La libertà di manifestazione del pensiero ex art 21 Cost. unita al diritto di protesta rientra tra i principali diritti fondamentali insiti nelle società democratiche. Ai giorni nostri, tendiamo a dare per scontato il fatto di poterci esprimere liberamente, senza subire censure o limitazioni.
Certamente, la conquista della libertà di pensiero e di espressione è un traguardo che i popoli hanno raggiunto solo gradualmente nel corso della storia. È un processo in continua evoluzione e non ancora completato in molte parti del mondo.
In un passato non così remoto, le persone venivano perseguitate e punite severamente per esprimere opinioni diverse da quelle accettate dal pensiero dominante. La storia è disseminata di esempi di individui coraggiosi che hanno lottato per le proprie convinzioni, pagando spesso con la vita stessa. Questi martiri hanno difeso idee religiose, politiche, filosofiche e sociali, mostrando una determinazione straordinaria nel resistere alle pressioni oppressive.
Tuttavia, non possiamo dare per scontata questa libertà, poiché anche oggi in molte parti del mondo ci sono persone che rischiano la vita per esprimere le proprie opinioni. È fondamentale continuare a difendere e promuovere la libertà di pensiero e di espressione in ogni contesto, affinché diventi un diritto universale, inalienabile per ogni individuo. Ma siamo veramente liberi? Abbiamo davvero il diritto di esprimere le nostre idee e il diritto di pensare liberamente? Abbiamo il diritto di diffondere le nostre idee e di persuadere il prossimo che le nostre ragioni sono giuste? Sulla Carta sembrerebbe di sì. In questi giorni le manifestazioni pro Palestina di Pisa, Firenze e Siena dimostrano il contrario. Le scolaresche di tutte e tre le cittadine, sono scese in piazza per manifestare mediante corteo a favore della Palestina per contrastare la morte e la sofferenza dei palestinesi che attualmente vivono sotto le bombe a Gaza. La reazione dello Stato Italiano mediante le proprie forze di polizia è stata durissima. Sono stati caricati studenti e studentesse minorenni, alcuni dei quali hanno riportato contusioni e lesioni. Ben oltre 5 mila persone chiedono al governo e alle autorità chiarezza su quanto accaduto. Gli studenti colpevoli solo di aver chiesto in questa loro libera manifestazione, “Stop genocidio”, “Palestina libera” un grido a favore della vita e per la difesa di un popolo e di una cultura che rischia l’estinzione a causa dell’intolleranza di uno Stato viciniore che non riesce a convivere pacificamente con coloro che già vivevano in quei luoghi. Le forze della sinistra radicale e antagonista e di tutti i partiti del centrosinistra insieme a sindacati chiedono chiarezza al governo sugli eventi accaduti a Pisa. Il ministro Matteo Piantedosi è sotto attacco dalla Sinistra Italiana guidata dal segretario nazionale Nicola Fratoianni, il quale lanciando un appello al ministero ha detto “In attesa che il ministro Piantedosi venga a riferire su quanto sta accadendo da alcune settimane e sugli inaccettabili episodi odierni, prendiamo atto delle parole del Dipartimento della Pubblica Sicurezza – ha dichiarato – Comprendiamo l’imbarazzo per quanto accaduto e ci auguriamo che nei prossimi giorni difficoltà operative di gestione dell’ordine pubblico e momenti di tensione non significhino automaticamente, sempre e comunque, manganellate, soprattutto a minori e manifestanti pacifici”. È democratico uno Stato che non consente la libera manifestazione del pensiero mediante ogni mezzo? L’Occidente come può farsi portatore di valori all’esterno quando non è in grado di rispettare diritti e valori al suo interno? Il Presidente della Repubblica in un suo comunicato rivolto al Ministro dell’Interno ha dichiarato che: “l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli, ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.
Nonostante il biasimo eccepito dal Capo dello Stato, il Ministro Piantedosi non arretra dal sostegno alle forze dell’ordine ponendosi in un difficile equilibrio tra il diritto di manifestare liberamente e la difesa delle forze dell’ordine e chiedendo più dialogo tra chi organizza le manifestazioni e le autorità.
Il prefetto di Pisa, Maria Luisa D’Alessandro avrebbe dichiarato «che non è stata data nessuna indicazione particolare per reprimere con la forza e i manganelli le manifestazioni in generale e nello specifico quelle pro Palestina». Mentre il questore ha dichiarato che vi sarebbe stato un problema di gestione della piazza dal punto di vista organizzativo ed operativo poiché non erano chiari gli obiettivi del corteo. La domande da porsi sono le seguente: quindi se gli obiettivi di un corteo o una manifestazione non sono chiari la reazione da parte dello Stato è la violenza? Chi ha dato gli ordini di caricare e usare la forza? Non è chiara anzi è molto fumosa la ricostruzione della catena di comando delle forze dell’ordine per cercare di identificare chi ha emesso l’ordine di caricare e soprattutto il motivo effettivo. Dalle ricostruzioni video non è identificato il dirigente che ha emesso l’ordine. Possono i poliziotti decidere autonomamente di caricare e usare la forza? Siamo in una sorta di dittatura ombrata di democrazia? Ciò che è certo è che i parenti, i genitori dei minori e delle vittime faranno pressione sulle autorità per ottenere risposte e giustizia. Ma la vera giustizia che dovrebbe essere ottenuta è la possibilità di esprimere le proprie opinioni in favore della vita umana, del singolo e dei popoli come quello Palestinese che la rischia a Gaza in una sorta di trappola mortale trovandosi tra l’incudine e il martello non potendo fuggire alla morte che arriva inesorabile dal cielo e da terra.

Marco Rispoli (Davoli)

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La libertà di manifestazione del pensiero e l’art 21 della Costituzione

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26.02.2024

La libertà di manifestazione del pensiero ex art 21 Cost. unita al diritto di protesta rientra tra i principali diritti fondamentali insiti nelle società democratiche. Ai giorni nostri, tendiamo a dare per scontato il fatto di poterci esprimere liberamente, senza subire censure o limitazioni.
Certamente, la conquista della libertà di pensiero e di espressione è un traguardo che i popoli hanno raggiunto solo gradualmente nel corso della storia. È un processo in continua evoluzione e non ancora completato in molte parti del mondo.
In un passato non così remoto, le persone venivano perseguitate e punite severamente per esprimere opinioni diverse da quelle accettate dal pensiero dominante. La storia è disseminata di esempi di individui coraggiosi che hanno lottato per le proprie convinzioni, pagando spesso con la vita stessa. Questi martiri hanno difeso idee religiose, politiche, filosofiche e sociali, mostrando una determinazione straordinaria nel resistere alle pressioni oppressive.
Tuttavia, non possiamo dare per scontata questa libertà, poiché anche oggi in molte parti del mondo ci sono persone che rischiano la vita per esprimere le proprie opinioni. È fondamentale continuare a difendere e promuovere la libertà di pensiero e di espressione in ogni contesto, affinché diventi un diritto universale, inalienabile per ogni individuo. Ma siamo veramente liberi? Abbiamo davvero il diritto di esprimere le nostre idee e il diritto di pensare........

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