(Questo post è stato scritto insieme a Stela Gazheli – Area Lavoro Unione Italiana Commercialisti)

La recente pubblicazione dell’VIII rapporto sulle libere professioni di Confprofessioni ha evidenziato un settore in evoluzione nel quale cala il numero dei laureati che intraprendono questa strada, si riduce il numero degli iscritti agli ordini professionali, aumenta la componente femminile e quella dei datori di lavoro professionisti. Nel 2022 poco più di 53 mila liberi professionisti hanno cessato l’attività, dopo oltre 10 anni di crescita continua e nel 2022 si attestano a 1.349.000 unità, segnando una flessione del 3,7% rispetto al 2021. Il settore professionale si muove in controtendenza rispetto alle dinamiche occupazionali della forza lavoro in Italia. Tra il 2018 e il 2022, infatti, il numero di occupati è cresciuto dello 0,6% ma è stato assorbito quasi esclusivamente dal lavoro dipendente, che aumenta di oltre 765 mila unità, a scapito di quello indipendente che nello stesso periodo perde 291 mila posti di lavoro. La flessione degli iscritti agli ordini professionali deriva soprattutto dalla perdita di attrattività da parte dei giovani. Nonostante, infatti, l’aumento del numero di laureati, tra il 2018 e il 2022 quelli che hanno scelto la libera professione è passato da 20.795 a 18.644, registrando un calo del 10,3%. Aumenta il numero dei datori di lavoro professionisti che durante la pandemia erano stati i più penalizzati. Nel 2022 si inverte la tendenza, con il recupero di quasi 11 mila professionisti datori di lavoro e con le donne a trascinare la crescita.

Si riduce di circa 63 mila unità il numero di professionisti senza dipendenti. Commercialisti e consulenti del lavoro hanno resistito meglio ai cali del comparto professionale evidenziati nel rapporto. Il reddito medio e il fatturato dei professionisti dell’area economica sono in crescita. Il temuto impatto dell’intelligenza artificiale sulle attività di contabilità e payroll non è stato, al momento, significativo. Come avevamo auspicato in un precedente intervento su questo blog, i nuovi potenti applicativi destinati a rivoluzionare molte attività ripetitive, non avranno conseguenze immediate particolarmente invasive nella misura in cui saranno gli stessi professionisti a governarne le potenzialità.

Sarà questa la sfida che nel 2024 commercialisti e consulenti del lavoro sono chiamati ad affrontare nei loro ambiti professionali. Da un lato, infatti, i software gestionali utilizzati per la contabilità e il payroll stanno subendo un processo di rapido adeguamento per implementare funzionalità avanzate che garantiranno ulteriori risparmi di tempo. D’altro canto si potrà ridisegnare l’offerta dei servizi professionali, puntando su quelli a maggior valore aggiunto.

Vi sarà una crescita delle attività professionali nei settori dell’internazionalizzazione, della gestione della crisi d’impresa, del nuovo contenzioso tributario e della prima applicazione della recente riforma fiscale. I consulenti del lavoro potranno puntare sui servizi di HR management per offrire alle aziende soluzioni di maggiore efficienza organizzativa e di compliance preventiva attraverso l’asseverazione dei contratti di lavoro. Pnrr e RepowerEu potranno contribuire allo sviluppo delle libere professioni agevolando la transizione digitale e promuovendo la sostenibilità e lo sviluppo della dimensione imprenditoriale degli studi professionali.

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(Questo post è stato scritto insieme a Stela Gazheli – Area Lavoro Unione Italiana Commercialisti)

La recente pubblicazione dell’VIII rapporto sulle libere professioni di Confprofessioni ha evidenziato un settore in evoluzione nel quale cala il numero dei laureati che intraprendono questa strada, si riduce il numero degli iscritti agli ordini professionali, aumenta la componente femminile e quella dei datori di lavoro professionisti. Nel 2022 poco più di 53 mila liberi professionisti hanno cessato l’attività, dopo oltre 10 anni di crescita continua e nel 2022 si attestano a 1.349.000 unità, segnando una flessione del 3,7% rispetto al 2021. Il settore professionale si muove in controtendenza rispetto alle dinamiche occupazionali della forza lavoro in Italia. Tra il 2018 e il 2022, infatti, il numero di occupati è cresciuto dello 0,6% ma è stato assorbito quasi esclusivamente dal lavoro dipendente, che aumenta di oltre 765 mila unità, a scapito di quello indipendente che nello stesso periodo perde 291 mila posti di lavoro. La flessione degli iscritti agli ordini professionali deriva soprattutto dalla perdita di attrattività da parte dei giovani. Nonostante, infatti, l’aumento del numero di laureati, tra il 2018 e il 2022 quelli che hanno scelto la libera professione è passato da 20.795 a 18.644, registrando un calo del 10,3%. Aumenta il numero dei datori di lavoro professionisti che durante la pandemia erano stati i più penalizzati. Nel 2022 si inverte la tendenza, con il recupero di quasi 11 mila professionisti datori di lavoro e con le donne a trascinare la crescita.

