detto, lo ha detto chiaramente, ha fatto tutti i passaggi necessari, ha detto proprio tutto, e ora siamo più tranquille.

Ora, quando ci chiedono: “Ma come mai dite che c’è il patriarcato se abbiamo un premier donna, per la prima volta nella storia del Paese, ed è di destra? Lo vedete che non esiste, il patriarcato, è un relitto del passato, anzi un’invenzione delle femministe?”, e giù risate, possiamo dire, serene: “Guarda qui”. Un riassunto più perfetto ed esemplare non avremmo mai potuto farlo.
In sole poche battute il benemerito presidente La Russa ha chiarito cos’è esattamente il patriarcato come struttura mentale profonda, totale, fondativa d’un mondo (e ahinoi d’un partito e d’un governo). E lo ha fatto lodando – credendo di lodare – la sua leader di partito, la sua principale, la sua capa. Cominciando col dire che lei, Giorgia Meloni, è formidabile, certo, ed è tutto merito suo la strepitosa affermazione di Fratelli d’Italia, ma un merito, un meritino, ce l’ha pure lui, che diamine: “Il mio unico merito è stato di non essere, come a volte gli uomini fanno, presuntuosi, di pensare “sì è brava, ma è una ragazza”. Il mio unico merito: non ho frapposto ostacoli”.

Per La Russa un mondo normale è quello in cui un uomo ha in mano i giochi, un uomo decide, un uomo dispone, un uomo, se vuole, frappone ostacoli, perché una sarà anche brava “ma è una ragazza”, dai. E allora il merito dove scatta? A non aver fatto quello che sarebbe stato logico e “normale”, anzi ad aver puntato su di lei, facendola – ha detto testualmente La Russa – “prima inter pares”. Addirittura! “Prima fra pari”, una donna!

E grazie agli indubbi meriti di lei, continua ad ammettere quell’uomo coraggioso, e visto che lui non ha posto ostacoli, ecco che il successo è arrivato. Brava, anzi bravi (attenzione alle desinenze).
Ragazze, inchiniamoci alla grandezza di quest’uomo così capace di azioni rivoluzionarie. E commuoviamoci anche un poco, dai (in fondo è proprio del nostro sesso debole e sentimentale, no?).
Lui, non contento, rinforza la dose: “Giorgia Meloni non ha avuto bisogno di pigmalioni”. Voi direte: e com’è possibile? Ha fatto tutto da sola? Incredibile! Nessuna donna può farcela. Le professioniste, le professoresse, le rettrici, le magistrate, le primarie, le capofamiglia, le insegnanti, le scrittrici, le musiciste, le artiste, le astronaute, le manager, le sportive, le giornaliste, le politiche, le direttrici (di giornali, di orchestre, di aziende), le donne libere e autodeterminate, che lavorano, guadagnano, scelgono, decidono, comandano, nel magico mondo di La Russa hanno avuto tutte un pigmalione, si sa. Mica potevano farcela, da sole. O almeno senza un uomo lungimirante che “non frapponesse ostacoli” e la trattasse “alla pari”.

Lui insiste, ci rassicura: “Non è la classica donna che ha avuto bisogno di un uomo per emergere”.

Classica.

Cioè come tutte noi.

Accidenti.

Ecco perché l’hanno incoronata “uomo dell’anno”. Care sorelle, noi non saremo mai “uomo dell’anno” (per fortuna). Ed ecco perché la prima cosa che ha fatto, l’uomo dell’anno, è stata precisare: “chiamatemi il presidente” (e pensare che proprio dalla Presidenza del Consiglio era partita, tanti anni prima, la lotta contro il sessismo fin dalla lingua e dalla lingua delle istituzioni, col benemerito studio di Alma Sabatini: come sconfessare tutto, annullare un percorso virtuoso cominciato da molto tempo, con un solo comunicato stampa… e proprio dal luogo in cui pareva fosse crollato il famoso soffitto di cristallo). Ma bisogna capirla, il presidente Giorgia. Casomai la confondessero con una “classica donna” e si mettessero a cercare lui. Ignazio Pigmalione.

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31.01.2024

Ma finalmente. Era ora. Lo aspettavamo da tanto, e ora finalmente siamo proprio contente. Grazie, signor presidente del Senato Ignazio La Russa (seconda carica dello Stato, eh), grazie. Finalmente abbiamo quella che nei telefilm definiscono “la prova regina” (pure se, in era Meloni, sarebbe più opportuno definirla “la prova re”, non si sa mai): scaricate quel video, e non se ne parli più. Quello, l’ultima puntata di “Avanti popolo” in cui La Russa era ospite di Nunzia De Girolamo. Lo ha detto, lo ha detto chiaramente, ha fatto tutti i passaggi necessari, ha detto proprio tutto, e ora siamo più tranquille.

Ora, quando ci chiedono: “Ma come mai dite che c’è il patriarcato se abbiamo un premier donna, per la prima volta nella storia del Paese, ed è di destra? Lo vedete che non esiste, il patriarcato, è un relitto del passato, anzi un’invenzione delle femministe?”, e giù risate, possiamo dire, serene: “Guarda qui”. Un riassunto più perfetto ed esemplare non avremmo mai potuto farlo.
In sole poche battute il benemerito presidente La Russa ha chiarito cos’è esattamente il patriarcato come struttura mentale profonda, totale, fondativa d’un mondo (e ahinoi d’un partito e d’un governo). E lo ha fatto lodando – credendo di lodare – la sua leader di partito, la sua principale, la sua capa. Cominciando col dire che lei, Giorgia Meloni, è formidabile, certo, ed è tutto merito suo la strepitosa affermazione di Fratelli d’Italia, ma un merito, un meritino, ce l’ha pure lui, che diamine: “Il mio unico merito è stato di non essere, come a volte gli uomini fanno, presuntuosi, di pensare “sì è brava, ma è una ragazza”. Il mio unico merito: non ho frapposto ostacoli”.

Per La Russa un mondo normale è quello in cui un uomo ha in mano i giochi, un uomo decide, un uomo dispone, un uomo, se vuole, frappone ostacoli, perché una sarà anche brava “ma è una ragazza”, dai. E allora il merito dove scatta? A non aver fatto quello che sarebbe stato logico e “normale”, anzi ad aver puntato su di lei, facendola – ha detto testualmente La Russa – “prima inter pares”. Addirittura! “Prima fra pari”, una donna!

E grazie agli........

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