(a cura di Luigi Valenzano, dermatologo)

Secondo la maggioranza degli studiosi, in origine la Medicina consisteva essenzialmente in rituali e tecniche empiricamente impiegati dagli uomini per risolvere i bisogni e guarire le sofferenze di soggetti colpiti da traumi o malattie.

La Dermatologia è una delle branche più antiche della Medicina e nasce dall’interesse per ciò che del nostro corpo è più visibile e, come tale, resta nel corso di molti secoli (Medicina esternistica). Nonostante ciò, è una delle ultime ad essere stata riconosciuta nel XVIII-XIX secolo come Specializzazione vera e propria.

Per molti secoli la Medicina e la Dermatologia sono state per certi versi sovrapponibili e coincidenti, ovvero strettamente connesse l’una all’altra (da cui il termine Medicina-Dermatologia per sottolineare la comune identità), per poi essere distinte in percorsi autonomi nelle diverse Specializzazioni.

Le escrescenze o proliferazioni cutanee (cheratosi, tumori o cancri cutanei), in quanto ben visibili e moleste, hanno certamente sempre attirato l’attenzione dell’uomo fin dai tempi più remoti e sono state oggetto di tentativi terapeutici da parte di guaritori o sciamani (Medicina primitiva popolare, miscuglio di empirismo, magia e religione).

Per quanto riguarda il tumore, che è una proliferazione cellulare anomala limitata al punto di origine o metastatica e il cancro che è un tumore in grado di fare metastasi, dobbiamo dire che la loro origine ufficiale risale al 1600 a.C. con i Papiri di Smith e di Ebers, in cui compaiono le prime descrizioni di escresce cutanee e relative incisioni, medicamenti e magie, e addirittura già si adombra una primordiale trattazione chirurgica.

Nel 400 a.C. il grande Ippocrate di Coo (460-377 a.C.), padre della Medicina, parla già di καρκίνωμα (dal grego καρκινος = granchio con le sue chele). Nel 129-200 a.C. Galeno di Pergamo definisce sarcoma i tumori carnosi, oggi detti dei tessuti molli. Dal III secolo al XV secolo d.C. si ritiene per lo più che il tumore sia dovuto ad un eccesso di bile nera, secondo i principi della celebre Teoria degli Umori. Solo nel XVI-XVIII secolo, con la scoperta del microscopio, si studiano finalmente il sangue, le cellule e il sistema linfatico, individuando le principali cause ambientali del cancro: tabacco da fiuto per il carcinoma del naso e la fuliggine per il carcinoma dello scroto, tipico degli spazzacamini.

Grazie a queste scoperte, da quel momento nasce l’Oncologia medica, fondamentale branca della Medicina ancora oggi in progressiva e costante evoluzione.

Attualmente le patologie oncologiche e pre-oncologiche cutanee sono in forte crescita, sia dal punto vista quantitativo che qualitativo. In molte nazioni infatti si registra la loro presenza addirittura al primo posto fra tutte le patologie tumorali maligne. Una tale constatazione, segnalata anche da alcune strutture sanitarie italiane, preoccupa molto la popolazione e gli addetti ai lavori.

Per cui ci sembra opportuno in questa sede approfondire, sia pure a grandi linee, questo importante capitolo della Dermatologia e in particolare riferire lo stretto legame evolutivo tra alcune cheratosi e il fenomeno oncologico.

Prima di entrare nel vivo dell’argomento, bisogna precisare che l’epidermide, lo strato più esterno del nostro rivestimento cutaneo in contatto diretto con il mondo circostante, è formata da varie stratificazioni dal basso verso l’alto: basale, spinoso, granuloso, lucido e corneo, che corrispondono alle tappe del ciclo vitale delle cellule epiteliali o cheratinociti.

