In queste ore si sono evidenziate senza scusanti due realtà educative e civili assai diverse, eppure entrambe sono in Italia.
Con un gruppo di amiche e amici abbiamo avuto questa settimana l’onore e il piacere di ospitare a Rovereto Giovanni Impastato, fratello di Peppino, vigliaccamente assassinato il 9 maggio 1978 dalla mafia. Stesso giorno in cui a Roma fu trovato il corpo di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse (coincidenza casuale? Ma…!).
Giovanni ha incontrato centinaia dei nostri giovani delle scuole medie e degli Istituti superiori della nostra città. Da loro sono arrivati elaborati di poesia, di musica e di fotografia meravigliosamente sorprendenti, in cui brillano i valori e le bellezza per i quali Peppino Impastato ha lottato e ha sacrificato la sua vita. La legalità, la libertà, la democrazia, il rispetto di ogni opinione, la lotta alla mafia che tutto ciò ha sempre negato. Sono stati giorni e ore di grande emozione e di grande soddisfazione per tutti noi, giovani e adulti. Siamo orgogliosi e fieri dei nostri ragazzi, Del resto il nostro Trentino, che ha conosciuto la grande povertà e le atrocità della guerra, ha soprattutto saputo reagire e costruire un diffuso benessere avendo sempre con sé i valori che la nostra Costituzione sancisce dal 1948 dal Brennero a Ortigia, partendo dalla cultura e dall’istruzione.
Ma nelle stesse ore sappiamo che a Partinico, Comune dell’hinterland di Palermo di oltre 30 mila abitanti, gli studenti del locale liceo stanno protestando per far sì che il loro Istituto non porti il nome di Peppino Impastato, perché ritenuto divisivo(!). Ma divisivo da cosa? Dall’illegalità, dai crimini della mafia, dalla violenza verso tutti e tutto ciò che contrasta gli interessi di pochi? Ebbene, evviva questa diversità! A questi giovani dico di svegliarsi, di pensare al loro presente e al loro futuro radicato nella loro libertà, nutrito dal loro talento, progettato dai loro sogni e dai loro progetti, di essere orgogliosi di diplomarsi al liceo Peppino Impastato di Partinico. La mafia vi vuole assoggettare a ben altro, vi vuole schiavi al servizio dell’illegalità e della violenza. Non lasciatevi ingannare. La vostra vita è una e unica, è troppo preziosa per svenderla alla mafia.
Sono curioso di conoscere il pensiero e la reazione dei genitori, dei presidi e degli insegnanti di questa gioventù siciliana e del liceo di Partinico. Di quella Sicilia che da secoli è stata terra di grande cultura per tutta l’Italia e tutte le genti del Mar Mediterraneo. La Sicilia è la casa natale di Archimede da Siracusa, di Empedocle, di Dionisio, di Ettore Majorana, di Vincenzo Bellini, di Luigi Pirandello, di Salvatore Quasimodo, di Leonardo Sciascia, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, di Giovanni Verga, di Andrea Camilleri, per arrivare al nostro stimato Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che vide ucciso dalla mafia nel 1980 il fratello Piersanti, in quel momento Presidente della Regione siciliana.
Io amo la Sicilia e i siciliani, la considero una comunità assolutamente colta, capace e tenace. Li invito a stare vicini ai giovani di Partinico, a far loro conoscere la vera storia di Peppino Impastato, che ha dato la sua vita per il bene della Sicilia e soprattutto dei giovani della Sicilia.

Paolo Farinati

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Due mondi educativi e civili diversi, ma entrambi sono in Italia

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18.03.2024

In queste ore si sono evidenziate senza scusanti due realtà educative e civili assai diverse, eppure entrambe sono in Italia.
Con un gruppo di amiche e amici abbiamo avuto questa settimana l’onore e il piacere di ospitare a Rovereto Giovanni Impastato, fratello di Peppino, vigliaccamente assassinato il 9 maggio 1978 dalla mafia. Stesso giorno in cui a Roma fu trovato il corpo di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse (coincidenza casuale? Ma…!).
Giovanni ha incontrato centinaia dei nostri giovani delle scuole medie e degli Istituti superiori della nostra città. Da loro sono arrivati elaborati di poesia, di musica e di fotografia meravigliosamente sorprendenti, in cui brillano i valori e le bellezza per i quali Peppino Impastato ha lottato e ha sacrificato la sua vita. La legalità, la libertà, la democrazia,........

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