Abbiamo saputo che Re Carlo ha un tumore. Per quanto ci dispiaccia non possiamo non prendere in considerazione che il giorno in cui il sovrano è venuto a conoscenza della preoccupante diagnosi, altre decine di migliaia di persone nel mondo hanno dovuto affrontare la stessa drammatica notizia. Solo in Italia più di 1.000 persone (395.000 solo nell’ultimo anno) ogni giorno vengono informate di avere un tumore. Una notizia che ha dei riflessi devastanti sulla loro vita, sulla loro sfera emotiva, sulle loro famiglie, sul loro lavoro e le aspettative verso il futuro.

In trent'anni, in tutto il mondo, il numero di nuovi casi di tumore in giovani e adulti sotto i 50 anni è aumentato del 79%.

Ma quali sono le cause e i meccanismi che stanno alla base di questo drammatico tsunami oncologico?

Se guardiamo tra le ricerche e le informazioni disponibili possiamo renderci conto che, tra le varie cause, esiste una solida relazione tra l’uso massiccio delle sostanze chimiche in agricoltura e l’aumento dei tumori. Ma non potrebbe essere altrimenti: i principi attivi della chimica dei pesticidi (chiamati ora per smorzare la preoccupazione “fitofarmaci” o “agrofarmaci”) hanno effetto non solo sulle specie bersaglio - come insetti e altri organismi raggiunti solo dal 5% della quantità di prodotto immesso nei campi (il resto si disperde nell’ambiente) - ma anche su tutti gli altri invertebrati, arrivando ad uccelli, anfibi, pesci, mammiferi, compresa la nostra specie. Questo perché, ci piaccia o no, anche noi siamo animali e anche noi siamo fatti di cellule, di enzimi, di proteine, di meccanismi biologici che possono essere colpiti in maniera diretta e cronica.

Eppure dell’impatto dei pesticidi sulla nostra salute – che genera, anche solo per avvelenamento, 385 milioni di casi ogni anno – troppo poco se ne parla, lasciando che un velo di ignavia e silenzio soffochi uno degli argomenti che più di altri dovrebbe interessare cittadini e politici. E non parliamo solo di correlazione pesticidi-tumori, ma anche di connessione pesticidi e disturbi cognitivi nell’infanzia (in drammatico aumento), malattie immunitarie, malattie endocrine e molto altro ancora.

Cosa vuol dire rinunciare ai pesticidi?

Vuol dire utilizzare fitofarmaci ecologici che non devastano la biodiversità, vuol dire utilizzare sistemi di difesa naturali, vuol dire puntare su pratiche agricole (ispirate ai principi dell’agroecologia) che anziché intervenire direttamente sulle “pesti” dei campi ne prevengono la diffusione, vuol dire probabilmente rinunciare ad un 10,4% della produzione degli gli ortaggi, un 7,9% della produzione dei cereali e un 11% delle colture oleaginose. Ma l’11% di riduzione nelle produzioni non vale i miliardi e miliardi che vengono spesi per la salute delle persone? Non vale la sofferenza inferta a chi si ammala? Forse sì… forse no. Forse no perché se andiamo a vedere nelle carte della finanza globale, chi guadagna nella produzione e distribuzione di pesticidi va a braccetto (spesso sono le stesse industrie) con chi produce farmaci per le cure necessarie ad affrontare i tumori e le altre malattie generate dall’uso insostenibile della chimica.

Detto tutto questo ecco che l’Europa, incapace di difendere veramente la salute dei propri cittadini, dopo aver prorogato per altri 10 anni il pesticida più diffuso e discusso (il glifosato), ieri ha ritirato la proposta legislativa che chiedeva la riduzione dei pesticidi del 50% entro il 2030. Un vero colpo alle spalle della transizione ecologica, della salute, del benessere, del futuro nostro e dei nostri figli che, in questo modo, rimangono stritolati dalla politica di un’Europa troppo pavida.

Segui i temi Commenta con i lettori I commenti dei lettori

Suggerisci una correzione

Abbiamo saputo che Re Carlo ha un tumore. Per quanto ci dispiaccia non possiamo non prendere in considerazione che il giorno in cui il sovrano è venuto a conoscenza della preoccupante diagnosi, altre decine di migliaia di persone nel mondo hanno dovuto affrontare la stessa drammatica notizia. Solo in Italia più di 1.000 persone (395.000 solo nell’ultimo anno) ogni giorno vengono informate di avere un tumore. Una notizia che ha dei riflessi devastanti sulla loro vita, sulla loro sfera emotiva, sulle loro famiglie, sul loro lavoro e le aspettative verso il futuro.

In trent'anni, in tutto il mondo, il numero di nuovi casi di tumore in giovani e adulti sotto i 50 anni è aumentato del 79%.

Ma quali sono le cause e i meccanismi che stanno alla base di questo drammatico tsunami oncologico?

