Se si tratterà di una soluzione ponte o di una lunga legislatura di tregua e rilancio del governo socialista guidato da Sanchez lo si vedrà prossimamamente. Le elezioni non hanno consentito ai vincitori del Partito Popolare di poter mettere in piedi una maggioranza numerica sufficiente. I Socialisti, che hanno pur tuttavia assieme ai partner della sinistra di Sumar retto all’urto dell’avanzata delle destre, sono stati costretti a rivolgersi alle minoranze autonomiste e indipendentiste presenti alle Cortes.

La trattativa diretta con Puigdemont, il leader esule della formazione più oltranzista della lotta catalana, è stata lunga e difficile. Ha destato stupore il fatto che il numero tre del Psoe si recasse direttamente a Waterloo al cospetto dell’ex presidente della Catalogna inseguito in Spagna da un mandato di cattura e protetto dall’immunità parlamentare europea. La prospettiva di un'amnistia, sposata da Pedro Sanchez ai fini della chiusura del periodo storico più turbolento degli ultimi anni della giovane democrazia spagnola, è stato fortemente contrastata nelle piazze madrilene interpellate da Aznar e dal gruppo dirigente del partito popolare.

La base socialista è stata interpellata attraverso un encomiabile esercizio di democrazia deliberativa e hanno dato il via libera all’accordo politico; l’87% dei votanti si è espresso schiacciando i dubbi sulla opportunità non solo di dare vita a un governo a guida socialista ma di tentare la strada più difficile e più idonea per risolvere positivamente il rompicapo Catalano. L’amnistia non risolverà la questione definitivamente, ma pone le basi affinché la minoranza ribelle ottenga un riconoscimento “totale” dell’esistenza di una entità nazionale all’interno del perimetro costituzionale spagnolo.

Quel che appare un fatto squisitamente nominale riflette tuttavia sulla opportunità di eliminare per sempre il rischio di conflitto a bassa intensità, al quale si è assistito negli anni che hanno fatto seguito alla bocciatura della Corte Costituzionale di alcuni significativi articoli dello Statuto Catalano votato dai cittadini e ratificato dalle Cortes Spagnole. Il seguito è stato un crescendo di incomprensioni e scontri che sono arrivati al culmine della richiesta di separazione avviata attraverso un Referendum, illegale, che ha condotto i leader separatisti chi in galera e chi all’esilio.

Quanto abbia contribuito la situazione in Spagna a disinfiammare la situazione internazionale circostante non è difficile pensarlo; i rischi di un ritorno alle incomprensioni territoriali è sempre in atto; tuttavia nell’anno in cui l’intera Europa è chiamata alle urne, la chiusura di un patto politico di responsabilità nazionale, un “compromesso storico” come ha avuto modo di definirlo Puigdemont, è un segnale per tutti. Sullo sfondo la benevola benedizione della monarchia che si rinnoverà attraverso la figura di una regina erede al trono, la principessa di Girona, che è perfettamente bilingue, e la difficile situazione economica che ha incominciato a farsi sentire a causa di queste incertezze politiche, fugate le quali possono far ripartire il motore spagnolo potendo contare sul dinamismo, mai cessato, dell'economia catalana, una delle più fiorenti d’Europa.

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Se si tratterà di una soluzione ponte o di una lunga legislatura di tregua e rilancio del governo socialista guidato da Sanchez lo si vedrà prossimamamente. Le elezioni non hanno consentito ai vincitori del Partito Popolare di poter mettere in piedi una maggioranza numerica sufficiente. I Socialisti, che hanno pur tuttavia assieme ai partner della sinistra di Sumar retto all’urto dell’avanzata delle destre, sono stati costretti a rivolgersi alle minoranze autonomiste e indipendentiste presenti alle Cortes.

La trattativa diretta con Puigdemont, il leader esule della formazione più oltranzista della lotta catalana, è stata lunga e difficile. Ha destato stupore il fatto che il numero tre del Psoe si recasse direttamente a Waterloo al cospetto dell’ex presidente della Catalogna inseguito in Spagna da un mandato di cattura e protetto dall’immunità parlamentare europea. La prospettiva di un'amnistia, sposata da Pedro Sanchez ai fini della chiusura del periodo storico più turbolento degli ultimi anni della giovane democrazia spagnola, è stato fortemente contrastata nelle piazze madrilene interpellate da Aznar e dal gruppo dirigente del partito popolare.

