A un primo passaggio parlamentare l’amnistia per i delitti politici che era alla base dell’accordo fra i socialisti e gli indipendentisti catalani più gli autonomisti di altre regioni la maggioranza che sostiene il governo di Pedro Sanchez ha dovuto registrare la prima significativa sconfitta. Il partito del centro-destra catalano guidato dal suo leader dall’esilio di Bruxelles, dopo aver condiviso il testo “dall’inizio alla fine”, si è rimangiato il sostegno e lo ha sgambettato in aula al primo voto; ora torna in Commissione Giustizia può rimanerci due settimane o un mese per essere emendato ma la frittata politica é stata fatta.

La destra oltranzista di Carles Puigdemont teme che sia proprio il presidente deposto a essere l’unica personalità politica coinvolta nei moti del 2017 a non essere contemplata in questo testo di legge. Se i delitti di “sedizione e malversazione” rientrerebbero nel condono tombale del governo spagnolo, non lo sarebbero quelli di “terrorismo” e “alto tradimento” nei confronti dello Stato, reati che i giudici (orientati politicamente a destra) avrebbero elevato nei confronti di Puigdemont, ritenuto il responsabile dei tumulti occorsi all’aeroporto di Barcellona quando lo scalo fu paralizzato da una fiumana di indipendentisti in quello che essi definivano uno “tsunami democratico”.

Di più: il giudice che sta indagando sui presunti rapporti fra il presidente della Generalitat e ambienti vicini alla presidenza russa, nei mesi che precedettero il referendum dell’ottobre del 2017, ha chiesto una proroga delle proprie indagini per verificarne la veridicità. Si tratterebbe di una serie di incontri fra Puigdemont e degli emissari di Vladimir Putin che tuttavia non hanno sortito alcun effetto pratico visto che tutta l’operazione, seppur illegale, che ha contrassegnato le giornate referendarie, si è svolta nella più totale attitudine pacifica degli indipendentisti che al contrario furono aggrediti ai seggi dalla polizia spagnola inviata dall’allora primo ministro Mariano Rajoy per impedirne l’accesso ai votanti: una brutta figura su scala planetaria.

Ora resta da capire quanto quest’azione immaginata da Sanchez per pacificare definitivamente la questione territoriale catalana non finisca per riaccendere gli opposti estremismi; la destra popolare spagnola e l’ultradestra di Vox sono sul piede di guerra dopo aver mobilitato le piazze e si preparano a utilizzare questo dossier interno per rovesciare elettoralmente a giugno la maggioranza di Sanchez. Gli indipendentisti più oltranzisti, temendo di essere smentiti in patria, intendono far ballare il governo socialista riaffermando la loro centralità e soprattutto non rinunciando alla lotta separatista come unico e vero obiettivo politico non adattandosi al realismo pragmatico, che è stato alla base dei lunghi negoziati per dare vita al nuovo esecutivo spagnolo.

La Spagna quindi vivrà una nuova fase di turbolenza politica. Cessato il semestre di presidenza europea, la nazione iberica rincula nella sua cronica instabilità a causa delle tensioni territoriali a cui difficilmente si può venire a capo se i principali protagonisti non cooperano sul piano politico. Ci vorrà tutta l’abilità di Pedro Sanchez per cercare di far rientrare questa insubordinazione parlamentare del partito di centrodestra catalano, posto che sul terreno giudiziario e ancor di più su quello economico e politico, le concessioni alla Catalogna sono state vistose e hanno provocato non poche reazioni nel resto del paese e non solo da parte della destra spagnola. La strada è stretta e i socialisti vogliono chiudere la pratica prima delle elezioni di giugno, ma all’interno dello Stato si muovono forze avverse e non soltanto nel campo politico.

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Sanchez inciampa sull'amnistia. Lo sgambetto catalano mostra tutta la fragilità del suo governo

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31.01.2024

A un primo passaggio parlamentare l’amnistia per i delitti politici che era alla base dell’accordo fra i socialisti e gli indipendentisti catalani più gli autonomisti di altre regioni la maggioranza che sostiene il governo di Pedro Sanchez ha dovuto registrare la prima significativa sconfitta. Il partito del centro-destra catalano guidato dal suo leader dall’esilio di Bruxelles, dopo aver condiviso il testo “dall’inizio alla fine”, si è rimangiato il sostegno e lo ha sgambettato in aula al primo voto; ora torna in Commissione Giustizia può rimanerci due settimane o un mese per essere emendato ma la frittata politica é stata fatta.

La destra oltranzista di Carles Puigdemont teme che sia proprio il presidente deposto a essere l’unica personalità politica coinvolta nei moti del 2017 a non essere contemplata in questo testo di legge. Se i delitti di “sedizione e malversazione” rientrerebbero nel condono tombale del governo spagnolo, non lo sarebbero quelli di........

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