La parte più esterna, cioè lo strato corneo, è formata dalla sovrapposizione di parecchie lamine cellulari o squame cornee, che formano la cheratinizzazione protettiva della cute. Le cellule che costituiscono le lamine sono dure e prive di nucleo e si rinnovano mediante desquamazione ed eliminazione continua, per lasciare il posto alla formazione di nuove cellule (un vero e proprio turnover di cellule neoformate senza fine).

Per meglio comprendere gli aspetti patologici di queste strutture, dobbiamo precisare che le cheratosi sono anomalie cutanee riconducibili ad un’alterazione dei processi di cheratinizzazione, che consistono essenzialmente in un anormale ispessimento dello strato corneo, sia quantitativo (ipercheratosi) che qualitativo (discheratosi e paracheratosi).

In particolare, quando si verifica un’eccessiva crescita dello strato più superficiale della pelle, si realizzano le ipercheratosi, genericamente definite come un ispessimento dell’epidermide causato da un aumento quantitativo dei cheratinociti.

Tale ispessimento può rappresentare una risposta adattativa dell’epidermide, che diventa così più resistente a stimoli fisici protratti nel tempo, costituendo vere e proprie difese di protezione della superficie cutanea e, come tali, sono per lo più benigne e favorevoli. Fra le più comuni ci sono calli, verruche, eczemi, psoriasi, lichen planus, cheratosi pilari, follicolari, seborroiche etc.

Molto frequente nella pratica dermatologica, ma sicuramente non grave nella sua evoluzione clinica, è proprio la cheratosi seborroica, sinteticamente e brillantemente descritta da Thomas B. Fitzpatrick (1919-2003) come «la più comune fra le proliferazioni epiteliali benigne». È un’affezione ereditaria, progressiva dopo i trenta anni, variabile da piccole papule o placche verrucose «appiccicate» (anche dette verruche seborroiche) e spesso confluenti.
Allorquando compare su cute etnica, si realizza la cosiddetta Dermatite Papulosi nigra, descritta nel 1925 dal nostro Aldo Catellani (1874-1971).

Quando invece le ipercheratosi sono la conseguenza diretta di patologie locali o generali, quali infezioni, dismetabolismi, intenso invecchiamento cutaneo, esposizione prolungata a radiazioni solari o artificiali etc., possono essere definite semplicemente cheratosi. Per quanto riguarda il loro aspetto, le cheratosi possono presentarsi come chiazze rilevate rispetto alla cute circostante, spesso di colore bruno o grigiastro e di forma irregolare; ma possono anche assumere un aspetto verrucoso, con margini rossastri e superficie desquamata. Tali alterazioni possono presentarsi isolate e circoscritte, oppure multiple e diffuse.

Le cheratosi sono anche considerate lesioni elementari primitive, distinguibili in diverse tipologie a seconda del loro meccanismo di formazione:

Storicamente si tratta di precancerosi epiteliali acquisite, scoperte per la prima volta nel 1896 dal grande William Dubreuilh (1857-1935). Le precancerosi iniziano il processo di progressione in neoplasia invasiva: dalla cheratosi pre-epiteliomatosa al carcinoma in situ, o Malattia di Bowen, fino al carcinoma squamo cellulare invasivo.

Fra tutte le forme di cheratosi, la più attuale e di maggior interesse per il Medico-Dermatologo per la sua frequenza, gravità e difficoltà diagnostico-terapeutiche, è certamente quella solare o attinica. La stragrande maggioranza degli studiosi infatti la considera una neoplasia intraepiteliale dei cheratinociti, tipica di soggetti particolarmente esposti alla luce solare protratta o all’uso ripetuto di lettini solari in età avanzata (60-80 anni e oltre). Prevalentemente colpiti sono soggetti caucasici di sesso maschile appartenenti al fototipo I e II (sec. Fitzpatrick) ed ancor più se immunodepressi o già precedente colpiti da carcinoma cutaneo epiteliale o da cheratosi attinica.