La base socialista è stata interpellata attraverso un encomiabile esercizio di democrazia deliberativa e hanno dato il via libera all’accordo politico; l’87% dei votanti si è espresso schiacciando i dubbi sulla opportunità non solo di dare vita a un governo a guida socialista ma di tentare la strada più difficile e più idonea per risolvere positivamente il rompicapo Catalano. L’amnistia non risolverà la questione definitivamente, ma pone le basi affinché la minoranza ribelle ottenga un riconoscimento “totale” dell’esistenza di una entità nazionale all’interno del perimetro costituzionale spagnolo.

Quel che appare un fatto squisitamente nominale riflette tuttavia sulla opportunità di eliminare per sempre il rischio di conflitto a bassa intensità, al quale si è assistito negli anni che hanno fatto seguito alla bocciatura della Corte Costituzionale di alcuni significativi articoli dello Statuto Catalano votato dai cittadini e ratificato dalle Cortes Spagnole. Il seguito è stato un crescendo di incomprensioni e scontri che sono arrivati al culmine della richiesta di separazione avviata attraverso un Referendum, illegale, che ha condotto i leader separatisti chi in galera e chi all’esilio.

Quanto abbia contribuito la situazione in Spagna a disinfiammare la situazione internazionale circostante non è difficile pensarlo; i rischi di un ritorno alle incomprensioni territoriali è sempre in atto; tuttavia nell’anno in cui l’intera Europa è chiamata alle urne, la chiusura di un patto politico di responsabilità nazionale, un “compromesso storico” come ha avuto modo di definirlo Puigdemont, è un segnale per tutti. Sullo sfondo la benevola benedizione della monarchia che si rinnoverà attraverso la figura di una regina erede al trono, la principessa di Girona, che è perfettamente bilingue, e la difficile situazione economica che ha incominciato a farsi sentire a causa di queste incertezze politiche, fugate le quali possono far ripartire il motore spagnolo potendo contare sul dinamismo, mai cessato, dell'economia catalana, una delle più fiorenti d’Europa.

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Sanchez a un passo dal rinnovo dell’investitura

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06.11.2023

Se si tratterà di una soluzione ponte o di una lunga legislatura di tregua e rilancio del governo socialista guidato da Sanchez lo si vedrà prossimamamente. Le elezioni non hanno consentito ai vincitori del Partito Popolare di poter mettere in piedi una maggioranza numerica sufficiente. I Socialisti, che hanno pur tuttavia assieme ai partner della sinistra di Sumar retto all’urto dell’avanzata delle destre, sono stati costretti a rivolgersi alle minoranze autonomiste e indipendentiste presenti alle Cortes.

La trattativa diretta con Puigdemont, il leader esule della formazione più oltranzista della lotta catalana, è stata lunga e difficile. Ha destato stupore il fatto che il numero tre del Psoe si recasse direttamente a Waterloo al cospetto dell’ex presidente della Catalogna inseguito in Spagna da un mandato di cattura e protetto dall’immunità parlamentare europea. La prospettiva di un'amnistia, sposata da Pedro Sanchez ai fini della chiusura del periodo storico più turbolento degli ultimi anni della giovane democrazia spagnola, è stato fortemente contrastata nelle piazze madrilene interpellate da Aznar e dal gruppo dirigente del partito popolare.

La base socialista è stata interpellata attraverso un encomiabile esercizio di democrazia deliberativa e hanno dato il via libera all’accordo politico; l’87% dei votanti si è espresso schiacciando i dubbi sulla opportunità non solo di dare vita a un governo a guida socialista ma di tentare la strada più difficile e più idonea per risolvere positivamente il rompicapo Catalano. L’amnistia non risolverà la questione definitivamente, ma pone le basi affinché la minoranza ribelle ottenga un........

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