L’alternativa alla destra sovranista e conservatrice, alla sinistra radicale e massimalista e al populismo anti politico e demagogico lo si ricostruisce prima o dopo le ormai prossime elezioni europee? Al riguardo, c’è una regola, persin troppo banale da ricordare, che si può sintetizzare con poche parole. Ovvero, una presenza centrista, riformista e plurale può esserci solo nella misura in cui le suddette forze si uniscono nella medesima lista e poi, com’è naturale, in un partito organizzato e democratico, con un progetto politico definito e una prospettiva politica altrettanto chiara e direttamente percepibile dai cittadini/elettori.

Questa era, e forse resta, la regola aurea che disciplina e nobilita un percorso politico chiaro e trasparente. Dopodichè, tutti sappiamo con altrettanta chiarezza in quale contesto politico si inserisce il capitolo della ricostruzione del Centro e di una ‘politica di centro’ nel nostro paese. Una presenza politica che non solo è sempre più necessaria ma anche indispensabile a fronte di un quadro politico sempre più deteriorato. Ma, anche su questo versante, non si può prescindere da un elemento che diventa quasi discriminante in vista degli equilibri politici che scaturiranno dal voto europeo. E cioè, questa presenza politica decolla prima o dopo le elezioni del rinnovo del Parlamento Europeo?

Certo, il tutto dovrebbe passare attraverso una lista elettorale che poi sfocia nella costruzione di un partito. Per carità, la politica contemporanea, e da tempo, convive purtroppo con gli accorgimenti, le furbizie e vari opportunismi. Ma c’è un aspetto, che non è un dettaglio irrilevante, con cui si deve fare necessariamente i conti. Ovvero, il giudizio concreto degli elettori. E, su questo versante, forse è bene essere chiari, e per l’ennesima volta, sin dall’inizio. Il Centro, e una credibile e conseguente ‘politica di centro’, non possono ridursi ad un banale cartello elettorale o, peggio ancora, ad una sommatoria grigia ed indistinta di sigle, movimenti, partiti e gruppi vari. Si tratta, al contrario, di un progetto politico che si rende sempre più necessario ed indispensabile dopo il ritorno o il consolidamento, piaccia o non piaccia è così, di un centro destra di governo, di una destra sovranista e conservatrice, di una sinistra radicale e massimalista e di un populismo anti politico, demagogico e qualunquista. E il ritorno di un progetto centrista, riformista, democratico e di governo non può essere sacrificato sull’altare delle pregiudiziali ad personam e dei veti su singoli esponenti politici. E questo perché un progetto politico centrista non può che essere realmente democratico e, soprattutto, inclusivo. Aperto, cioè, a tutte quelle culture politiche che respingono alla radice la deriva di un bipolarismo sempre più selvaggio e sempre più inadeguato per il rinnovamento e il buon funzionamento del sistema politico italiano. E anche perchè la logica degli “opposti estremismi” non può diventare la regola aurea della politica italiana ma, semmai, una parentesi da cui occorre liberarsi al più presto.

Per queste motivazioni, semplici ma oggettive, il percorso costituente per una nuova prospettiva di Centro deve partire, forse, da subito e non solo dopo il voto europeo. Certo, il responso delle urne sarà, al riguardo, fondamentale. Ma per evitare che il dopo si riduca, e per l’ennesima volta, a un grigio assemblaggio degli sconfitti e di chi non ha registrato un discreto successo elettorale, occorre attrezzarsi prima del voto.

Ecco perché è giunto il momento per assumere una iniziativa politica, certamente coraggiosa, che sappia riaffermare con forza le ragioni della politica, della progettualità politica e dell’interesse generale a scapito dei soli personalismi.

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L’alternativa alla destra sovranista e conservatrice, alla sinistra radicale e massimalista e al populismo anti politico e demagogico lo si ricostruisce prima o dopo le ormai prossime elezioni europee? Al riguardo, c’è una regola, persin troppo banale da ricordare, che si può sintetizzare con poche parole. Ovvero, una presenza centrista, riformista e plurale può esserci solo nella misura in cui le suddette forze si uniscono nella medesima lista e poi, com’è naturale, in un partito organizzato e democratico, con un progetto politico definito e una prospettiva politica altrettanto chiara e direttamente percepibile dai cittadini/elettori.

Questa era, e forse resta, la regola aurea che disciplina e nobilita un percorso politico chiaro e trasparente. Dopodichè, tutti sappiamo con altrettanta chiarezza in quale contesto politico si inserisce il capitolo della ricostruzione del Centro e di una ‘politica di centro’ nel nostro paese. Una presenza politica che non solo è sempre più necessaria ma anche indispensabile a fronte di un quadro politico sempre più deteriorato. Ma, anche su questo versante, non si può prescindere da un elemento che diventa quasi discriminante in vista degli equilibri politici che scaturiranno dal voto europeo. E cioè, questa presenza politica decolla prima o dopo le elezioni del rinnovo del Parlamento Europeo?

