“Nessuno è solo finché di notte ha chi non dorme per pensare a lui”. Era il 2006, Teatro Armando Cafaro di Latina, chi scrive aveva quindici anni, rigorosamente accompagnata da mamma e papà all’anteprima del terzo album di Tiziano Ferro organizzata per il fan club. Aspettavamo il suo ritorno da tre anni: aveva cominciato nel 2001 con l’album d’esordio Rosso relativo, era esploso due anni dopo con il secondo 111, sia in termini artistici che di vendite. Un vero fenomeno, pronto per una definitiva consacrazione dopo aver conquistato l'Italia e il mondo, fino al Sud America. La pausa gli aveva dato modo di scrivere le canzoni di Nessuno è solo, prodotte da Michele Canova. La pausa era servita per creare qualcosa di nuovo e camaleontico: dalle ballad al funk elettronico, fino alle melodie tipicamente italiane. Una raccolta di undici brani da manuale, orecchiabili ma mai banali, pop ma non scontati, con testi da artigiano della parola. Avere solo ventisei anni e essere già un innovatore nel panorama musicale italiano: non accade proprio a tutti.

Ciò che è venuto dopo lo sappiamo: cinque dischi e un best of, oltre venti milioni di copie vendute nel mondo, tour da sold out e negli stadi, innumerevoli riconoscimenti e collaborazioni a livello nazionale e internazionale. Tiziano, mi viene da chiamarlo come un fratello, è cresciuto e noi siamo cresciuti insieme a lui. Ha continuato a cantare e a raccontarci, a scrivere e a scrivere sé stesso. Tiziano, ancora lo chiamo come un fratello, ha attraversato il buio dei trent'anni e il suo coming out, senza mai abbandonare la vetta delle classifiche. È diventato la voce dei sentimenti di più di una generazione, un'istituzione sia in patria che all'estero. Perciò quello che abbiamo visto ieri sera sul palco del Festival di Sanremo – grazie a Emma e Bresh che hanno interpretato Imbranato, Non me lo so spiegare e Sere Nere nella serata delle cover – è stato un tributo sentito e doveroso, arrivato in un momento di silenzio e riflessione per un artista sensibile e puro, capace di emozionarsi e ringraziare persino chi è artisticamente più giovane di lui. Persino chi gli è debitore. Va detto: se nel 2001 quel ragazzo non fosse arrivato al grande pubblico con una hit come Xdono – scritta su una panchina del parco della sua Latina “a quattro-cinque giorni da Natale” e diventata simbolo dell’R&B all’italiana – è probabile che molta della musica successiva non sarebbe stata la stessa. Allo stesso modo, non sarebbero stati gli stessi quelli che hanno eletto le sue note a romanzo di formazione orgogliosamente pop.

Eppure, Tiziano sembra quasi non credere ai suoi occhi. “Non faccio favoritismi tra gli amici in gara, però il gesto di Emma, quello di evocare la mia musica a Sanremo in un periodo in cui sono completamente in ritirata, è per me epocale. Uno dei gesti più belli che mi siano stati mai rivolti nella vita. Grazie Emma, grazie Bresh. Siete troppo”, ha detto emozionato nelle storie di Instagram. Eppure, Tiziano credi ai tuoi occhi: “Rimani e pensa a questa notte/a quelle cose dette e fatte/a tutto il tempo ancora, senza rimpianti/che avrai davanti, insieme a… noi”.

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“Nessuno è solo finché di notte ha chi non dorme per pensare a lui”. Era il 2006, Teatro Armando Cafaro di Latina, chi scrive aveva quindici anni, rigorosamente accompagnata da mamma e papà all’anteprima del terzo album di Tiziano Ferro organizzata per il fan club. Aspettavamo il suo ritorno da tre anni: aveva cominciato nel 2001 con l’album d’esordio Rosso relativo, era esploso due anni dopo con il secondo 111, sia in termini artistici che di vendite. Un vero fenomeno, pronto per una definitiva consacrazione dopo aver conquistato l'Italia e il mondo, fino al Sud America. La pausa gli aveva dato modo di scrivere le canzoni di Nessuno è solo, prodotte da Michele Canova. La pausa era servita per creare qualcosa di nuovo e camaleontico: dalle ballad al funk elettronico, fino alle melodie tipicamente italiane. Una raccolta di undici brani da manuale, orecchiabili ma mai banali, pop ma non scontati, con testi da artigiano della parola. Avere solo ventisei anni e essere già un innovatore nel panorama musicale italiano: non accade proprio a tutti.