Una volta instaurata, la cheratosi attinica diventa una patologia cutanea cronica, consistente in alterazioni cutanee macroscopiche e microscopiche in regioni fotoesposte (capo, collo, viso, tronco ed estremità superiori), che possono evolvere in carcinoma squamo o spino cellulare invasivo. Si tratta essenzialmente di placche eritematose desquamanti per lo più multiple, più raramente uniche e circoscritte, di solito silenti, ma talvolta pruriginose, brucianti o dolorose.

In conclusione, molte cheratosi possono assumere aspetti clinici che simulano un carcinoma spinocellulare o addirittura diventarlo come avviene per l’attinica.

Perciò le cheratosi debbono essere sempre osservate e seguite con grande attenzione dal Clinico pratico, onde evitare pericolosi fraintendimenti e attuare soluzioni terapeutiche appropriate ed efficaci.

Le risposte alle domande sono generali e indicative. Per avere un parere dettagliato consigliamo sempre di sentire il proprio medico di famiglia che conosce il quadro clinico generale del paziente.

Chiediamo a chi scrive di specificare nell'oggetto della email lo specialista a cui desidera rivolgersi ma, soprattutto, di avere un po' di pazienza. La risposta non sarà immediata perché le domande che arrivano ai nostri esperti sono tantissime e non è possibile rispondere a tutte in tempo reale. La redazione si occuperà di dare la priorità alle domande la cui risposta possa essere di interesse generale per tutti gli utenti.

Segui i temi Commenta con i lettori I commenti dei lettori

Suggerisci una correzione

(a cura di Luigi Valenzano, dermatologo)

Secondo la maggioranza degli studiosi, in origine la Medicina consisteva essenzialmente in rituali e tecniche empiricamente impiegati dagli uomini per risolvere i bisogni e guarire le sofferenze di soggetti colpiti da traumi o malattie.

La Dermatologia è una delle branche più antiche della Medicina e nasce dall’interesse per ciò che del nostro corpo è più visibile e, come tale, resta nel corso di molti secoli (Medicina esternistica). Nonostante ciò, è una delle ultime ad essere stata riconosciuta nel XVIII-XIX secolo come Specializzazione vera e propria.

Per molti secoli la Medicina e la Dermatologia sono state per certi versi sovrapponibili e coincidenti, ovvero strettamente connesse l’una all’altra (da cui il termine Medicina-Dermatologia per sottolineare la comune identità), per poi essere distinte in percorsi autonomi nelle diverse Specializzazioni.

Le escrescenze o proliferazioni cutanee (cheratosi, tumori o cancri cutanei), in quanto ben visibili e moleste, hanno certamente sempre attirato l’attenzione dell’uomo fin dai tempi più remoti e sono state oggetto di tentativi terapeutici da parte di guaritori o sciamani (Medicina primitiva popolare, miscuglio di empirismo, magia e religione).

Per quanto riguarda il tumore, che è una proliferazione cellulare anomala limitata al punto di origine o metastatica e il cancro che è un tumore in grado di fare metastasi, dobbiamo dire che la loro origine ufficiale risale al 1600 a.C. con i Papiri di Smith e di Ebers, in cui compaiono le prime descrizioni di escresce cutanee e relative incisioni, medicamenti e magie, e addirittura già si adombra una primordiale trattazione chirurgica.

Nel 400 a.C. il grande Ippocrate di Coo (460-377 a.C.), padre della Medicina, parla già di καρκίνωμα (dal grego καρκινος = granchio con le sue chele). Nel 129-200 a.C. Galeno di Pergamo definisce sarcoma i tumori carnosi, oggi detti dei tessuti molli. Dal III secolo al XV secolo d.C. si ritiene per lo più che il tumore sia dovuto ad un eccesso di bile nera, secondo i principi della celebre Teoria degli Umori. Solo nel XVI-XVIII secolo, con la scoperta del microscopio, si studiano finalmente il sangue, le cellule e il sistema linfatico, individuando le principali cause ambientali del cancro: tabacco da fiuto per il carcinoma del naso e la fuliggine per il carcinoma dello scroto, tipico degli spazzacamini.

