Un Paese che non riesce nemmeno a governare come si conviene uno sport così popolare come il calcio vuol dire, molto probabilmente, che è un Paese in definitivo e totale declino.
Il calcio è diventato l’esatta fotografia dell’infimo livello delle istituzioni nostrane per l’incompetenza dei “nominati” invece che degli eletti in Parlamento dove ipocrisia, la già citata incompetenza, per non parlare della sottomissione geografica e/o economica, il razzismo e chi più ne ha più ne metta sono il “sale” sotto cui si è voluta seppellire l’Italia. Vediamo due aspetti fondamentali in una nazione che, a parole, si autodefinisce liberale: il rispetto delle regole di mercato ed il razzismo.
Al 30 giugno 2023 l’Inter ha una cifra debitoria dello Stato Patrimoniale pari a 807 milioni di euro, il fatturato della società nerazzurra è stato pari a 425,5 milioni di euro e i costi sono a quota 465,5 milioni.
La Juventus ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2023 con un rosso pari a 123,7 milioni di euro, il fatturato della società bianconera è stato pari a 507,7 milioni di euro, i costi sono a quota 606,9 milioni, sul fronte debiti complessivi si nota che sono passati a 833,9 milioni di euro. Per non parlare dei bilanci dove su invito della Consob, la Procura di Torino aprì un’inchiesta penale. La Consob informò la Covisoc che a sua volta inoltrò il plico al presidente Gravina il 19 ottobre 2021 con protocollo n. 8260 il tutto è finito a tarallucci e vino o poco più.
In un Paese normale avrebbero dovuto portare, entrambi i club, i libri in tribunale e chiudere bottega.
In Gran Bretagna invece all’Everton, appena due mesi fa, è bastato che, sulla revisione dei conti affidata a una società terza e indipendente, abbia riscontrato una perdita pari a 124.5 milioni di sterline, poco più di 146 milioni di euro per incorrere subito in dure sanzioni. In rapporto alle nostre due titolate società il debito dell’Everton è di appena un sesto rispetto alle nostre due società di calcio lombardo-piemontese.
Passiamo ora al fenomeno del razzismo molto diffuso in Italia e che anche nel calcio si estrinseca puntualmente. Sempre in Gran Bretagna per combatterlo hanno previsto gli arresti immediati ed infatti tre giovani che si erano macchiati di alcuni canti discriminatori all’indirizzo dei calciatori del Chelsea nella trasferta sul campo del Wolverhampton sono finiti in manette mentre la polizia delle West Midlands ha fatto sapere che sono ancora in corso le visioni di altri filmati dei sistemi di sicurezza dell’impianto da cui far scaturire altri probabili nuovi arresti. In quell’occasione, dopo aver avvertito con gli altoparlanti dello stadio che non avrebbero più accettato quei cori soprattutto quello su “Chelsea rent boys” che è un coro che allude alla prostituzione maschile, subito un PM inglese ha proseguito con l’incriminazione per “crimini di odio”.
Nel frattempo la F.A. la Football Association britannica ha preannunciato di voler perseguire penalmente i tifosi che si macchiano di queste offese: è accaduto già a un supporter del Liverpool e stavolta tocca a tre del Wolverhampton.
Nel Bel Paese invece la FGCI il sacro tempio dell’italico football, oltre a consentire che società finanziariamente fallite secondo i criteri del libero mercato continuino a svolgere senza ostacoli la propria attività, hanno dichiarato per bocca del presidente Gabriele Gravina che la semplice sospensione della partita non è compito loro bensì degli organi di polizia.
Una cosa semplice come il razzismo negli stadi è stato tramutato e totalmente addolcito dal mondo del calcio da “discriminazione razziale a discriminazione territoriale” per cui in un caso specifico, oltre che attaccare la squadra del Napoli si può insultare ed offendere la città ed i suoi abitanti senza commettere il reato di discriminazione razziale, bensì quello di discriminazione territoriale appioppando qualche migliaio di euro di multa alla società ospitante che, in realtà, non c’entra nulla. Poi, quando scoppiano casi come quello del portiere milanista Mike Maignan piovono a centinaia dichiarazioni di solidarietà e di ferma condanna senza seguito alcuno ma, soprattutto, senza decisione da parte di nessuno. Invece, per il teatro di Roma, hanno aggiunto un posto a tavola perché da un lato Rocca di FDI e l’intero centro destra si sono impauriti degli attacchi e delle denunce di Gualtieri e del PD ed hanno deciso di applicare lo slogan di Garinei e Giovannini: “aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più” dividendo la direzione del teatro di Roma per due. L’unico problema è che questa doppia direzione non è prevista dallo Statuto e, quindi, dovranno cambiarlo per aggiungere un posto a tavola…………………

QOSHE - Il calcio in Italia specchio di un paese in declino - Raffaele Romano
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Il calcio in Italia specchio di un paese in declino

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29.01.2024

Un Paese che non riesce nemmeno a governare come si conviene uno sport così popolare come il calcio vuol dire, molto probabilmente, che è un Paese in definitivo e totale declino.
Il calcio è diventato l’esatta fotografia dell’infimo livello delle istituzioni nostrane per l’incompetenza dei “nominati” invece che degli eletti in Parlamento dove ipocrisia, la già citata incompetenza, per non parlare della sottomissione geografica e/o economica, il razzismo e chi più ne ha più ne metta sono il “sale” sotto cui si è voluta seppellire l’Italia. Vediamo due aspetti fondamentali in una nazione che, a parole, si autodefinisce liberale: il rispetto delle regole di mercato ed il razzismo.
Al 30 giugno 2023 l’Inter ha una cifra debitoria dello Stato Patrimoniale pari a 807 milioni di euro, il fatturato della società nerazzurra è stato pari a 425,5 milioni di euro e i costi sono a quota 465,5 milioni.
La Juventus ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2023 con un rosso pari a 123,7 milioni di euro, il fatturato della società bianconera è stato pari a 507,7 milioni di euro, i costi sono a quota 606,9 milioni, sul fronte debiti complessivi si nota che sono passati a........

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