Ciò che è venuto dopo lo sappiamo: cinque dischi e un best of, oltre venti milioni di copie vendute nel mondo, tour da sold out e negli stadi, innumerevoli riconoscimenti e collaborazioni a livello nazionale e internazionale. Tiziano, mi viene da chiamarlo come un fratello, è cresciuto e noi siamo cresciuti insieme a lui. Ha continuato a cantare e a raccontarci, a scrivere e a scrivere sé stesso. Tiziano, ancora lo chiamo come un fratello, ha attraversato il buio dei trent'anni e il suo coming out, senza mai abbandonare la vetta delle classifiche. È diventato la voce dei sentimenti di più di una generazione, un'istituzione sia in patria che all'estero. Perciò quello che abbiamo visto ieri sera sul palco del Festival di Sanremo – grazie a Emma e Bresh che hanno interpretato Imbranato, Non me lo so spiegare e Sere Nere nella serata delle cover – è stato un tributo sentito e doveroso, arrivato in un momento di silenzio e riflessione per un artista sensibile e puro, capace di emozionarsi e ringraziare persino chi è artisticamente più giovane di lui. Persino chi gli è debitore. Va detto: se nel 2001 quel ragazzo non fosse arrivato al grande pubblico con una hit come Xdono – scritta su una panchina del parco della sua Latina “a quattro-cinque giorni da Natale” e diventata simbolo dell’R&B all’italiana – è probabile che molta della musica successiva non sarebbe stata la stessa. Allo stesso modo, non sarebbero stati gli stessi quelli che hanno eletto le sue note a romanzo di formazione orgogliosamente pop.

Eppure, Tiziano sembra quasi non credere ai suoi occhi. “Non faccio favoritismi tra gli amici in gara, però il gesto di Emma, quello di evocare la mia musica a Sanremo in un periodo in cui sono completamente in ritirata, è per me epocale. Uno dei gesti più belli che mi siano stati mai rivolti nella vita. Grazie Emma, grazie Bresh. Siete troppo”, ha detto emozionato nelle storie di Instagram. Eppure, Tiziano credi ai tuoi occhi: “Rimani e pensa a questa notte/a quelle cose dette e fatte/a tutto il tempo ancora, senza rimpianti/che avrai davanti, insieme a… noi”.

QOSHE - Il tributo di Sanremo a Tiziano Ferro era un dovere. Senza di lui la musica italiana non sarebbe la stessa - Adalgisa Marrocco
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Il tributo di Sanremo a Tiziano Ferro era un dovere. Senza di lui la musica italiana non sarebbe la stessa

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10.02.2024

“Nessuno è solo finché di notte ha chi non dorme per pensare a lui”. Era il 2006, Teatro Armando Cafaro di Latina, chi scrive aveva quindici anni, rigorosamente accompagnata da mamma e papà all’anteprima del terzo album di Tiziano Ferro organizzata per il fan club. Aspettavamo il suo ritorno da tre anni: aveva cominciato nel 2001 con l’album d’esordio Rosso relativo, era esploso due anni dopo con il secondo 111, sia in termini artistici che di vendite. Un vero fenomeno, pronto per una definitiva consacrazione dopo aver conquistato l'Italia e il mondo, fino al Sud America. La pausa gli aveva dato modo di scrivere le canzoni di Nessuno è solo, prodotte da Michele Canova. La pausa era servita per creare qualcosa di nuovo e camaleontico: dalle ballad al funk elettronico, fino alle melodie tipicamente italiane. Una raccolta di undici brani da manuale, orecchiabili ma mai banali, pop ma non scontati, con testi da artigiano della parola. Avere solo ventisei anni e essere già un innovatore nel panorama musicale italiano: non accade proprio a tutti.

Ciò che è venuto dopo lo sappiamo: cinque dischi e un best of, oltre venti milioni di copie vendute nel mondo, tour da sold out e negli stadi, innumerevoli riconoscimenti e collaborazioni a livello nazionale e internazionale. Tiziano, mi viene da chiamarlo come un fratello, è cresciuto e noi siamo cresciuti insieme a lui. Ha continuato a cantare e a raccontarci, a scrivere e a scrivere sé stesso. Tiziano, ancora lo chiamo come un fratello, ha attraversato il buio dei trent'anni e il suo coming out, senza mai abbandonare la vetta delle classifiche. È diventato la voce dei........

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