Grazie a queste scoperte, da quel momento nasce l’Oncologia medica, fondamentale branca della Medicina ancora oggi in progressiva e costante evoluzione.

Attualmente le patologie oncologiche e pre-oncologiche cutanee sono in forte crescita, sia dal punto vista quantitativo che qualitativo. In molte nazioni infatti si registra la loro presenza addirittura al primo posto fra tutte le patologie tumorali maligne. Una tale constatazione, segnalata anche da alcune strutture sanitarie italiane, preoccupa molto la popolazione e gli addetti ai lavori.

Per cui ci sembra opportuno in questa sede approfondire, sia pure a grandi linee, questo importante capitolo della Dermatologia e in particolare riferire lo stretto legame evolutivo tra alcune cheratosi e il fenomeno oncologico.

Prima di entrare nel vivo dell’argomento, bisogna precisare che l’epidermide, lo strato più esterno del nostro rivestimento cutaneo in contatto diretto con il mondo circostante, è formata da varie stratificazioni dal basso verso l’alto: basale, spinoso, granuloso, lucido e corneo, che corrispondono alle tappe del ciclo vitale delle cellule epiteliali o cheratinociti.

La parte più esterna, cioè lo strato corneo, è formata dalla sovrapposizione di parecchie lamine cellulari o squame cornee, che formano la cheratinizzazione protettiva della cute. Le cellule che costituiscono le lamine sono dure e prive di nucleo e si rinnovano mediante desquamazione ed eliminazione continua, per lasciare il posto alla formazione di nuove cellule (un vero e proprio turnover di cellule neoformate senza fine).

Per meglio comprendere gli aspetti patologici di queste strutture, dobbiamo precisare che le cheratosi sono anomalie cutanee riconducibili ad un’alterazione dei processi di cheratinizzazione, che consistono essenzialmente in un anormale ispessimento dello strato corneo, sia quantitativo (ipercheratosi) che qualitativo (discheratosi e paracheratosi).

In particolare, quando si verifica un’eccessiva crescita dello strato più superficiale della pelle, si realizzano le ipercheratosi, genericamente definite come un ispessimento dell’epidermide causato da un aumento quantitativo dei cheratinociti.

Tale ispessimento può rappresentare una risposta adattativa dell’epidermide, che diventa così più resistente a stimoli fisici protratti nel tempo, costituendo vere e proprie difese di protezione della superficie cutanea e, come tali, sono per lo più benigne e favorevoli. Fra le più comuni ci sono calli, verruche, eczemi, psoriasi, lichen planus, cheratosi pilari, follicolari, seborroiche etc.

Molto frequente nella pratica dermatologica, ma sicuramente non grave nella sua evoluzione clinica, è proprio la cheratosi seborroica, sinteticamente e brillantemente descritta da Thomas B. Fitzpatrick (1919-2003) come «la più comune fra le proliferazioni epiteliali benigne». È un’affezione ereditaria, progressiva dopo i trenta anni, variabile da piccole papule o placche verrucose «appiccicate» (anche dette verruche seborroiche) e spesso confluenti.
Allorquando compare su cute etnica, si realizza la cosiddetta Dermatite Papulosi nigra, descritta nel 1925 dal nostro Aldo Catellani (1874-1971).

Quando invece le ipercheratosi sono la conseguenza diretta di patologie locali o generali, quali infezioni, dismetabolismi, intenso invecchiamento cutaneo, esposizione prolungata a radiazioni solari o artificiali etc., possono essere definite semplicemente cheratosi. Per quanto riguarda il loro aspetto, le cheratosi possono presentarsi come chiazze rilevate rispetto alla cute circostante, spesso di colore bruno o grigiastro e di forma irregolare; ma possono anche assumere un aspetto verrucoso, con margini rossastri e superficie desquamata. Tali alterazioni possono presentarsi isolate e circoscritte, oppure multiple e diffuse.

