A volte l’informazione amica rischia di cadere nel ridicolo. Se non addirittura nel comico. È il caso degli organi di informazione che sostengono, con una fantasia illimitata e senza confini, che adesso “Schlein apre la fase 2 del Pd”. Una fase che coinciderebbe, secondo questa vulgata, con la conquista del Centro da parte del principale partito della sinistra italiana.

Ora, al di là della legittima e del tutto comprensibile ambizione della segretaria del Pd di allargare i magri consensi che oggi registra quel partito, è abbastanza evidente - nonchè oggettivo - che nella storia democratica del nostro paese un partito dichiaratamente e smaccatamente di sinistra non è mai stato l’ambiente più naturale e più congeniale per accogliere e ospitare le domande, le istanze e gli interessi dell’area moderata e centrista. E questo sia nella prima repubblica che è stata caratterizzata dalla presenza di un grande partito centrista, riformista e di governo come la Democrazia Cristiana e sia nella cosiddetta seconda repubblica dove il Centro non è mai stato di casa nei partiti espressione della sinistra. E men che meno, quindi, un partito espressione di una sinistra radicale, massimalista, estremista e libertaria come il Pd a guida Schlein può ergersi ad interprete esclusivo o parziale del mondo e dell’area centrista. Anzi, si potrebbe dire, senza alcuna polemica politica e personale, che se c’è un partito che oggi rappresenta quasi la perfetta alternativa rispetto a tutto ciò che è stato, e che è, il Centro nel nostro paese questo è l’attuale Pd a guida Schlein. Altro che la “fase 2” come viene dipinta e raccontata dalla stampa amica e compiacente. Anche perchè difficilmente in politica si possono recitare tutte le parti in commedia.

Certo, è una operazione, questa, che può essere declinata dal partito populista per eccellenza, cioè i 5 stelle. Un partito semplicemente intercambiabile perchè senza una cultura politica di rifermento e privo di qualsiasi disegno politico di media lunga scadenza può, in effetti, giocare qualsiasi partita. E quindi, e di conseguenza, alleato con la destra, o con la sinistra, o con i tecnocrati o con chiunque a prescindere da qualsiasi coerenza politica. Ma, questa, appunto, non è la regola ma solo l’eccezione di un sistema politico che prima o poi è destinata ad arrivare al capolinea. Appena la parabola populista, qualunquista, demagogica e anti politica passa di moda e viene archiviata dallo stesso elettorato.

Ecco perchè, al di là di ogni altra riflessione, tocca a chi sotto il profilo politico, culturale, valoriale ed ideale si è sempre riconosciuto in una “politica di centro” e in un progetto politico centrista interpretare oggi, e soprattutto farsi carico, di quella domanda politica e sociale. Chi, al contrario, è interprete di una sinistra radicale e massimalista non solo è quasi antropologicamente alternativo alle ragioni politiche di un Centro moderato, riformista, dinamico e di governo ma rischia, se persegue quel disegno, di snaturare anche la sua stessa vocazione di partito di sinistra. Ed è, forse, anche per questi motivi che lo sforzo continuo, pressante e al di là di ogni razionalità di alcuni media di supportare il proprio beniamino politico rischia di sortire l’effetto opposto. E di conseguenza, di creare solo confusione e caos.

Per questo è bene, nonchè consigliabile, che la sinistra faccia la sinistra e il centro faccia il centro. Dopodichè, in una coalizione di governo e in una alleanza ci si può, come ovvio e scontato, anche stringere accordi politici e programmatici ma nella reciproca differenza. E questo perchè, per tornare all’oggi, non è certamente il Pd di Schlein ad occupare quell’area politica e culturale. Per motivi talmente evidenti, palesi ed oggettivi che non è neanche più il caso di tornarci sopra. Neanche di fronte ai tentativi estremi, ed inutili, di chi pur di appoggiare un partito è disposto a scambiare lucciole per lanterne, come si suol dire.

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A volte l’informazione amica rischia di cadere nel ridicolo. Se non addirittura nel comico. È il caso degli organi di informazione che sostengono, con una fantasia illimitata e senza confini, che adesso “Schlein apre la fase 2 del Pd”. Una fase che coinciderebbe, secondo questa vulgata, con la conquista del Centro da parte del principale partito della sinistra italiana.

