Qualche giorno fa, con mia grande sorpresa, piacere e onore, sono stato chiamato dagli studenti del Liceo Rosmini di Rovereto a partecipare ad una loro assemblea. Ritornare dopo ben 45 anni nel “mio” indimenticato e indimenticabile Liceo, anche se io l’ho frequentato dal 1973 al 1978 tra le nobili mura del vicino Palazzo Piomarta, è stato per me assai emozionante.
Sono stato con i Liceali di oggi per oltre tre ore. Molte le loro domande e forte il loro interesse a conoscere, in primis, com’era il Liceo negli Anni ’70, un decennio non certamente facile per il nostro Paese: anni di piombo, in cui il terrorismo di destra e di sinistra ha insanguinato le nostre città, con centinaia di assassinii e di stragi contro magistrati, politici, sindacalisti, giornalisti, studenti e semplici innocenti cittadini. Dalla bomba fatta scoppiare alla Banca dell’Agricoltura di Piazza Fontana a Milano del dicembre 1969 alla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, l’Italia ha visto scorrere odio e sangue senza eguali quantomeno in Europa. Ma sono stati parimenti anni di grandi conquiste sociali, quali lo Statuto dei Lavoratori del 1970, e in anni successivi la legge sul divorzio e sull’aborto.
Nel mentre raccontavo tutto questo e di un movimento studentesco molto politicizzato e forte su vari versanti, quali la conquista dei decreti delegati inerenti una prima significativa apertura e riforma del mondo della scuola, vedevo negli occhi dei giovani presenti crescere lo stupore, la curiosità e il desiderio di approfondire. Abbiamo discusso di politica, dei possibili percorsi professionali post Liceo, della forza spesso ingannevole dei social, del rapporto uomo – donna, dei femminicidi, della crisi climatica, degli attuali conflitti, delle nuove conquiste scientifiche, dell’intelligenza artificiale, del valore del Liceo oggi innanzi ai continui processi innovativi, dell’importanza anche della conoscenza umanistica, del come i giovani possano incidere sulle decisioni della nostra comunità. In sintesi, un “domanda e risposta” incessante, ricco, diversificato e per me assolutamente coinvolgente.
Ho colto nei ragazzi e nelle ragazze presenti molta voglia di conoscere e di essere voce importante nella nostra città, e non solo. La qual cosa mi ha confermato che siamo di fronte ad una generazione mediamente desiderosa di essere protagonista in maniera propositiva. Avendo io un figlio di 19 anni e conoscendo i suoi amici e amiche, me ne ero già fatto un’immagine positiva. Da questo mio recente incontro al Liceo di Rovereto ho avuto molte belle conferme, che mi hanno profondamente gratificato.
Ho suggerito che nel loro percorso di crescita e di conoscenza non si limitino a leggere Wikipedia, ma consultino assai spesso l’enciclopedia Treccani. Facciano ogni giorno tesoro del dialogo con i loro docenti e tra di loro. Trovino, inoltre, coraggio e determinazione nel farsi sentire nella nostra comunità. Rovereto, il Trentino e l’Italia, demograficamente parlando, sono realtà vecchie, che necessitano della loro energia e della loro fresca e innovativa visione del futuro. Ho raccomandato loro di non dimenticare mai che ogni diritto e ogni benessere conquistati non lo sono per sempre, ma vanno coltivati e meritati ogni giorno con “virtute e canoscenza”, per dirla parafrasando Dante. È stato questo uno dei suggerimenti che mi sono permesso di lasciare loro in tutta umiltà.
Innanzi al ripetuto loro interesse a contare di più nella nostra comunità, ho cercato di motivarli a frequentare le Istituzioni cittadine, assistendo a qualche Consiglio comunale e circoscrizionale e partecipando alle iniziative delle varie associazioni culturali di Rovereto. La conoscenza rende liberi, il dialogo fa crescere l’autostima e la disponibilità verso gli altri. Laddove la passione anche verso la politica in taluni di loro si rafforzasse, per i maggiorenni ad inizio giugno 2024 vi sono le elezioni comunali (!). Un’occasione per loro da vivere in prima persona con libertà, forza e coraggio. Rovereto, oggi più che mai, ha bisogno di nuova linfa rigeneratrice.
E avendo avuto la straordinaria opportunità di parlare a lungo con gli studenti del nostro amato Liceo Rosmini, oggi mi sento molto rassicurato e rinfrancato.
Non mi resta che dire…ad maiora.

Paolo Farinati

QOSHE - Un bel dialogo con gli studenti di oggi - Paolo Farinati
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Un bel dialogo con gli studenti di oggi

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01.12.2023

Qualche giorno fa, con mia grande sorpresa, piacere e onore, sono stato chiamato dagli studenti del Liceo Rosmini di Rovereto a partecipare ad una loro assemblea. Ritornare dopo ben 45 anni nel “mio” indimenticato e indimenticabile Liceo, anche se io l’ho frequentato dal 1973 al 1978 tra le nobili mura del vicino Palazzo Piomarta, è stato per me assai emozionante.
Sono stato con i Liceali di oggi per oltre tre ore. Molte le loro domande e forte il loro interesse a conoscere, in primis, com’era il Liceo negli Anni ’70, un decennio non certamente facile per il nostro Paese: anni di piombo, in cui il terrorismo di destra e di sinistra ha insanguinato le nostre città, con centinaia di assassinii e di stragi contro magistrati, politici, sindacalisti, giornalisti, studenti e semplici innocenti cittadini. Dalla bomba fatta scoppiare alla Banca dell’Agricoltura di Piazza Fontana a Milano del dicembre 1969 alla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, l’Italia ha visto scorrere odio e sangue senza eguali quantomeno in Europa. Ma sono stati parimenti anni di........

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