Sanremo è caduta, «Approdo del Re» è stata occupata dalle barbariche truppe di Secondigliano

Cosa succede quando un rapper di talento, arrivato dalla periferia per eccellenza nell’immaginario nazionale, entra in rotta di collisione con il nazional-popolare e ne conquista la postazione principale? Sanremo è caduta, «Approdo del Re» è stata occupata dalle barbariche truppe di Secondigliano, dai miliardi di streaming del giovane Geolier, dai suoi fan-guerrieri che vedono in lui qualcosa in più di un cantante.

Il minimo che possa accadere a un’affermazione del genere è che qualcuno non capisca, non approvi, si metta a fischiare, confonda il rap delle periferie con una serie TV, nel peggiore dei casi si indigni, tirando fuori il classico campionario dei beceri tic anti meridionali, borghesi, classisti. A cui purtroppo, spesso, fanno da contraltare gli stessi tic, ma di segno opposto, anti settentrione, populisti e campanilistici del nostro contesto. E così, in una battaglia che trasforma ogni cosa in uno scontro tra tifoserie in stile Napoli-Juventus, che fa di tutto un mischione dove non c’è più nessuna sfumatura tra Eduardo De Filippo e i comici di Made in Sud, tra Pino Daniele e i neomelodici, tra Viviani e Gigi D’Alessio, Napoli è vista dall’esterno, spesso anche per responsabilità degli stessi napoletani, un luogo unico, indistinto, dove i napoletani fanno i napoletani e «votano» i napoletani per farli vincere a Sanremo.

Cosa falsa e di per sé - in un mondo senza confini, come quelli che la musica di Geolier, con il suo beat e i suoi arrangiamenti che rimandano più a Los Angeles che a qualsiasi tradizione nostrana - da considerare un peccato capitale tipico della mentalità di provincia. Anche perché, in tutto ciò, rischiamo di perdere di vista un dato fondamentale per capire il fenomeno-Geolier: la connessione sentimentale che la sua musica ha con il pubblico. Cioè uno dei motivi fondamentali del suo successo, testimoniato dal fatto di essere più di quaranta volte disco di platino, nonché l’artista italiano con il disco più ascoltato nel 2023 su Spotify, Il coraggio dei bambini.
Ma da chi è composto questo pubblico? Giovani, ma non solo. Napoletani, ma non solo. Meridionali, ma non solo. Geolier è un fenomeno nazionale, un rapper di razza, che esprime il suo vasto mondo interiore attraverso canzoni che nascono nei confini angusti del rione da cui proviene, in cui tuttavia milioni di persone nel nostro Paese si identificano. Perché il Paese - chissà perché ad ogni elezione politica, a ogni successo di una serie o di una canzone ce ne ricordiamo come se fossimo tutti in preda a cicliche amnesie - è in gran parte costituito da quelle periferie e da ciò che esse, nel bene e nel male, esprimono.

A chi giudica, senza nemmeno ascoltare i pezzi di Geolier, bisognerebbe forse ricordare che i valori (e i disvalori) che rappresenta nelle sue canzoni sono quelli di una realtà sociale dove i giovani non hanno alcuna possibilità di riscattare se stessi, le loro famiglie e i loro contesti, veri e propri carceri di cemento in cui tuttavia spesso nascono i fiori più forti e talentosi.
Napoli ne è piena di bambini coraggiosi nella musica, in letteratura, nelle arti visive, in tutto. Piaccia o meno, Emanuele Palumbo in arte Geolier, è uno di questi. E il pubblico lo ama, bisognerà pur rassegnarsi all’evidenza di tanto in tanto. Geolier, «il vero secondino» come si è autoproclamato dal suo profilo TikTok, rappresenta colui che ce l’ha fatta, è il giovane che parla la lingua dei giovani e ai giovani racconta una storia di successo e riscatto. Non è il più bravo nel canto, non è il più disinvolto su un palco, non è il più bello, né il più carismatico, eppure fa un freestyle da paura ed è la rappresentazione vivente che, se hai un talento e credi nel duro lavoro che comporta il dimostrarlo a tutti, ce la puoi fare. Puoi uscire dal quartiere-carcere in cui sei nato e cresciuto, puoi andare oltre la linea di confine che separa una lurida vanella dal golfo scintillante, il male dal bene, puoi crescere, mostrare a chi ti ascolta che la sua cicatrice non lo rende solo, escluso, schiacciato. Puoi svolgere, in poche parole, il ruolo del poeta, come scriveva Emily Dickinson e fare in modo da «Notare la foggia delle Croci/e come sono di solito portate/Sempre affascinata dal presumere/che qualcuna sia come la mia».

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10 febbraio 2024 ( modifica il 10 febbraio 2024 | 20:30)

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QOSHE - Geolier, chi contesta non lo conosce: rassegnatevi all’evidenza - Massimiliano Virgilio
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Geolier, chi contesta non lo conosce: rassegnatevi all’evidenza

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10.02.2024

Sanremo è caduta, «Approdo del Re» è stata occupata dalle barbariche truppe di Secondigliano

Cosa succede quando un rapper di talento, arrivato dalla periferia per eccellenza nell’immaginario nazionale, entra in rotta di collisione con il nazional-popolare e ne conquista la postazione principale? Sanremo è caduta, «Approdo del Re» è stata occupata dalle barbariche truppe di Secondigliano, dai miliardi di streaming del giovane Geolier, dai suoi fan-guerrieri che vedono in lui qualcosa in più di un cantante.

Il minimo che possa accadere a un’affermazione del genere è che qualcuno non capisca, non approvi, si metta a fischiare, confonda il rap delle periferie con una serie TV, nel peggiore dei casi si indigni, tirando fuori il classico campionario dei beceri tic anti meridionali, borghesi, classisti. A cui purtroppo, spesso, fanno da contraltare gli stessi tic, ma di segno opposto, anti settentrione, populisti e campanilistici del nostro contesto. E così, in una battaglia che trasforma ogni cosa in uno scontro tra tifoserie in stile Napoli-Juventus, che fa di tutto un mischione dove non c’è più nessuna sfumatura tra Eduardo De Filippo e i comici di Made in Sud, tra Pino Daniele e i........

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