Ora, al di là della legittima e del tutto comprensibile ambizione della segretaria del Pd di allargare i magri consensi che oggi registra quel partito, è abbastanza evidente - nonchè oggettivo - che nella storia democratica del nostro paese un partito dichiaratamente e smaccatamente di sinistra non è mai stato l’ambiente più naturale e più congeniale per accogliere e ospitare le domande, le istanze e gli interessi dell’area moderata e centrista. E questo sia nella prima repubblica che è stata caratterizzata dalla presenza di un grande partito centrista, riformista e di governo come la Democrazia Cristiana e sia nella cosiddetta seconda repubblica dove il Centro non è mai stato di casa nei partiti espressione della sinistra. E men che meno, quindi, un partito espressione di una sinistra radicale, massimalista, estremista e libertaria come il Pd a guida Schlein può ergersi ad interprete esclusivo o parziale del mondo e dell’area centrista. Anzi, si potrebbe dire, senza alcuna polemica politica e personale, che se c’è un partito che oggi rappresenta quasi la perfetta alternativa rispetto a tutto ciò che è stato, e che è, il Centro nel nostro paese questo è l’attuale Pd a guida Schlein. Altro che la “fase 2” come viene dipinta e raccontata dalla stampa amica e compiacente. Anche perchè difficilmente in politica si possono recitare tutte le parti in commedia.

Certo, è una operazione, questa, che può essere declinata dal partito populista per eccellenza, cioè i 5 stelle. Un partito semplicemente intercambiabile perchè senza una cultura politica di rifermento e privo di qualsiasi disegno politico di media lunga scadenza può, in effetti, giocare qualsiasi partita. E quindi, e di conseguenza, alleato con la destra, o con la sinistra, o con i tecnocrati o con chiunque a prescindere da qualsiasi coerenza politica. Ma, questa, appunto, non è la regola ma solo l’eccezione di un sistema politico che prima o poi è destinata ad arrivare al capolinea. Appena la parabola populista, qualunquista, demagogica e anti politica passa di moda e viene archiviata dallo stesso elettorato.

Ecco perchè, al di là di ogni altra riflessione, tocca a chi sotto il profilo politico, culturale, valoriale ed ideale si è sempre riconosciuto in una “politica di centro” e in un progetto politico centrista interpretare oggi, e soprattutto farsi carico, di quella domanda politica e sociale. Chi, al contrario, è interprete di una sinistra radicale e massimalista non solo è quasi antropologicamente alternativo alle ragioni politiche di un Centro moderato, riformista, dinamico e di governo ma rischia, se persegue quel disegno, di snaturare anche la sua stessa vocazione di partito di sinistra. Ed è, forse, anche per questi motivi che lo sforzo continuo, pressante e al di là di ogni razionalità di alcuni media di supportare il proprio beniamino politico rischia di sortire l’effetto opposto. E di conseguenza, di creare solo confusione e caos.

Per questo è bene, nonchè consigliabile, che la sinistra faccia la sinistra e il centro faccia il centro. Dopodichè, in una coalizione di governo e in una alleanza ci si può, come ovvio e scontato, anche stringere accordi politici e programmatici ma nella reciproca differenza. E questo perchè, per tornare all’oggi, non è certamente il Pd di Schlein ad occupare quell’area politica e culturale. Per motivi talmente evidenti, palesi ed oggettivi che non è neanche più il caso di tornarci sopra. Neanche di fronte ai tentativi estremi, ed inutili, di chi pur di appoggiare un partito è disposto a scambiare lucciole per lanterne, come si suol dire.

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Schelin e il Centro? Semplicemente alternativi

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31.12.2023

A volte l’informazione amica rischia di cadere nel ridicolo. Se non addirittura nel comico. È il caso degli organi di informazione che sostengono, con una fantasia illimitata e senza confini, che adesso “Schlein apre la fase 2 del Pd”. Una fase che coinciderebbe, secondo questa vulgata, con la conquista del Centro da parte del principale partito della sinistra italiana.

Ora, al di là della legittima e del tutto comprensibile ambizione della segretaria del Pd di allargare i magri consensi che oggi registra quel partito, è abbastanza evidente - nonchè oggettivo - che nella storia democratica del nostro paese un partito dichiaratamente e smaccatamente di sinistra non è mai stato l’ambiente più naturale e più congeniale per accogliere e ospitare le domande, le istanze e gli interessi dell’area moderata e centrista. E questo sia nella prima repubblica che è stata caratterizzata dalla presenza di un grande partito centrista, riformista e di governo come la Democrazia Cristiana e sia nella cosiddetta seconda repubblica dove il Centro non è mai stato di casa nei partiti espressione della sinistra. E men che meno, quindi, un partito espressione di una sinistra radicale, massimalista, estremista e libertaria come il Pd a guida Schlein può ergersi ad interprete esclusivo o parziale del mondo e dell’area centrista. Anzi, si potrebbe dire, senza alcuna polemica politica e personale, che se c’è un partito che oggi rappresenta quasi la perfetta alternativa rispetto a tutto ciò che è stato, e che è, il Centro nel nostro paese questo è l’attuale Pd a guida Schlein. Altro che la “fase 2” come viene dipinta e raccontata dalla stampa amica e compiacente. Anche perchè difficilmente in politica si possono recitare tutte le parti in commedia.

Certo, è una operazione, questa, che può essere declinata dal partito populista per eccellenza, cioè i 5 stelle. Un partito semplicemente intercambiabile perchè senza una cultura politica di rifermento e privo di qualsiasi disegno politico di media lunga scadenza può, in........

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