Le cheratosi sono anche considerate lesioni elementari primitive, distinguibili in diverse tipologie a seconda del loro meccanismo di formazione:

Storicamente si tratta di precancerosi epiteliali acquisite, scoperte per la prima volta nel 1896 dal grande William Dubreuilh (1857-1935). Le precancerosi iniziano il processo di progressione in neoplasia invasiva: dalla cheratosi pre-epiteliomatosa al carcinoma in situ, o Malattia di Bowen, fino al carcinoma squamo cellulare invasivo.

Fra tutte le forme di cheratosi, la più attuale e di maggior interesse per il Medico-Dermatologo per la sua frequenza, gravità e difficoltà diagnostico-terapeutiche, è certamente quella solare o attinica. La stragrande maggioranza degli studiosi infatti la considera una neoplasia intraepiteliale dei cheratinociti, tipica di soggetti particolarmente esposti alla luce solare protratta o all’uso ripetuto di lettini solari in età avanzata (60-80 anni e oltre). Prevalentemente colpiti sono soggetti caucasici di sesso maschile appartenenti al fototipo I e II (sec. Fitzpatrick) ed ancor più se immunodepressi o già precedente colpiti da carcinoma cutaneo epiteliale o da cheratosi attinica.

Una volta instaurata, la cheratosi attinica diventa una patologia cutanea cronica, consistente in alterazioni cutanee macroscopiche e microscopiche in regioni fotoesposte (capo, collo, viso, tronco ed estremità superiori), che possono evolvere in carcinoma squamo o spino cellulare invasivo. Si tratta essenzialmente di placche eritematose desquamanti per lo più multiple, più raramente uniche e circoscritte, di solito silenti, ma talvolta pruriginose, brucianti o dolorose.

In conclusione, molte cheratosi possono assumere aspetti clinici che simulano un carcinoma spinocellulare o addirittura diventarlo come avviene per l’attinica.

Perciò le cheratosi debbono essere sempre osservate e seguite con grande attenzione dal Clinico pratico, onde evitare pericolosi fraintendimenti e attuare soluzioni terapeutiche appropriate ed efficaci.

Le risposte alle domande sono generali e indicative. Per avere un parere dettagliato consigliamo sempre di sentire il proprio medico di famiglia che conosce il quadro clinico generale del paziente.

Chiediamo a chi scrive di specificare nell'oggetto della email lo specialista a cui desidera rivolgersi ma, soprattutto, di avere un po' di pazienza. La risposta non sarà immediata perché le domande che arrivano ai nostri esperti sono tantissime e non è possibile rispondere a tutte in tempo reale. La redazione si occuperà di dare la priorità alle domande la cui risposta possa essere di interesse generale per tutti gli utenti.

QOSHE - Cheratosi e tumori della pelle nella storia della dermatologia - Dottor Post
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Cheratosi e tumori della pelle nella storia della dermatologia

5 0
10.01.2024

(a cura di Luigi Valenzano, dermatologo)

Secondo la maggioranza degli studiosi, in origine la Medicina consisteva essenzialmente in rituali e tecniche empiricamente impiegati dagli uomini per risolvere i bisogni e guarire le sofferenze di soggetti colpiti da traumi o malattie.

La Dermatologia è una delle branche più antiche della Medicina e nasce dall’interesse per ciò che del nostro corpo è più visibile e, come tale, resta nel corso di molti secoli (Medicina esternistica). Nonostante ciò, è una delle ultime ad essere stata riconosciuta nel XVIII-XIX secolo come Specializzazione vera e propria.

Per molti secoli la Medicina e la Dermatologia sono state per certi versi sovrapponibili e coincidenti, ovvero strettamente connesse l’una all’altra (da cui il termine Medicina-Dermatologia per sottolineare la comune identità), per poi essere distinte in percorsi autonomi nelle diverse Specializzazioni.

