Già da qualche giorno iniziano a arrivare, per mail, Whatsapp, SMS o addirittura al telefono, messaggi di auguri per un Buon Natale e un sereno e felice anno nuovo… Certo, la speranza di giorni più tranquilli e felici (un anno mi sembra addirittura esagerato) è veramente sempre più vaga. Persino io, uscendo dal bar dove ogni mattina mi fermo per un caffè, mi sono lasciato scappare un “Buon Natale” rivolto alla barista, una signora di una settantina d’anni leggermente e piacevolmente appesantita. Lei mi ha guardato con aria compassionevole e mi ha risposto a bassa voce: “Ma quale Natale, dottò!?”. Per tutta la mattinata la risposta sincera e spassionata di quella donna che ha vissuto, suo malgrado, gli anni tra i più travagliati dopo i due conflitti bellici mondiali, mi è girata per la testa senza riuscire a abbandonarmi…

Ma quale Natale, se continuano a essere maltrattate e uccise donne che hanno l’unica colpa di rifiutare un uomo violento, ossessivo, che le maltratta quotidianamente e non da loro sicurezza e amore incondizionato come naturalmente dovremmo tutti meritare!?

Ma quale Natale, se Saman è stata uccisa e sotterrata dai genitori perché si era rifiutata di sposare un parente scelto da loro, che lei neppure conosceva!? Quale Natale, se c’è un mondo dove è lecito spegnere l’infanzia o l’adolescenza rendendo lecito il matrimonio tra uomini e bambine?

Ma quale Natale, se dopo due anni ancora non termina la guerra in Ucraina, una guerra stupida che, come tutte le guerre, serve solo a consumare armi e bombe e far gioire soltanto le multinazionali del terrore? Quale Natale se Cristo, nato in Palestina, ancora non ha una sua nazione, un posto per il suo popolo, e quale Natale se il senso dell’ebraismo deve essere ancora confuso e conteso tra la pace e il terrore, tra la vita e la morte?

Quale Natale, se di riscaldamento del pianeta se ne parla da almeno quarant’anni e ancora nessuno ha fatto realmente nulla di utile? Ma quale Natale, se su nove miliardi di persone ci sono nel mondo circa tre miliardi e mezzo di poveri? Quando si parla di povertà, la soglia a cui ci si riferisce è di circa 7 dollari al giorno, eppure i poveri, nel mondo occidentale, sono anche quelli che non riescono a pagare affitto e bollette, o che non possono assicurare un’istruzione e un futuro ai propri figli, per cui la percentuale tende a salire vertiginosamente.

Ma quale Natale, se nell’unico mondo a nostra disposizione ci sono circa 30.000 testate nucleari, e ne basterebbero appena poche decine a distruggerlo completamente?

Nel nostro pianeta ci sono circa nove miliardi di individui e circa trenta miliardi di topi… eppure nessun topo, al contrario di noi, costruirebbe una trappola per topi… Comunque, e che sia di buon auspicio e speranza, Buon Natale a tutti!

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Già da qualche giorno iniziano a arrivare, per mail, Whatsapp, SMS o addirittura al telefono, messaggi di auguri per un Buon Natale e un sereno e felice anno nuovo… Certo, la speranza di giorni più tranquilli e felici (un anno mi sembra addirittura esagerato) è veramente sempre più vaga. Persino io, uscendo dal bar dove ogni mattina mi fermo per un caffè, mi sono lasciato scappare un “Buon Natale” rivolto alla barista, una signora di una settantina d’anni leggermente e piacevolmente appesantita. Lei mi ha guardato con aria compassionevole e mi ha risposto a bassa voce: “Ma quale Natale, dottò!?”. Per tutta la mattinata la risposta sincera e spassionata di quella donna che ha vissuto, suo malgrado, gli anni tra i più travagliati dopo i due conflitti bellici mondiali, mi è girata per la testa senza riuscire a abbandonarmi…

Ma quale Natale, se continuano a essere maltrattate e uccise donne che hanno l’unica colpa di rifiutare un uomo violento, ossessivo, che le maltratta quotidianamente e non da loro sicurezza e amore incondizionato come naturalmente dovremmo tutti meritare!?

Ma quale Natale, se Saman è stata uccisa e sotterrata dai genitori perché si era rifiutata di sposare un parente scelto da loro, che lei neppure conosceva!? Quale Natale, se c’è un mondo dove è lecito spegnere l’infanzia o l’adolescenza rendendo lecito il matrimonio tra uomini e bambine?

Ma quale Natale, se dopo due anni ancora non termina la guerra in Ucraina, una guerra stupida che, come tutte le guerre, serve solo a consumare armi e bombe e far gioire soltanto le multinazionali del terrore? Quale Natale se Cristo, nato in Palestina, ancora non ha una sua nazione, un posto per il suo popolo, e quale Natale se il senso dell’ebraismo deve essere ancora confuso e conteso tra la pace e il terrore, tra la vita e la morte?

Quale Natale, se di riscaldamento del pianeta se ne parla da almeno quarant’anni e ancora nessuno ha fatto realmente nulla di utile? Ma quale Natale, se su nove miliardi di persone ci sono nel mondo circa tre miliardi e mezzo di poveri? Quando si parla di povertà, la soglia a cui ci si riferisce è di circa 7 dollari al giorno, eppure i poveri, nel mondo occidentale, sono anche quelli che non riescono a pagare affitto e bollette, o che non possono assicurare un’istruzione e un futuro ai propri figli, per cui la percentuale tende a salire vertiginosamente.

Ma quale Natale, se nell’unico mondo a nostra disposizione ci sono circa 30.000 testate nucleari, e ne basterebbero appena poche decine a distruggerlo completamente?

Nel nostro pianeta ci sono circa nove miliardi di individui e circa trenta miliardi di topi… eppure nessun topo, al contrario di noi, costruirebbe una trappola per topi… Comunque, e che sia di buon auspicio e speranza, Buon Natale a tutti!

QOSHE - Ma quale Natale - Carlo Molinari
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Ma quale Natale

3 0
20.12.2023

Già da qualche giorno iniziano a arrivare, per mail, Whatsapp, SMS o addirittura al telefono, messaggi di auguri per un Buon Natale e un sereno e felice anno nuovo… Certo, la speranza di giorni più tranquilli e felici (un anno mi sembra addirittura esagerato) è veramente sempre più vaga. Persino io, uscendo dal bar dove ogni mattina mi fermo per un caffè, mi sono lasciato scappare un “Buon Natale” rivolto alla barista, una signora di una settantina d’anni leggermente e piacevolmente appesantita. Lei mi ha guardato con aria compassionevole e mi ha risposto a bassa voce: “Ma quale Natale, dottò!?”. Per tutta la mattinata la risposta sincera e spassionata di quella donna che ha vissuto, suo malgrado, gli anni tra i più travagliati dopo i due conflitti bellici mondiali, mi è girata per la testa senza riuscire a abbandonarmi…

Ma quale Natale, se continuano a essere maltrattate e uccise donne che hanno l’unica colpa di rifiutare un uomo violento, ossessivo, che le maltratta quotidianamente e non da loro sicurezza e amore incondizionato come naturalmente dovremmo tutti meritare!?

Ma quale Natale, se Saman è stata uccisa e sotterrata dai genitori perché si era rifiutata di sposare un parente scelto da loro, che lei neppure conosceva!? Quale Natale, se c’è un mondo dove è lecito spegnere l’infanzia o l’adolescenza rendendo lecito il matrimonio tra uomini e bambine?

Ma quale Natale, se dopo due........

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