Si riduce di circa 63 mila unità il numero di professionisti senza dipendenti. Commercialisti e consulenti del lavoro hanno resistito meglio ai cali del comparto professionale evidenziati nel rapporto. Il reddito medio e il fatturato dei professionisti dell’area economica sono in crescita. Il temuto impatto dell’intelligenza artificiale sulle attività di contabilità e payroll non è stato, al momento, significativo. Come avevamo auspicato in un precedente intervento su questo blog, i nuovi potenti applicativi destinati a rivoluzionare molte attività ripetitive, non avranno conseguenze immediate particolarmente invasive nella misura in cui saranno gli stessi professionisti a governarne le potenzialità.

Sarà questa la sfida che nel 2024 commercialisti e consulenti del lavoro sono chiamati ad affrontare nei loro ambiti professionali. Da un lato, infatti, i software gestionali utilizzati per la contabilità e il payroll stanno subendo un processo di rapido adeguamento per implementare funzionalità avanzate che garantiranno ulteriori risparmi di tempo. D’altro canto si potrà ridisegnare l’offerta dei servizi professionali, puntando su quelli a maggior valore aggiunto.

Vi sarà una crescita delle attività professionali nei settori dell’internazionalizzazione, della gestione della crisi d’impresa, del nuovo contenzioso tributario e della prima applicazione della recente riforma fiscale. I consulenti del lavoro potranno puntare sui servizi di HR management per offrire alle aziende soluzioni di maggiore efficienza organizzativa e di compliance preventiva attraverso l’asseverazione dei contratti di lavoro. Pnrr e RepowerEu potranno contribuire allo sviluppo delle libere professioni agevolando la transizione digitale e promuovendo la sostenibilità e lo sviluppo della dimensione imprenditoriale degli studi professionali.

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Le sfide del 2024 di commercialisti e consulenti del lavoro

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18.12.2023

(Questo post è stato scritto insieme a Stela Gazheli – Area Lavoro Unione Italiana Commercialisti)

La recente pubblicazione dell’VIII rapporto sulle libere professioni di Confprofessioni ha evidenziato un settore in evoluzione nel quale cala il numero dei laureati che intraprendono questa strada, si riduce il numero degli iscritti agli ordini professionali, aumenta la componente femminile e quella dei datori di lavoro professionisti. Nel 2022 poco più di 53 mila liberi professionisti hanno cessato l’attività, dopo oltre 10 anni di crescita continua e nel 2022 si attestano a 1.349.000 unità, segnando una flessione del 3,7% rispetto al 2021. Il settore professionale si muove in controtendenza rispetto alle dinamiche occupazionali della forza lavoro in Italia. Tra il 2018 e il 2022, infatti, il numero di occupati è cresciuto dello 0,6% ma è stato assorbito quasi esclusivamente dal lavoro dipendente, che aumenta di oltre 765 mila unità, a scapito di quello indipendente che nello stesso periodo perde 291 mila posti di lavoro. La flessione degli iscritti agli ordini professionali deriva soprattutto dalla perdita di attrattività da parte dei giovani. Nonostante, infatti, l’aumento del numero di laureati, tra il 2018 e il 2022 quelli che hanno scelto la libera professione è passato da 20.795 a 18.644, registrando un calo del 10,3%. Aumenta il numero dei datori di lavoro professionisti che durante la pandemia erano stati i più penalizzati. Nel 2022 si inverte la tendenza, con il recupero di quasi 11 mila professionisti datori di lavoro e con le donne a trascinare la crescita.

Si riduce di circa 63 mila unità il numero di professionisti senza dipendenti. Commercialisti e consulenti del lavoro hanno resistito meglio ai cali........

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