Le escrescenze o proliferazioni cutanee (cheratosi, tumori o cancri cutanei), in quanto ben visibili e moleste, hanno certamente sempre attirato l’attenzione dell’uomo fin dai tempi più remoti e sono state oggetto di tentativi terapeutici da parte di guaritori o sciamani (Medicina primitiva popolare, miscuglio di empirismo, magia e religione).

Per quanto riguarda il tumore, che è una proliferazione cellulare anomala limitata al punto di origine o metastatica e il cancro che è un tumore in grado di fare metastasi, dobbiamo dire che la loro origine ufficiale risale al 1600 a.C. con i Papiri di Smith e di Ebers, in cui compaiono le prime descrizioni di escresce cutanee e relative incisioni, medicamenti e magie, e addirittura già si adombra una primordiale trattazione chirurgica.

Nel 400 a.C. il grande Ippocrate di Coo (460-377 a.C.), padre della Medicina, parla già di καρκίνωμα (dal grego καρκινος = granchio con le sue chele). Nel 129-200 a.C. Galeno di Pergamo definisce sarcoma i tumori carnosi, oggi detti dei tessuti molli. Dal III secolo al XV secolo d.C. si ritiene per lo più che il tumore sia dovuto ad un eccesso di bile nera, secondo i principi della celebre Teoria degli Umori. Solo nel XVI-XVIII secolo, con la scoperta del microscopio, si studiano finalmente il sangue, le cellule e il sistema linfatico, individuando le principali cause ambientali del cancro: tabacco da fiuto per il carcinoma del naso e la fuliggine per il carcinoma dello scroto, tipico degli spazzacamini.

Grazie a queste scoperte, da quel momento nasce l’Oncologia medica, fondamentale branca della Medicina ancora oggi in progressiva e costante evoluzione.

Attualmente le patologie oncologiche e pre-oncologiche cutanee sono in forte crescita, sia dal punto vista quantitativo che qualitativo. In molte nazioni infatti si registra la loro presenza addirittura al primo posto fra tutte le patologie tumorali maligne. Una tale constatazione, segnalata anche da alcune strutture sanitarie italiane, preoccupa molto la popolazione e gli addetti ai lavori.

Per cui ci sembra opportuno in questa sede approfondire, sia pure a grandi linee, questo importante capitolo della Dermatologia e in particolare riferire lo stretto legame evolutivo tra alcune cheratosi e il fenomeno oncologico.

Prima di entrare nel vivo dell’argomento, bisogna precisare che l’epidermide, lo strato più esterno del nostro rivestimento cutaneo in contatto diretto con il mondo circostante, è formata da varie stratificazioni dal basso verso l’alto: basale, spinoso, granuloso, lucido e corneo, che corrispondono alle tappe del ciclo vitale delle cellule epiteliali o cheratinociti.

La parte più esterna, cioè lo strato corneo, è formata dalla sovrapposizione di parecchie lamine cellulari o squame cornee, che formano la cheratinizzazione protettiva della cute. Le cellule che costituiscono le lamine sono dure e prive di nucleo e si rinnovano mediante desquamazione ed eliminazione continua, per lasciare il posto alla formazione di nuove cellule (un vero e proprio turnover di cellule neoformate senza fine).

Per meglio comprendere gli aspetti patologici di queste strutture, dobbiamo precisare che le cheratosi sono anomalie cutanee riconducibili ad un’alterazione dei processi di cheratinizzazione, che consistono essenzialmente in un anormale ispessimento dello strato corneo, sia quantitativo (ipercheratosi) che qualitativo (discheratosi e paracheratosi).

In particolare, quando si verifica un’eccessiva crescita dello strato più superficiale della pelle, si realizzano le ipercheratosi, genericamente definite come un ispessimento dell’epidermide causato da un........

© HuffPost


Get it on Google Play