Certo, il tutto dovrebbe passare attraverso una lista elettorale che poi sfocia nella costruzione di un partito. Per carità, la politica contemporanea, e da tempo, convive purtroppo con gli accorgimenti, le furbizie e vari opportunismi. Ma c’è un aspetto, che non è un dettaglio irrilevante, con cui si deve fare necessariamente i conti. Ovvero, il giudizio concreto degli elettori. E, su questo versante, forse è bene essere chiari, e per l’ennesima volta, sin dall’inizio. Il Centro, e una credibile e conseguente ‘politica di centro’, non possono ridursi ad un banale cartello elettorale o, peggio ancora, ad una sommatoria grigia ed indistinta di sigle, movimenti, partiti e gruppi vari. Si tratta, al contrario, di un progetto politico che si rende sempre più necessario ed indispensabile dopo il ritorno o il consolidamento, piaccia o non piaccia è così, di un centro destra di governo, di una destra sovranista e conservatrice, di una sinistra radicale e massimalista e di un populismo anti politico, demagogico e qualunquista. E il ritorno di un progetto centrista, riformista, democratico e di governo non può essere sacrificato sull’altare delle pregiudiziali ad personam e dei veti su singoli esponenti politici. E questo perché un progetto politico centrista non può che essere realmente democratico e, soprattutto, inclusivo. Aperto, cioè, a tutte quelle culture politiche che respingono alla radice la deriva di un bipolarismo sempre più selvaggio e sempre più inadeguato per il rinnovamento e il buon funzionamento del sistema politico italiano. E anche perchè la logica degli “opposti estremismi” non può diventare la regola aurea della politica italiana ma, semmai, una parentesi da cui occorre liberarsi al più presto.

Per queste motivazioni, semplici ma oggettive, il percorso costituente per una nuova prospettiva di Centro deve partire, forse, da subito e non solo dopo il voto europeo. Certo, il responso delle urne sarà, al riguardo, fondamentale. Ma per evitare che il dopo si riduca, e per l’ennesima volta, a un grigio assemblaggio degli sconfitti e di chi non ha registrato un discreto successo elettorale, occorre attrezzarsi prima del voto.

Ecco perché è giunto il momento per assumere una iniziativa politica, certamente coraggiosa, che sappia riaffermare con forza le ragioni della politica, della progettualità politica e dell’interesse generale a scapito dei soli personalismi.

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Fare presto per un'alternativa alla destra sovranista e alla sinistra massimalista

10 4
06.02.2024

L’alternativa alla destra sovranista e conservatrice, alla sinistra radicale e massimalista e al populismo anti politico e demagogico lo si ricostruisce prima o dopo le ormai prossime elezioni europee? Al riguardo, c’è una regola, persin troppo banale da ricordare, che si può sintetizzare con poche parole. Ovvero, una presenza centrista, riformista e plurale può esserci solo nella misura in cui le suddette forze si uniscono nella medesima lista e poi, com’è naturale, in un partito organizzato e democratico, con un progetto politico definito e una prospettiva politica altrettanto chiara e direttamente percepibile dai cittadini/elettori.

Questa era, e forse resta, la regola aurea che disciplina e nobilita un percorso politico chiaro e trasparente. Dopodichè, tutti sappiamo con altrettanta chiarezza in quale contesto politico si inserisce il capitolo della ricostruzione del Centro e di una ‘politica di centro’ nel nostro paese. Una presenza politica che non solo è sempre più necessaria ma anche indispensabile a fronte di un quadro politico sempre più deteriorato. Ma, anche su questo versante, non si può prescindere da un elemento che diventa quasi discriminante in vista degli equilibri politici che scaturiranno dal voto europeo. E cioè, questa presenza politica decolla prima o dopo le elezioni del rinnovo del Parlamento Europeo?

Certo, il tutto dovrebbe passare attraverso una lista elettorale che poi sfocia nella costruzione di un partito. Per carità, la politica contemporanea, e da tempo, convive purtroppo con gli accorgimenti, le furbizie e vari opportunismi. Ma c’è un aspetto, che non è un dettaglio irrilevante, con cui si deve fare necessariamente i conti. Ovvero, il giudizio concreto degli elettori. E, su questo versante, forse è bene essere chiari, e per l’ennesima volta, sin dall’inizio. Il Centro, e una credibile e conseguente ‘politica di centro’, non possono........

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