Se guardiamo tra le ricerche e le informazioni disponibili possiamo renderci conto che, tra le varie cause, esiste una solida relazione tra l’uso massiccio delle sostanze chimiche in agricoltura e l’aumento dei tumori. Ma non potrebbe essere altrimenti: i principi attivi della chimica dei pesticidi (chiamati ora per smorzare la preoccupazione “fitofarmaci” o “agrofarmaci”) hanno effetto non solo sulle specie bersaglio - come insetti e altri organismi raggiunti solo dal 5% della quantità di prodotto immesso nei campi (il resto si disperde nell’ambiente) - ma anche su tutti gli altri invertebrati, arrivando ad uccelli, anfibi, pesci, mammiferi, compresa la nostra specie. Questo perché, ci piaccia o no, anche noi siamo animali e anche noi siamo fatti di cellule, di enzimi, di proteine, di meccanismi biologici che possono essere colpiti in maniera diretta e cronica.

Eppure dell’impatto dei pesticidi sulla nostra salute – che genera, anche solo per avvelenamento, 385 milioni di casi ogni anno – troppo poco se ne parla, lasciando che un velo di ignavia e silenzio soffochi uno degli argomenti che più di altri dovrebbe interessare cittadini e politici. E non parliamo solo di correlazione pesticidi-tumori, ma anche di connessione pesticidi e disturbi cognitivi nell’infanzia (in drammatico aumento), malattie immunitarie, malattie endocrine e molto altro ancora.

Cosa vuol dire rinunciare ai pesticidi?

Vuol dire utilizzare fitofarmaci ecologici che non devastano la biodiversità, vuol dire utilizzare sistemi di difesa naturali, vuol dire puntare su pratiche agricole (ispirate ai principi dell’agroecologia) che anziché intervenire direttamente sulle “pesti” dei campi ne prevengono la diffusione, vuol dire probabilmente rinunciare ad un 10,4% della produzione degli gli ortaggi, un 7,9% della produzione dei cereali e un 11% delle colture oleaginose. Ma l’11% di riduzione nelle produzioni non vale i miliardi e miliardi che vengono spesi per la salute delle persone? Non vale la sofferenza inferta a chi si ammala? Forse sì… forse no. Forse no perché se andiamo a vedere nelle carte della finanza globale, chi guadagna nella produzione e distribuzione di pesticidi va a braccetto (spesso sono le stesse industrie) con chi produce farmaci per le cure necessarie ad affrontare i tumori e le altre malattie generate dall’uso insostenibile della chimica.

Detto tutto questo ecco che l’Europa, incapace di difendere veramente la salute dei propri cittadini, dopo aver prorogato per altri 10 anni il pesticida più diffuso e discusso (il glifosato), ieri ha ritirato la proposta legislativa che chiedeva la riduzione dei pesticidi del 50% entro il 2030. Un vero colpo alle spalle della transizione ecologica, della salute, del benessere, del futuro nostro e dei nostri figli che, in questo modo, rimangono stritolati dalla politica di un’Europa troppo pavida.

QOSHE - Re Carlo, l’Europa e i pesticidi - Isabella Pratesi
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Re Carlo, l’Europa e i pesticidi

4 0
07.02.2024

Abbiamo saputo che Re Carlo ha un tumore. Per quanto ci dispiaccia non possiamo non prendere in considerazione che il giorno in cui il sovrano è venuto a conoscenza della preoccupante diagnosi, altre decine di migliaia di persone nel mondo hanno dovuto affrontare la stessa drammatica notizia. Solo in Italia più di 1.000 persone (395.000 solo nell’ultimo anno) ogni giorno vengono informate di avere un tumore. Una notizia che ha dei riflessi devastanti sulla loro vita, sulla loro sfera emotiva, sulle loro famiglie, sul loro lavoro e le aspettative verso il futuro.

In trent'anni, in tutto il mondo, il numero di nuovi casi di tumore in giovani e adulti sotto i 50 anni è aumentato del 79%.

Ma quali sono le cause e i meccanismi che stanno alla base di questo drammatico tsunami oncologico?

Se guardiamo tra le ricerche e le informazioni disponibili possiamo renderci conto che, tra le varie cause, esiste una solida relazione tra l’uso massiccio delle sostanze chimiche in agricoltura e l’aumento dei tumori. Ma non potrebbe essere altrimenti: i principi attivi della chimica dei pesticidi (chiamati ora per smorzare la preoccupazione “fitofarmaci” o “agrofarmaci”) hanno effetto non solo sulle specie bersaglio - come insetti e altri organismi raggiunti solo dal 5% della quantità di prodotto immesso nei campi (il resto si disperde nell’ambiente) - ma anche su tutti gli altri invertebrati, arrivando ad uccelli, anfibi, pesci, mammiferi, compresa la nostra specie. Questo perché, ci piaccia o no, anche noi siamo animali e anche noi siamo fatti di cellule, di enzimi, di proteine, di meccanismi biologici che possono essere colpiti in maniera diretta e cronica.

Eppure dell’impatto dei pesticidi sulla nostra salute – che genera, anche solo per avvelenamento, 385 milioni di casi ogni anno – troppo poco se ne parla, lasciando che un velo di ignavia e silenzio soffochi uno degli argomenti........

© HuffPost


Get it on Google Play